Tramonti…

Giovanna Vannini
Da 1000 a 4000 battute spazi inclusi
2 min readApr 15, 2014

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C’è sempre un “terzo” quando una coppia vacilla, va in collisione, sfilaccia la tela intessuta. Non per forza deve essere un altro uomo o un’altra donna. Ma quel terzo elemento fa la differenza. Se penso a Lui penso prima al tramonto, a suoi colori accessi che sfumano in sera, che ti fanno fermare ad osservarli ogni volta perchè ogni volta mutano. Lui non è che un mezzo per porre la mia attenzione su quei tramonti troppo spesso ignorati. Se davvero mi fermassi con Lui, se davvero riprendessi la vita da dove Lui me la riconsegna, forse mi perderei la magia dei tramonti. La mia vita è stata quello che ho saputo o non saputo costruire, ed Andrea era ed è quello che sapevo che fosse. Non posso incolparlo di non darmi ciò che cerco, non ha mai avuto la pretesa di darmelo. Ci siamo condotti l’un l’altro senza accorgersene, ci siamo lasciati condurre senza farci troppe domande; andava bene così, ci bastava. A lui basta ancora, a me no. Ecco, qui sta la differenza. Io mi fermo ad osservare il tramontare del giorno, il sole che sparisce dietro l’orizzonte, che di se fa perdere le tracce. Domani sarà nuovo, sorgerà dallo stesso punto, lascerà la scena medesimo. L’intensità dei colori, è quella che cambia. Basta una nuvola, un alito di vento, una pioggia che ha scrosciato un attimo prima, perché l’impatto visivo muti. La differenza tra me Lui e Andrea?…Semplice, con Lui ho condiviso questo impatto, con Andrea l’ho dato per scontato. E’ da questa scontatezza che devo ripartire, perché la tela torni intonsa, perché ci sia storia nuova da raccontarsi ancora.
Lui è un mezzo, i tramonti sono il fine. Il mio, il nostro…

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