Espansione

Pietro Minto
Curzio
Published in
3 min readMay 23, 2017

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Nella sesta dimensione l’Universo balza all’occhio come una struttura argentata in continua espansione e dai bordi frastagliati. Qui sulla destra-bis, vedete, si sta ripiegando su se stesso, ma se guardate in fondo riuscite a vedere una sua propaggine alzarsi lungo l’asse ```7 per acchiappare un altro po’ di vuoto e farlo suo. Piano, piano, uno alla volta. Ora, se ci spostiamo qui, qui dove c’è il segno rossSsso, possiamo vedere quella galassia venire distrutta dalla gravità, trasformandosi in pulviscolo. Saltiamo di 500 milioni di anni ed ecco un pianeta gassoso, Luckber:EE1, con quattro lune che sembrano biglie opache; tutto attorno al pianeta, il nulla, o meglio, l’imprecisato, il non pertinente. Noterete anche che il confine dell’universo, prima così vicino alla nebulosa da cui è nato Luckber:EE1, tanto da farla sembrare una zona di frontiera, una spiaggia desolata alle prese con l’Oceano, è ora lontano. Non lo si vede più. Ma è ancora osservabile se vi allungate lungo la settima dimensione, se siete di quelli che possono farlo. Qualora non poteste, indossate gli occhiali speciali e guardate l’animazione che abbiamo preparato. Il confine, lo vedrete, è poco definito, ancorché lontano: succede quando l’espansionesubisce un’accelerazione e noi tutti siamo costretti a fare spazio di fretta, perdonate il gioco di parole, in modo che tutto proceda senza interruzioni. È importante non fermare mai il processo d’espansione. Non sappiamo perché: non è mai successo che si fermasse né sappiamo cosa succederebbe in caso di minima frenata. Ma i nostri Vecchi ci hanno messo in guardia — e i loro Vecchi prima di loro — e prima di loro i Vecchissimi, i Vecchi dei Vecchi dei Vecchi. Tutti avevano a cuore l’espansione: “Se tutto si ferma, tutto scompare”, recita la profezia — una profezia con cui nessuno si è mai sentito di poter scherzare. La nostra ditta, come saprete, si occupa di questo: distruggiamo le strutture per fare spazio all’universo stesso, che per espandersi dev’essere libero da intralci. Tra gli elementi che costituiscono un intralcio all’espansione contiamo:

le stelle;
i pianeti;
le piccole nebulose alla deriva;
i satelliti;
le sfere di Dyson abbandonate da antiche civiltà estinte oppure migrate nell’Universo Principale attraverso le 21esima dimensione;
la sporcizia;
i barattoli di alluminio.

Ci basta pigiare questo pulsante per cominciare la Pulizia. Prendete il cannocchiale, quello lì, bravi, e puntate quell’insieme di piccole stelle e pianeti, quelle distribuite lungo la linea ver®rd¥de: è una porzione di galassia poco interessante, abitata solo da sei forme di vita dimenticabili, nessuna delle quali è ancora riuscita a sviluppare il concetto di “moviola in campo”. Possiamo farne a meno. Pigiando questo pulsante cominciamo a risucchiarle atomo per atomo, in un processo lento che, da quel che mi dicono, non è doloroso. Guardate quell’insediamento urbano sulle nuvole di Ωpulß, il pianeta bruno con l’atmosfera composta perlopiù composta da metåno. Guardatelo come si dissolve.

Ora attendiamo un paio di secondi, per rispetto. Bene.

E continuiamo l’espansione, ecco, così, ottimo, non spingete però.

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