Le Due Competenze Fondamentali

Con queste le persone non sarebbero così insicure, infelici e insoddisfatte.

Dario Vignali
Dario Vignali.

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Vi dico una cosa.

Sono sempre rimasto stupito dalla capacità del sistema scolastico (universitario e non) di ignorare quelle che ritengo due discipline fondamentali.

Di cosa sto parlando?

  1. Di come sia possibile vivere bene e perseguire la felicità.
  2. Di come sia possibile fare business.

Cavolo.

Se fin da ragazzini avessero fatto crescere in noi strumenti come l’empatia, la meditazione e la compassione oggi le persone non sarebbero così insicure, infelici e insoddisfatte.

A tal proposito una bellissima frase del Dalai Lama:

“Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell’Occidente è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute.

Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente, né il futuro.

Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto.”

Se fin da ragazzi ci avessero insegnato come funziona “il denaro”, come si approccia un business, come si identifica una domanda di mercato, oggi non saremmo tutti così fessi a prendere le decisioni professionali che ci riguardano.

Vedo migliaia di giovani scegliere un corso di laurea piuttosto che un altro così, a casaccio.

Magari perché non comprendono le proprie passioni, le proprie soft-skill o le proprie competenze.

Oppure semplicemente perché vengono spinti dagli amici, dai parenti o dalle persone vicine a fare una scelta piuttosto che un’altra.

Ci sono addirittura volte in cui i ragazzi sanno cosa vorrebbero fare, ma scelgono tutt’altra strada per la mancanza di autostima o per la scarsa fiducia datagli dai loro cari.

Vedo questi ragazzi fare ciò che fanno tutti, ottenendo gli stessi scarsi risultati e schiantandosi contro il muro di un mercato lavorativo vecchio e arretrato.

Se solo ci insegnassero a guardare, dico io!

Sì, se c’è una delle più grandi capacità che penso di aver acquisito nella mia vita è stata quella di imparare a guardare altrove.

Non guardo dove c’è la crisi, guardo altrove.

Quando mi viene chiesto perché non guardo i telegiornali, perché non mi informo su questa crisi, perché vivo nel mio mondo, rispondo sempre con le stesse parole:

“Perché nel mio mondo non c’è crisi”.

Quando guardo alle persone che frequento, ai modelli che seguo, ai mercati che mi interessano non c’è crisi, c’è crescita.

Facile guardare i telegiornali, lamentarsi della crisi e continuare a fare ciò che fanno tutti, cioè niente.

Vedo imprenditori tirare i pugni contro il muro, additare la crisi, sfogarsi sui propri cari.

Troppo spesso questi stessi imprenditori sono coloro che non sanno più guardare altrove.

Sono coloro che non vedono e non seguono il cambiamento e che, soprattutto, non fanno niente per cambiare.

Le cose cambiano, il mondo cambia, il business cambia.

Se ci aspettiamo che ciò che funzionava vent’anni fa funzioni ancora oggi, senza cambiare niente di ciò che facciamo, è solo colpa nostra.

Nella vita, molto spesso, in qualche modo, è sempre colpa nostra.

Se l’università non ci aiuta, se il paese non ci aiuta, se le persone a noi care non ci aiutano, spetta a noi il compito di cambiare le cose.

Cambiare le nostre cose.

Un abbraccio,

Dario

E tu? Hai queste due competenze?

Fammi sapere nei commenti che impatto hanno avuto nella tua vita :)

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Dario Vignali
Dario Vignali.

Entrepreneur & traveler, CEO of Marketers, Forbes under30, CondeNast Talent. https://vigna.li/join-dario