parte 8

Rossana de Michele
designyourlife stories
4 min readSep 6, 2015

Le confessioni di una “giovane” startupper: Business Card

illustrazione di Ciro Rebuzzini

Noi 5 socie più Ciro, siamo una startup innovativa in Italia

Da domani avremo un biglietto da visita, con nome cognome e mansione, il logo di designyourlife, l’indirizzo e-mail e il numero di telefono. “Un biglietto da visita come tutti gli altri” starete sicuramente pensando. Si, niente di innovativo o di particolarmente originale, anche le start up più all’avanguardia in campo digitale si scambiano rettangoli di cartoncino stampato all’occorrenza, esattamente come facevano i nostri avi 50 o 60 anni fa. Questa consuetudine tarda a lasciarsi sostituire dal passaggio del dato da un supporto tecnologico all’altro per non si sa bene quale motivo, quello che è certo è che il livello di resistenza culturale è tale sia in occidente che nei paesi asiatici da aver prodotto una fioritura colorata e abbondante di stamperie online che se necessiti di qualcosa di opaco e che abbia l’aria meno losca di quello che può darti il distributore automatico della Stazione Centrale, pagando il giusto sono in grado di catapultarti la tua identità di neo imprenditore direttamente sul tavolo della cucina in meno di due ore.

A cosa serve una business card? Per un certo periodo noi 5 socie più Ciro non abbiamo sentito l’esigenza di possederne una, limitandoci ad appuntare su foglietti volanti il numero per distribuirlo nel corso di incontri e riunioni, o più pragmaticamente a fare squillini cortesi ai presenti per lasciare traccia della nostra esistenza e un contatto. Ma non è comodo, e poi tutti, anche quelli all’apparenza meno formali, ci hanno sempre consegnato al termine dei meeting il loro rettangolino segnapersona, così in previsione di una riunione importante Sibilla ha preso in mano la situazione e con l’aiuto della Manu R ha provveduto a trasformarci da startupper destrutturate a startupper tracciabili.

“Adesso quando un fornitore mi chiederà la partita iva per la fattura potrò dare il biglietto” conviene Ciro mentre disegna alla lavagna un programmino per l’apertura degli armadietti del Coworking di Copernico con l’utilizzo del telefonino. “E soprattutto avranno un numero di telefono da chiamare per informarsi di pagamenti o altre faccende amministrative” continua senza smettere di scrivere. “Noi non abbiamo un amministrazione Ciro, e tantomeno un numero di telefono da dare, il biglietto da visita serve per fornire l’e-mail e far ricordare al nostro interlocutore della nostra esistenza almeno per 5 minuti. Se è una persona molto seria lo archivierà nell’apposito raccoglitore dove nessuno andrà mai più a consultarlo, se è una persona normale come noi lo metterà sulla scrivania dove finirà per mimetizzarsi tra altre decine di rettangoli con colori pastello, vecchi numeri di Wired e Millionaire, scatole di cicche vuote e le monetine per il caffè, e forse gli tornerà tra le mani casualmente proprio quando gli saranno avanzati 100.000 euro che non sa dove mettere, se è come quelli con cui ho lavorato l’anno scorso verrà fatto in piccoli pezzi ed utilizzato come filtro in associazione con le cartine lunghe a bassa combustione…”, replico io, “quindi facciamolo di dimensioni adeguate se vogliamo che chi lo riceve possa utilizzarlo con facilità, sempre di User Experience si tratta” conclude lui.

“Cosa vuoi che scriviamo sul tuo?” chiediamo a Veronica che è rimasta indietro perchè è alle prese con l’upload di un application che ti da accesso a un programma di superaccellerazione saltando tutte le fasi di ammissione previste (?). “Che ruoli sono avanzati?” Domanda. “Io sono avvocato ma se lo scriviamo sopra senza giri di parole tutti pensano subito al fatto che rompo moltissimo, e poi mi piacerebbe utilizzare finalmente il titolo che mi sono conquistata con il master, potremmo scrivere Legal & Marketing?”. “No”, le risponde Sibilla, “Legal & Marketing non funziona, ti scriverò Marketing & Legal…”.

Rileggendo il documento d’ordine nel PC di Sibilla prima che completi la procedura con il pagamento capisco perchè tutti quelli che fanno start up, e in generale chi è imprenditore di se stesso, continuano a preferire lo scambio dei cartoncini all’invio del biglietto da visita elettronico. Adesso possiamo leggere la nostra identità lavorativa scritta in Arial tenendola tra le mani, ed anche se è la sctessa di prima ci pare più vera. Nell’esigenza di autarchia tipica di ogni start up copriamo tutti i ruoli, da CEO a SALES, almeno due a testa a partire dalle competenze e dall’esperienza acquisita con gli studi e le precedenti esperienze lavorative di ciascuna. Ed è bello e gratificante sapere che i tuoi sforzi non sono andati vani e che il tuo percorso ha imboccato una strada difficile e impervia in cui però ti si riconosce quello che meriti. Tanta responsabilità certamente, ma un ruolo che la prevede al contrario di altre volte, in cui a fronte di un titolo lavoravo come tanti ti toccava faticare perlomeno anche per tre imboscati e decidere per tutti quelli che non avevano nessuna voglia di prendersi le proprie responsabilità.

Saremo CEO & FOUNDER, DEVELOPMENT & CONTENT, SOCIAL MEDIA MARKETING & LEGAL, DESIGN & VISUAL, MARKETING & SALE, BUSINESS & PRODUCTION, saremo questo e molto di più, fino in fondo e senza paura, perchè nel nostro mondo non è chi è più bravo a nascondersi e a mimetizzarsi che vince, ma chi sta in prima linea con la sua business card in una mano e il VALORE che è capace di creare nell’altra.

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