alessandro tonello
darfiato
Published in
4 min readMar 10, 2020

--

Pronti per la seconda annualità.

Il nostro Manifesto compie quasi un anno. L’atmosfera che si respira non è la stessa dell’esordio ma rimane intensa la voglia di essere una boccata d’aria fresca e sana sul racconto dei giovani e del nostro presente.

Grazie alla seconda annualità del Piano territoriale per le politiche giovanili, Giovani: crisi e nuove possibilità. Quando il territorio si attiva per produrre nuovi scenari (dgr 1675/18), finanziato dalla Regione Veneto e sostenuto dal Comitato dei Sindaci/Distretto di Asolo, sta continuando il viaggio che ci permette di incrociare vite e conoscere bisogni e storie della nostra comunità.

Darfiato nasce per dare voce, dare sostanza, stimolare. E trasferire ciò che osserviamo perché possa diventare patrimonio comune e narrazione collettiva.

Chi continua a scrivere è l’equipe di educatori della Cooperativa La Esse che si occupa dell’implementazione del Progetto citato sopra. Siamo in 8, divisi in 3 gruppi di lavoro per le azioni progettuali (che per continuità hanno mantenuto lo stesso titolo della prima annualità): AziendAperta XL, GetUp, Labò.

Quello che continuiamo a fare, da Manifesto, è vivere da vicino alcuni temi centrali della nostra attualità: “i giovani e i loro sogni per il futuro, la difficoltà e la bellezza di orientare il proprio percorso di vita, il cambiamento continuo del mercato del lavoro, la comparsa di nuove competenze e di nuovi settori professionali o formativi, la centralità delle relazioni virtuose nelle transizioni di vita delle persone, giovani e meno giovani, la centralità dell’educazione in questo processo”. E lo raccontiamo “un po’ per depositare il bagaglio che ci portiamo sulle spalle e pensarci su, un po’ per metterlo a disposizione di tutti, abbiamo pensato di creare uno spazio di scrittura e riflessione che non ha le pretese di un canale accademico ma piuttosto l’ambizione di rimanere vicino alla realtà e consegnare punti di vista molto diretti e immediati”.

In fondo, la politica, la società, le comunità che non conoscono o non sono in relazione con i propri giovani, rischiano di non poter immaginare mai il proprio futuro e di cristallizzarsi nel passato.

“Nei periodi di grande cambiamento quelli che stanno imparando ereditano la Terra, mentre quelli che già sanno si trovano perfettamente equipaggiati per affrontare un mondo che non esiste più” (Eric Hoffer)

Per la seconda annualità siamo partiti da un assunto, che rubo ad Annibale D’Elia, uno che le politiche giovanili le padroneggia da più di vent’anni:

“ha senso parlare dei giovani o come problema o come risorsa? In realtà i giovani sarebbero da considerare come l’unica speranza. C’è bisogno di nuovi punti di vista, di qualcuno che guardi ai problemi che abbiamo con uno sguardo nuovo. Non possiamo immaginarci che l’innovazione siano quelli di prima, sempre loro, che fanno cose nuove. Per far succedere cose nuove, servono persone nuove.”

E abbiamo quindi cercato di determinare questo orizzonte attraverso tre direttrici operative e di senso. Ci aiuteranno a caratterizzare innovative traiettorie programmatiche. Perché il Progetto genera un programma, ovvero un insieme di molte azioni, ognuna con diversi destinatari e diverse modalità di accesso. Questo ci permette di essere flessibili ma di tenere anche una linea di continuità del tempo.

Eccole. Le parole guida per le tre aree progettuali:

1. Disallineamento: inteso come la distanza tra chi offre e chi domanda, soprattutto nel mercato del lavoro. Cercheremo di riallineare i giovani, rendendoli più consapevoli del loro valore e mettendoli in relazione con chi guida le aziende del territorio. Partiremo dai giovani, per andare ad aprire insieme le aziende.- aziendaperta xl.

2. Fragilità: intesa come la fatica di passare dalle medie alle superiori. Faremo gli educatori e lavoreremo nelle Scuole per rendere meno tortuosi i percorsi scolastici dei giovani che affrontano il biennio, per prevenire la dispersione o più in generale il disagio degli studenti.- getup, io a scuola (non) ci vado.

3. Proattività: intesa come capacità di esserci e contare, oltre l’attivazione. Proveremo ad alzare l’asticella. Abbiamo dato stimoli e raccolto l’attivazione dei giovani nei territori. Ora vogliamo metterli in moto, perché la partecipazione giovanile diventi protagonismo (non semplice rappresentanza o utente finale).-labò, creatività in corso.

Partecipare alle azioni deve significare sentirsi abilitati a prendere parte alla costruzione del mondo che abbiamo intorno.

Dato che Darfiato testimonierà quanto accade, fin d’ora ci piacerebbe aprire un dialogo con chi ci legge. Fateci sapere cosa ne pensate e segnalateci quello che vi va. Intanto, non ci resta che raccontare quanto sia importante considerare i giovani anche cittadini costruttori, non semplici consumatori.

Benvenuti su Darfiato.

--

--

alessandro tonello
darfiato
Editor for

Coordinatore di progetti dedicati alle politiche giovanili e alle politiche attive del lavoro.