Riposte e consigli riguardanti la formazione del Graphic Designer

Danilo De Marco
Danilo De Marco
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7 min readJun 6, 2020

Molti designer che stanno iniziando a intraprendere il proprio percorso formativo mi hanno contattato su Linkedin e Facebook per porgermi domande a riguardo, chiedendomi consigli su dove studiare, che tipo di corsi seguire, se una laurea in Graphic Design faciliti l’entrata nel mondo del lavoro.

Di seguito ho riportato alcune di queste domande, dando per ognuna una risposta che altro non è un mio punto di vista.

Come ti sei formato?

Mi sono diplomato come perito informatico nel 2008 e durante il quinto anno di superiori mi sono appassionato alla programmazione Web, questa mia passione ha condizionato tutto il percorso successivo. Preso il diploma mi iscrissi all’Accademia di Belle Arti di Catania spinto da un unico fattore, ovvero che il piano di studi prevedeva nell’ultimo anno del triennio il corso di Web Design. Sono stato sempre una creativo, fin da piccolo, amavo disegnare, costruire con qualsiasi materiale avessi fra le mani e il destino volle che intrapresi un percorso che mi ha portato oggi ad essere un designer. Mi iscrissi al corso sperimentale di Arti Tecnologiche che venne avviato proprio quell’anno. Il triennio proseguì in modo semplice, senza grandi note, il corso di laurea prevedeva numerose discipline che spaziavano dalla grafica, al 3D, dalla fotografia, alla realizzazione e montaggio di video, insomma un calderone di discipline che nel bene e nel male tracciarono la mia strada verso la grafica. Non ho tanti ricordi del triennio, forse perché non seppi godermelo al pieno, se no l’ultimo anno quando finalmente riuscì a seguire il corso di Web design. Fu alla fine di quell’anno che conobbi un amico, che insegnava in accademia in un altro corso di laurea, quello di grafica. Ci siamo conosciuti per caso, cercava qualcuno che sapesse programmare in PHP per poter realizzare il nuovo sito dell’Accademia, mise su un team formato da me e altri due colleghi provenienti dal corso di grafica. Lavorammo interrottamente per tre/quattro mesi per poter finire il sito. Presto quell’amico accese in me la passione della grafica e divenne in breve tempo un mentore da cui imparai le basi del design. Fu lui a convincermi nel proseguire gli studi iscrivendomi al biennio in Grafica Editoriale, ed è li che oltre ad essere amico e mentore, divenne anche mio insegnante. Quei due anni furono tra i più belli della mia vita, conobbi persone fantastiche, amici fraterni e in me si accese un amore per la grafica che mi fece divorare libri su libri, dandomi occasione di sperimentare in ambito grafico, appresi le tecniche che ancora oggi utilizzo nel lavoro. Insomma non cambierei nulla di quei due anni e li ricorderò sempre con grande affetto e nostalgia.

Avere una laurea mi garantisce un lavoro in grafica?
Siamo realisti, nessuna università ti garantisce un lavoro, nel caso del design nessuna ti garantisce di diventare un bravo progettista. Ho conosciuto bravissimi designer che si sono formati come autodidatti, di controparte ho conosciuto pessimi designer con in mano una laurea conseguita con il massimo dei voti.

Conviene studiare grafica all’università?
Se puntate all’insegnamento, molto in voga ultimamente a quanto pare, allora l’università (3 anni + 2) è d’obbligo, se punti a essere un designer operativo sul campo, allora puoi anche non intraprendere il percorso universitario, ma dovrai essere un bravo autodidatta. Se entri ad esempio in un’Accademia di Belle Arti che prevede al suo interno un corso universitario/accademico di grafica dovrai essere fortunato nell’incontrare qualcuno che ti sappia non solo insegnare la storia e la teoria, ma che ti sappia trasmettere la passione e credetemi a volte basta anche un solo insegnante.

Sappiate una cosa però, tutto dipenderà dall’approccio che avrete durante la vostra formazione. Se siete li solo per prendere un foglio di carta con sopra un voto non diventerete mai dei bravi designer, se sfrutterete invece il tempo a disposizione per sperimentare ad ogni esame che affronterete, cercando d’imparare il più possibile dai successi e dai fallimenti, sarete sulla buona strada. Ricordatevi che qualsiasi insegnante incontrerete, se bravo, vi darà un’ottima base di partenza, vi farà conoscere il suo metodo progettuale, ma dovrete essere voi a saperne sviluppare uno vostro, perché il rischio è quello di diventare una brutta copia di quell’insegnante e ogni volta che realizzerete qualcosa tutti se ne renderanno conto.

Che ambiente c’è solitamente in Accademia?
Rispondo citando uno dei miei cantanti preferiti:

Tutti amici, ma pochi veri.

Il triennio l’ho frequentato insieme a dei miei migliori amici d’infanzia, al biennio ho conosciuto un collega che è diventato un amico più che fraterno. Sei siete fortunati incontrerete anche voi qualcuno che rimarrà vostro amico dopo gli studi, per il resto sappiate che l’invidia è sempre dietro l’angolo. Quasi sicuramente ne vedrete tante tra favoritismi, furbi, lecchini, scalatrici sociali e ladri di progetti, ma alla fine tutto questo è un anticipo di quello che è la vita fuori. Ricordatevi che usciti da quelle quattro mura sarà un Hunger Game, i gruppi di “amici” creati all’università continueranno a spallarsi tra di loro, proprio come avveniva prima e solo i migliori avranno la possibilità di affermarsi. Fate la vostra strada, se parlano male di voi meglio perché significa che state facendo bene, ma soprattutto godetevi quei pochi anni al meglio, senza badare troppo alle voci di corridoio.

Quanto pesa la laurea in grafica ai fini di trovare un lavoro?
Poco, nel nostro studio se dobbiamo assumere qualcuno guardiamo il CV, ma soprattutto il portfolio. Non per forza bisogna avere un proprio Sito Web, basta un profilo Behance e/o Dribbble accompagnati da un portfolio in PDF. Nel 2020 se cerchi lavoro come designer, avere un profilo Behance ben curato vale più di una o due lauree con 110 e lode. Infine conterà tanto il colloquio finale, il fattore umano è fondamentale e non da sottovalutare.

Ho lavorato per pochi clienti, come faccio a crearmi un portfolio?
Se sei all’inizio non per forza devi avere lavori commissionati da un cliente. Il tuo portfolio può contenere lavori fatti per gli esami universitari o progetti personali.

Quanto conta saper lavorare in gruppo?
Molto, sopratutto se entri all’interno di agenzie con grandi team, ma ricordatevi che un designer è anche un individualista, chi dice il contrario ha paura di mettersi in gioco da solo. È importante che abbiate delle vostre opinioni, fate di tutto per emergere, in agenzia siate sempre positivi, aiutate gli altri e abbiate la capacità di risolvere problemi. In tal senso l’ambito universitario ti prepara e ti aiuta a lavorare in gruppo e ad avere uno scambio di opinioni con il prossimo.

Quanto è importante leggere libri di grafica per la formazione?
Abbastanza, ma non limitatevi alla sola grafica, leggete tanto, fatevi una vostra cultura, perché leggere apre la mente e vi da molta più forza creativa. Attenti solo a non prendere ciò che è scritto nei libri come verità assoluta, molti libri di grafica che leggerete, per quanto belli e importanti, parlano di un’epoca lontana, di un modo di fare design non più coerente con il presente. Quindi mantenete la vostra criticità e se avete dubbi cercate di leggere un libro scritto da qualcuno che la pensa diversamente. Se ad esempio avete letto un libro che parla di Grafica Svizzera, subito dopo leggetene uno che parli di Free Graphic, fatelo senza pregiudizio, perché tutti gli ambiti della grafica sono importanti .

Ho visto che nei tuoi lavori c’è molta cura nella tipografia, ma io sono molto più vicino all’illustrazione, parto svantaggiato?
Nei miei lavori do molto spazio alla tipografia perché ho una sensibilità maggiore verso quell’aspetto della grafica, ma nessuno stile è migliore dell’altro. Sviluppate il vostro metodo progettuale tenendo conto di quella che è la vostra vocazione principale, ma imparate anche a lavorare su altri ambiti, uscire dalla propria area di comfort può farvi solo bene.

Meglio studiare al nord o posso rimanere al sud?
Ogni cosa ha i suoi pro e i suoi contro. Al nord trovi molte scuole qualificate di grafica e comunicazione, molte di esse hanno contatti che ti permettono di fare stage retribuiti una volta finiti gli studi. Spesso però queste scuole hanno costi esorbitanti e non tutti possono permettersele. Potete trarre il meglio anche studiando al sud, dipende sempre dal vostro approccio e dall’ambizione. Finiti gli studi il mio consiglio, se siete rimasti nella vostra terra natia, è di fare esperienza anche solo di un anno fuori, meglio se all’estero, in modo da maturare e prendere consapevolezza di voi stessi.

Ho letto di associazioni di grafica aperte a gli studenti, conviene farne parte?
Difficile dare una risposta che non sia di parte, sono profondamente contrario a certe associazioni. Se vivi al nord puoi avere qualche vantaggio, tipo sconti sui libri o su le mostre convenzionate, se sei al sud sei completamente dimenticato. Posso dire che molti dei grafici bravi che ho conosciuto e con cui ho lavorato non hanno mai fatto parte di queste associazioni, anzi quasi sempre erano contrari come me, altri completamente indifferenti. Purtroppo alcune di queste associazioni mettono lo zampino ovunque, con la scusa di salvaguardare la qualità, ma è tutta politica che paradossalmente ha poco a che fare con i giovani. Quindi è una scelta individuale, se ne fai parte o meno di certo non ti cambia la vita.

Quali sono i designer che più hanno influenzato la tua formazione e quindi il tuo lavoro?
Albe Steiner, Bruno Munari, Max Huber, Bob Noorda, Massimo Vignelli, Bruno Monguzzi, Herb Lubalin.

Quali sono i 10 libri che reputi fondamentali per la formazione di un grafico?

  1. Fantasia — Bruno Munari
  2. Da cosa nasce cosa — Bruno Munari

3. Il mestiere del grafico — Albe Steiner

4. How to — Micheal Bierut

5. Design: Vignelli — Massimo Vignelli

6. Beauty — Stefan Sagmeister e Jessica Walsh

7. Storia del design grafico — Daniele Baroni

8. Abecedario del grafico — Michele Spera

9. Segni e Simboli — Adrian Frutiger

10. La forma del libro — Jan Tschichold

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Danilo De Marco
Danilo De Marco

Creative Director in Studio K95 / Type Designer / Graphic Designer / UI Designer — http://www.k95.it