Biscotto

Pietro Minto
Curzio
Published in
2 min readApr 27, 2018

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Illustrazione di Francesca Riz.

Buongiorno e benvenuti,

da qui potrete osservare il Gatto Grosso, il felino più grande dell’Universo. Come molti di voi sapranno, tutto è cominciato quando il fondatore del Gatto Grosso, il Cavalier Peroloni, decise di gonfiare geneticamente il suo cucciolo di soriano, Biscotto. A proposito, lo avete visto? Impossibile non vederlo, giusto? Ahahah, ci arriveremo, perché il tenero e piccolo Biscotto è solo l’inizio della nostra avventura!

Che cosa intendiamo per “gonfiare geneticamente” un animale? Semplicemente ci riferiamo a una pratica chimica tramite la quale le cellule di un organismo aumentano di volume e numero: non posso darvi altri dettagli perché è altamente top secret. Vi basti sapere che funziona, ma proprio tanto. In pochi giorni Biscotto crebbe fino a diventare grande come una tigre; due giorni dopo, come un elefante. Dopo sei settimane, Biscotto fu trasferito in India, dove c’era molto spazio e poteva rimanere all’aperto. Due diversi tipi di fauna cominciarono a coprirgli il corpo, caratterizzandolo anche biologicamente.

A questo punto il Cavaliere Peroloni decise di interrompere l’esperimento per condividere il suo successo con la stampa: era riuscito a ingrandire il suo gattino! Ma Biscotto continuava a crescere. A sei mesi dall’inizio del trattamento il gattino fu trasferito nel cielo del Cile, dove, grazie alle catene montuose che solcano il Paese, milioni di turisti potevano osservarlo galeggiare felice e mangiare crocchette grosse come silos. Presto però anche quella sistemazione si rivelò insufficiente e il Cavaliere Peroloni fu convocato da Lello Boldrin, presidente della NASA.

Biscotto, ora lungo dodici chilometri (più cinque di coda), fu posizionato nei pressi della Stazione Spaziale Internazionale, opportunamente convertita in lettiera. Laggiù, stabilì Boldrin, avrebbe potuto continuare a crescere all’infinito. “Andrà alla deriva nello spazio e non sarà più un problema”, disse il Presidente della NASA.

Passarono gli anni e i decenni. Passarono 184 anni. E Biscotto tornò.
Proprio così, è tornato. O meglio, è arrivato a noi. Ora è il gatto è grande quanto il Sistema Solare e l’influenza di qualche buco nero supermassiccio deve averlo spinto verso la Terra. Alzate gli occhi, c’è il suo sguardo sereno nel cielo; se siete in Cile, il suo culo. Biscotto è ora interessato da uno sciame di satelliti che lo circondano correndo all’impazzata nel vuoto, frastornati dall’orbita felina dell’animale. Johnny Boldrin, successore di Lello e attuale presidente della NASA, pensa che “quella roba diventerà grande quanto l’Universo e finirà per inghiottire tutto”. Secondo i veterinari le condizioni del soriano sono stabili.

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