Design Sprint, piacere mio.

Giovanni Atalmi
designsprinter
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3 min readOct 12, 2018

Circa 2 anni fa ho acquistato d’impulso il libro “Sprint” di Jake Knapp. Ne parlavano tutti, in quanto in questo libro l’autore racconta i segreti della metodologia che lui stesso ha sviluppato in Google, chiamata Design Sprint. Mi incuriosiva molto capire come pensa e, soprattutto, come lavora Google attraverso questo approccio progettuale.

Jake Knapp durante un Design Sprint e il suo libro “Sprint”

Cos’è il Design Sprint?
È una metodologia progettuale utile a risolvere importanti problemi di business, a creare nuovi prodotti o migliorarne di esistenti. Comprime un lavoro potenzialmente lungo mesi in soli 4 giorni. Il risultato è un prototipo in alta fedeltà già testato da utenti reali.

Fast forward ad oggi e quante cose sono cambiate nella mia vita professionale, anche se sono passati solo 2 anni. Oggi faccio parte del team àtrio e mi occupo di strategia digitale e UX/UI design. Da circa un anno stiamo cercando di affinare il nostro approccio iniziale ai progetti di comunicazione digitale. Questa fase noi la chiamiamo Discovery. È la fase in cui ci immergiamo completamente nell’azienda del nostro interlocutore, ne studiamo i prodotti o servizi, comprendiamo i processi di vendita e conosciamo il loro target. Insieme capiamo come poter sfruttare la comunicazione digitale per aiutarli a raggiungere gli obiettivi prefissati. E spesso quello che ne esce va oltre la richiesta iniziale del cliente di “rifare il sito web”. Questa fase per noi è tanto fondamentale quanto impegnativa, ed ha un valore enorme per il progetto. Spesso però facciamo fatica a far comprendere al nostro interlocutore l’importanza di questo processo. Solamente alla fine di questa prima fase si rendono conto del suo valore e abbracciano definitivamente il metodo (e a volte abbracciano fisicamente anche noi, giuro è successo!). Da qualche tempo ci stiamo interrogando, quindi, su come riuscire a trasmettere al meglio il valore progettuale di questa fase, oltre al suo valore economico.

Io a lavoro in àtrio

Poi, un giorno, mi sono imbattuto in loro, AJ&Smart, agenzia di Berlino specializzata in Design Sprint. Grazie anche alla loro stretta collaborazione con Jake Knapp (autore del libro Sprint di cui sopra), sono diventati una delle più affermate realtà specializzate in Design Sprint a livello internazionale. Tant’è che vengono chiamati a lavorare in tutto il mondo portando il loro metodo (che hanno affinato rispetto alla versione di Google) e la loro esperienza nelle più grandi aziende digitali e non, come AirBnB, Uber, Slack, Bose, Netflix, Lego, e molte altre.

Non abbiamo fatto altro che unire i puntini. Da un lato l’esigenza di standardizzare il nostro metodo di lavoro e renderlo più digeribile per il cliente. Dall’altra l’esperienza condivisa da agenzie come AJ&Smart, che hanno fatto propria questa metodologia progettuale e trasformato il loro business in modo esponenziale.
Abbiamo quindi iniziato un processo di integrazione del Design Sprint nella nostra metodologia di lavoro adattandolo alla realtà lavorativa in cui ci muoviamo e alle (cattive) abitudini del mercato italiano.

La cosa bella è che attorno al Design Sprint ruota una comunità molto attiva e generosa che condivide apertamente conoscenze ed esperienze, ed è proprio per questo che da oggi comincerò anch’io a contribuire a questo movimento, documentando il mio percorso nel mondo del Design Sprint attraverso articoli come questo e aggiornamenti più frequenti su Instagram.

A presto.

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Giovanni Atalmi
designsprinter

digital strategist and designer • design sprint facilitator and trainer • italy / treviso