È la crisi, con i suoi stimoli, a portare il progresso

Davide Giordano
davide.giordano
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3 min readNov 26, 2016

Da quando nel 2008 hanno cominciato a parlarci di crisi abbiamo tutti una scusa. Una scusa per deprimerci, una scusa per dire che non c’è lavoro, una scusa per dire che qualsiasi progetto fallirà prima ancora che venga iniziato.

Me ne sono accordo qualche giorno fa, raccontando agli studenti dell’ITIS Pininfarina di Moncalieri cos’è la manifattura del futuro, quali sono i cambiamenti della digital fabrication e come l’industria 4.0 di cui tutti parlano possa essere in realtà la rivoluzione giusta per noi.

Ero con Edoardo Calia e Massimo Temporelli, vi dirò la verità, dopo due ore di intervento ci è sembrato di aver sganciato una bomba nell’auditorium. Studenti con un’energia nuova, con la consapevolezza che il loro futuro non è vittima di una crisi, ma é completamente in mano a loro.

La colpa non è solo nostra, ma probabilmente anche dei media che ci hanno abituato a questo sentimento generale di insofferenza, con servizi e notizie dai toni spesso non troppo rosei.

Yes, we can!

Eppure pensiamo a Barack Obama, che tra qualche mese lascerà l’incarico di Presidente degli Stati Uniti, per dedicarsi con molte probabilità all’innovazione. Nel 2008, anno della sua elezione l’abbiamo conosciuto e amato per il grado di speranza e fiducia che portava, per i suoi discorsi, perché rappresentava dei valori e un’America che tutto sommato non è poi così lontana da noi europei.

Noi l’abbiamo conosciuto così, e a rivedere questo video percepisco ancora l’emozione e il grande entusiasmo di quella che fu non solo una delle più grandi campagne presidenziali, ma anche la prima completamente 2.0, vissuta e narrata sui social media come Twitter, Facebook e YouTube.

Eppure poco dopo è arrivata la crisi, tutto è svanito, Obama è diventato un Presidente pragmatico, ma non per questo ha avuto scuse. Se oggi gli Stati Uniti tornano a crescere, se rispetto a otto anni fa la Silicon Valley é diventata ancora più viva e in grado di generare ancora più posti di lavoro, se situazioni come Cuba o l’Iran si aprono al mondo, lo dobbiamo a una persona che ha saputo cogliere nella difficoltà della crisi globale lo stimolo giusto per percorrere nuove strade.

Un sentimento di rivalsa per i giovani

Torniamo a noi, al popolo dei NEET, persone non impegnate nello studio, né nel lavoro e né nella formazione, ma anche a tutti i ragazzi appena usciti dall’università, o che la stanno per iniziare.

Se avesse ragione Einstein che sosteneva essere la crisi a generare il progresso?

In questo mondo di cambiamenti dopo la crisi anche il lavoro é mutato, nuove professioni si creano:

Data analyst, sviluppatore per il mobile, big data architect, ma anche digital copywriter, e-reputation manager e digital advertiser.

Cambiano le professioni, cambia il modo di fare impresa, le startup sono ormai una realtà che crea lavoro, un pezzo di economia che si muove unicamente su binari digitali e che molte imprese imitano.

Ecco tutti noi dovremmo avere un sentimento di rivalsa pazzesco nei confronti di questa crisi, la voglia di martellare a tutto e tutti la nostra passione, inventare dieci nuovi modi di comunicare e provarli tutti, perché non è il più forte che sopravvive, ma quello che meglio sa adattarsi ai cambiamenti del mondo in cui viviamo!

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Davide Giordano
davide.giordano

Startup & Technology enthusiast | Product Owner @bunq