Stop alla plastica con la direttiva SUP

A cura di Vittorio Munzi, 5AL

Come tutti sanno, tra i più grandi problemi che affliggono il mondo odierno rientra sicuramente l’inquinamento causato dalla plastica, una cosa tanto banale e comune quanto dannosa; per rimediare all’uso spropositato di questo materiale gli Stati membri dell’Unione Europea hanno approvato nel 2019 la Direttiva SUP (Single Use Plastic), entrata in vigore in Italia il 14 gennaio di quest’anno, il cui scopo è quello di ridurre l’inquinamento marino grazie alla rimozione dal mercato di oggetti di plastica monouso, tra cui oggetti di uso comune come:

- bastoncini cotonati in plastica,

- piatti,

- posate,

- cannucce,

- contenitori di plastica da consumo immediato,

- sacchetti monouso e molto altro.

Il metodo con cui si va a differenziare le plastiche bandite dalla direttiva consiste nel separare le plastiche biodegradabili, che devono necessariamente avere un tasso di materia prima rinnovabile superiore al 40%, e gli oggetti plastificati, che devono avere un rivestimento inferiore del 10% rispetto al rivestimento del prodotto completo, dai prodotti interamente in plastica come bottiglie o altri oggetti della stessa categoria.

Per quanto riguarda le sanzioni, per chi non rispetterà questa legge, andrà incontro a delle sanzioni con cifre che si aggirano tra i 2.500 e i 25.000 euro.

La plastica inquina l’ambiente

La storia del rapporto tra plastica e uomo non è assolutamente recente ma anzi, è da più di cento anni che l’uomo usufruisce della plastica per vari motivi e funzioni, e ovviamente ci sono state anche molte figure essenziali per lo sviluppo di questo materiale, tra cui un chimico italiano, ovvero Giulio Natta, che nel 1963 vinse il Nobel per la chimica grazie alla sintesi di una sostanza chiamata polipropilene isotattico che ha rivoluzionato la vita delle persone di quel tempo, infatti il polipropilene è stato fondamentale per la creazione di oggetti in plastica che potevano sostituire altri materiali grazie alla loro resistenza e durabilità.

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