Allarme ambientale ed emergenza climatica

A cura di Erica Esposito, 3AO

Il gas e la guerra in Ucraina

Ormai è già da molto tempo che si parla di crisi ambientale dovuta all’inquinamento, iniziato già 5000 mila anni fa con la costruzione delle città.

La questione ambientale è ogni giorno di più al centro del dibattito politico, ma è anche un argomento che ci troviamo ad affrontare sia come singoli cittadini sia collettivamente, ovvero come società e come Paese. Avvisaglie che qualcosa non stesse più funzionando come avrebbe dovuto ce ne erano state in passato. Durante l’estate 2022, però, la catastrofe ambientale l’abbiamo potuta toccare con mano anche noi in Italia:

  • una siccità che non si vedeva così da 70 anni;
  • il fiume Po ridotto ad un rigagnolo;
  • l’emergenza idrica;
  • il razionamento dell’acqua in diverse regioni italiane;
  • incendi ma anche fenomeni di maltempo estremi;
  • grandinate con chicchi grandi come albicocche, alluvioni;
  • la tragedia della Marmolada dove, a causa del gran caldo, un pezzo di ghiacciaio si è staccato dalla montagna travolgendo e uccidendo diversi escursionisti.

L’Italia ha vissuto una delle peggiori estati a livello climatico.

A luglio la temperatura ha superato la media di 2,26 gradi, mentre i primi sette mesi del 2022 sono stati i più caldi di sempre. Ha piovuto pochissimo e “male”.

Mentre tutte le principali riserve d’acqua sono in crisi e i fiumi come il Po sono in grave secca, il 12 agosto a Stromboli in soli 15 minuti è caduta la stessa quantità di pioggia che cade in media sull’isola durante l’intero mese di maggio e gli incendi sono stati più gravi ed estesi rispetto agli altri anni.

Nonostante ciò, nei programmi elettorali l’emergenza climatica non sembra essere tra le priorità. Non lo è stata in passato, quando l’ambiente è stato relegato a una fastidiosa appendice nei programmi politici o un tema da citare perché si doveva. Non lo è oggi, se i nuovi fronti politici indicano solo soluzioni di tipo “infrastrutturale” con strategie che rischiano di aggravare le prossime crisi e rallentare così il percorso di attuazione della transizione ecologica su cui siamo già in estremo ritardo.

A peggiorare le cose ci si è messo il sabotaggio del gasdotto Nord Stream nel quadro della disastrosa guerra tra Russia e Ucraina, che sta avendo conseguenze anche in Europa e in Italia, legate proprio al rincaro delle fonti energetiche, il metano in testa.

La crisi idrica in corso potrebbe diventare la più grave della Storia e andrebbe affrontata in modo diverso, lavorando sulle cause e non solo sugli effetti. Siamo davvero di fronte a un’emergenza senza precedenti?

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