La comunità ebraica di Roma

A cura di Sabatini Giada, Siria Pileri, Toni Giulia, Noemi Ranco, Ilaria De Angelis, Agnese Costantini e Matteo Di Giampasquale, classe 5BU

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Il comunità ebraica di Roma è un delle più antiche del Mondo. La presenza degli ebrei nella capitale ha origini antichissime , ma il quartiere ebraico o meglio il ghetto nasce nel 1555, quando Papa Paolo IV emanò una bolla che di fatto toglieva la libertà di essere cittadini agli ebrei romani ordinando la creazione di un ghetto. Il quartiere era chiuso da porte, sempre sorvegliate e, all’interno dei cancelli, gli ebrei dovevano vivere la loro vita e, se volevano uscire da quella sorta di prigione, l’unica soluzione era quella di convertirsi.

Portico di Ottavia

Roma fu annessa al Regno d’Italia e questo significò la chiusura definitiva del ghetto ebraico. Nel 1888 gran parte del quartiere fu ricostruito e molti ebrei, pur non avendo più l’obbligo di residenza, decisero comunque di rimanere all’interno del quartiere.

Nel 1905 venne edificata la Sinagoga, conosciuta come “Tempio Maggiore”, oggi visitabile. Al suo interno il museo Ebraico di Roma, che ospita molti reperti storici appartenenti alla liturgia della Religione, oltre ad offrire un percorso molto interessante sulla presenza della comunità ebraica nella Città.

In quegli anni il re d’Italia era Vittorio Emanuele III, in buoni rapporti con la comunità ebraica, tanto che la visitò, ma la situazione cambiò non appena prese il potere Mussolini, fino ad arrivare al 1938 con le leggi razziali, le quali impedivano di svolgere una normale vita agli ebrei e, in tutto questo, Vittorio Emanuele III non fece nessun gesto di protezione nei loro confronti. Dopo poco tempo Mussolini stabilì l’obbligo di andare ad autodenunciarsi, ovvero andare a dichiarare di essere ebrei dando il proprio nome e cognome. Tutto questo servirà poi per le famose deportazioni nei campi di concentramento, di cui anche il quartiere è stato triste teatro a motivo del rastrellamento del 1943.

Largo 16 ottobre 1943

La religione ebraica è una religione matriarcale, ovvero se si nasce da madre ebrea il figlio dovrà essere automaticamente ebreo. Più che una religione, l’essere ebrei è uno stile di vita, hanno regole ben precise per tutto e determinate cose sono anche diverse dalle abitudini del resto della Città, anche il calendario: oggi noi ci troviamo nel 2021, invece per gli ebrei è il 5782 e come punto di riferimento non hanno l’anno 0, ovvero la nascita di Cristo, ma il calendario ebraico conta gli anni a partire dalla presunta data della creazione del mondo in base alla Torah. In sostanza è stato un incontro con una cultura diversa dalla nostra ma che si trova a poco più di un’ora di treno da noi.

Siamo tornati da questa gita, molto interessante, arricchiti e la consigliamo a tutti. Grazie alla guida, lei stessa ebrea, abbiamo potuto capire molto di più questa cultura così affascinante , così lontana e così vicina allo stesso tempo.

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