Cibus valorizza la cucina di pesce “all’italiana”

Cibus Talks
Davide Bernieri
Published in
3 min readMar 18, 2016

Un patrimonio di ricette ittiche regionali enorme ma poco remunerato:
le prospettive dell’acquacoltura nazionale e le opportunità delle aziende italiane in mostra nello spazio seafood della fiera parmense.

Crescono i consumi di prodotti ittici in Italia: nel 2015 le vendite a valore hanno fatto registrare un +5% medio rispetto all’anno precedente. Tuttavia, con i suoi 20 kg pro capite anno, il nostro paese mostra una dinamica di consumo inferiore rispetto ad altri nazioni europee, nonostante i suoi 8.000 chilometri di costa farebbero supporre altrimenti. Per continuare a foraggiare questa dinamica di crescita e, soprattutto, per valorizzare la filiera di produzione nazionale (oggi solo un quarto delle vendite di prodotti ittici riguarda made in Italy), in particolare il pesce cosiddetto “povero”, il pesce azzurro ma non solo, Cibus ospiterà uno spazio tutto dedicato al seafood, nel quale gli attori delle filiera si confronteranno sui temi che animano questo settore e su quali potranno essere le direttrici di sviluppo nel futuro a breve.

Trainano i piatti pronti ittici

“Le vendite di prodotti ittici stanno crescendo — dichiara Gabriele Chiodi, responsabile dello spazio Seafood di Cibus 2016 — trainate dai piatti pronti a base ittica, che conquistano il consumatore d’oggi grazie al contenuto di servizio, a una shelf life più lunga e alla possibilità di portare in tavola piatti a base pesce senza sobbarcarsi lunghe puliture/preparazioni”.

Cibus sarà la vetrina per le aziende italiane che interpretano il piatto pronto ittico sulla base della nostra sensibilità e tradizione regionale in cucina, due plus che possono essere importanti anche in chiave export, mentre gli operatori della produzione e quelli della distribuzione potranno dare vita a una piattaforma di discussione su come la cucina ittica all’italiana potrà veder riconosciute sul mercato le sue caratteristiche peculiari. In Italia sono presenti numerose aziende d’eccellenza che producono conserve, prodotti affumicati, ricettati pronti da cuocere o precotti, lavorando pesci, molluschi e crostacei provenienti dai mari di tutto il mondo, con la sapienza e la tradizionale attenzione ai gusti regionali che rendono unici i nostri prodotti a base di pesce. Avviando un confronto costruttivo tra tutti i player della filiera, i prodotti ittici italiani potranno penetrare sui mercati esteri con più incisività migliorando le performance in termini di fatturato e redditività.

Acquacoltura da valorizzare

“Inoltre -conclude Chiodi- consumi di pesce e molluschi freschi, congelati, affumicati e conservati sono in forte crescita poichè rispondenti a bisogni di salubrità e praticità che altri alimenti proteici, come la carne rossa non sono più in grado di garantire al consumatore. A Cibus uno spazio importante sarà dedicato anche ai prodotti dell’acquacoltura italiana, dalle trote ai branzini, dalle orate agli storioni, presentando case history nazionali di eccellenza, come i branzini di Orbetello o del Cilento o l’originale ed innovativo progetto dei pescatori di Caorle inerente la vongola di mare, recentemente promosso e finanziato dalla Direzione Generale della Pesca”.

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