Le greenway come strumento di sviluppo territoriale sostenibile e inclusivo

Destination Makers
Destination Mag
Published in
8 min readSep 28, 2021

Scritto da Giada Abbiati| Destination Makers

L’Irlanda abbraccia l’outdoor attraverso le greenways. Così Travel Weekly pone l’accento in un suo articolo su un interessante strumento di sviluppo turistico e territoriale: le greenways.

Cosa sono le greenways? Secondo l’articolo 1 dello statuto dell’Associazione Italiana Greenways Onlus, possono essere interpretate “come un sistema di territori lineari tra loro connessi che sono protetti, gestiti e sviluppati in modo da ottenere benefici di tipo ricreativo, ecologico e storico-culturale”. Da un punto di vista della mobilità, le greenways si distinguono per una fruizione non motorizzata, lenta, che unisce tra loro comunità locali, risorse territoriali, centri urbani.

L’obiettivo di queste “vie verdi” è dunque intuibile: realizzare percorsi e strutture di servizio attraverso il recupero di infrastrutture e strutture esistenti, come sentieri, strade storiche e rurali, alzaie, linee ferroviarie dismesse.

I trend degli ultimi anni, che si sono mantenuti costanti persino nell’anno 2020, parlano chiaro: sostenibilità e lentezza la fanno da padrone guidando flussi sempre più consistenti e consapevoli verso nuovi approcci al turismo e alla valorizzazione territoriale.

Le Greenways, per conformazione, si inseriscono in questa direttrice di sviluppo sostenibile che oggi vede anche una maggiore attenzione da parte delle istituzioni e dei piani di ripartenza e pianificazione dopo l’emergenza Coronavirus. Da Milano con il nuovo piano di mobilità sostenibile a Madrid con un piano per la sostenibilità cittadina, è innegabile che tra gli strumenti per questo nuovo tipo di sviluppo dei territori e delle destinazioni si annoverano anche le greenways.

In quanto opere che si inseriscono in un design di destinazione, occorre comprendere a chi si rivolgono e come possono articolarsi.

In bici sulle greenways: alcuni numeri e considerazioni sul cicloturismo

È innegabile che il maggiore fruitore delle greenways sia il cicloturista. Le vie verdi si rivolgono infatti alla mobilità dolce e, di solito, vengono realizzate in maniera tale da essere facilmente percorse in bici, con i servizi e le attrazioni del caso lungo il percorso. Con il crescente bisogno di spazi all’aria aperta a causa del Covid-19, il cicloturismo è una delle nicchie di viaggio che ha conosciuto il maggiore incremento in termini di flussi e richieste.

Isnart-Unioncamere e Legambiente nel loro recente studio evidenziano questa curva crescente già nel 2019, quando i pernottamenti dei cicloturisti in Italia si sono attestati a un totale di quasi 55 milioni, pari al 6% del totale delle presenze complessive, generando una spesa di 4,7 miliardi di euro (in gran parte proveniente dai turisti stranieri). Anche gli italiani accrescono questa nicchia, complice anche il viaggio domestico dettato dalle restrizioni: infatti, i pernottamenti degli italiani hanno raggiunto i 20,5 milioni. Secondo queste stime, inoltre, 1,4 milioni sono appassionati e, con il giusto incentivo, se anche i novizi della bicicletta si aggiungessero a questo dato si potrebbe arrivare a quasi 26 milioni di presenze, con una crescita del 26%.

Il cicloturista è però un viaggiatore molto esigente e preparato: chiede infrastrutture dedicate, sicure e segnalate, quindi ciclovie, ciclabili, raccordi e bike lane dedicati. In termini esperienziali, fondamentale è la presenza di centri specializzati in noleggio ed esperienze in bicicletta, guide cicloturistiche, bike hotel, B&B bike-friendly.

Da un punto di vista della provenienza, i cicloturisti sono in prevalenza stranieri, con una spesa media giornaliera più elevata e in cerca esperienze che li facciano immergere nello stile di vita italiano. Gli italiani sono invece più autonomi, ma la riscoperta delle destinazioni italiane grazie ai flussi domestici può essere una leva interessante per avvicinare ulteriormente i flussi nazionali ai servizi dedicati al cicloturismo.

Tuttavia, è bene evidenziare che le greenways non sono monoutente, anzi: sebbene il cicloturista sia il viaggiatore prevalente lungo queste direttrici, le vie verdi si prestano anche a pedoni e viaggiatori con animali (es. cavallo).

Le greenway come strumento di sviluppo sostenibile e inclusivo

Come visto in fase di definizione, le Greenways possono articolarsi in maniera diversa. Sebbene la natura di queste rientri nella tipologia di attività outdoor (quindi legate all’aria aperta), si tratta di percorsi che uniscono anche molteplici elementi legati alla cultura, al folklore e alla storia di un territorio, anche urbano.

La loro versatilità le rende per forza di cose un importante elemento di sviluppo sostenibile e inclusivo, in quanto:

  • favorisce la crescita di una tipologia di turismo più responsabile e attento ai temi ambientali e di supporto alle comunità locali;
  • abbraccia le diverse motivazioni di visita del viaggiatore, declinandosi quindi su target variegati e anche garantendo una fruizione più accessibile di determinati luoghi.

Da un punto di vista contenutistico, infatti, le greenways possono abbracciare diverse branche d’interesse e quindi garantire la creazione di un’offerta diffusa e specializzata che sappia intercettare le nicchie di viaggio rispondendo con precisione alle esigenze dei viaggiatori e aiutando di fatto a contrastare la frammentazione e povertà dell’offerta in località più rurali.

Non va poi dimenticato l’aspetto del benessere sociale del territorio. La costituzione di queste vie verdi, infatti, permette una pianificazione infrastrutturale migliore che, tra le altre cose, incentiva il movimento e la sosta all’aria aperta da parte dei cittadini stessi. Si tratta di importanti questioni soprattutto per i contesti urbani, oggi sempre più spinti a una pianificazione inclusiva e adattiva alle esigenze della comunità locale anche attraverso la costruzione di vie più sostenibili.

Vediamo alcuni esempi di greenways che sono state utilizzate come strumento di sviluppo territoriale.

Ruhrtal Radweg (Germania)

La regione della Ruhr è famosa per l’importante progetto di riconversione industriale che ha interessato l’intera area. All’interno di questa manovra, fin da subito è stata contemplata la creazione di molteplici greenway a uso ciclabile che hanno creato una fitta rete di itinerari tematici all’interno della stessa area, passando dall’outdoor all’architettura industriale fino alla cultura e creatività. La Ruhrtal Radweg è una delle greenway più importanti, che annovera, tra le altre cose, una card dedicata e una serie di tour operator specializzati lungo tutto il percorso. I servizi sono verticalizzati sul cicloturismo, nonché vi sono indicazioni per ciclisti con disabilità.
Questa greenway nella Ruhr tedesca è valorizzata, tra le altre cose, anche attraverso una rete di blogger e influencer.

Fietsen door het water (Belgio)

La famosa ciclabile sull’acqua, nella riserva De Wijers in Belgio, è uno dei più interessanti esempi di creazione di una motivazione di visita all’interno di un’area naturale. Questa greenway altro non è che un particolare “guado” sotto il livello dell’acqua che permette di pedalare con la testa alla stessa altezza della superficie, garantendo un punto di vista unico sui cigni e le anatre che nuotano liberamente tutt’intorno.
L’offerta costruita attorno a questo percorso è varia e viene segnalata tramite articoli accattivanti all’interno del sito web della destinazione Limburg.

Greenway Voghera-Varzi

Esempio nazionale appena inaugurato, la greenway Voghera-Varzi (in provincia di Pavia) è frutto del recupero della vecchia ferrovia che collegava i due poli dell’Oltrepo Pavese. L’intervento è stato portato avanti dalla Provincia di Pavia, che insieme alla creazione di un’infrastruttura che valorizza la propensione al turismo slow delle colline dell’Oltrepo ha avviato, di concerto con Pavia Acque, anche la costruzione di un nuovo acquedotto per sopperire alla siccità di cui soffrono le zone lungo la ciclovia. In questo caso, quindi, non solo è stato costruito un nuovo attrattore, per comunità locale e turisti, ma è stato attivato anche un importante intervento adattivo che risponda ai bisogni idrici del territorio.

San Candido — Lienz (Italia e Austria)

Uno degli esempi transfrontalieri più famosi e ben concepiti a livello europeo. A San Candido, punto di partenza ideale, c’è un centro servizi ben sviluppato con noleggio e assistenza bike, bar, shop e ristorante. Lungo la ciclabile ci sono varie aree di sosta e dei punti di ristoro, alcuni stile chiosco ed altri più grandi (come ristoranti e gasthof).
Interessante la cartellonistica, che oltre a segnalare le direzioni indica anche le norme di comportamento e i numeri utili in caso di necessità, cavalcando la sempre più sentita necessità da parte delle destinazioni di educare il visitatore.
Fiore all’occhiello è inoltre la collaborazione e organizzazione transfrontaliera, che conosce il suo apice a Lienz, dove si trova un deposito bike a cui basta mostrare la ricevuta del noleggio per poter depositare la bici.

Takeaways: un nuovo prodotto di riconversione

Le Greenways si confermano insomma un’attrattiva di rilievo all’interno del design della destinazione e, in generale, della pianificazione territoriale. Come si può trarre il massimo da queste direttrici di benessere territoriale e fruizione turistica?

  • Prevedi all’interno del piano investimenti la loro realizzazione, attraverso una mappatura delle infrastrutture recuperabili.
  • Non creare nuove strutture, riconverti quelle esistenti: oltre a limitare il consumo di suolo, avrai dalla tua parte la rilevanza storico-culturale per il territorio.
  • Individua le necessità territoriali e rendi le greenway una risposta ai bisogni di mobilità sicura e sostenibile, collegamento, miglioramento infrastrutturale, rispetto del paesaggio.
  • Seleziona le tematiche dell’offerta e costruisci prodotti che rispondano alle esigenze delle nicchie di mercato di riferimento. Organizza un percorso di sviluppo di offerte insieme ai tuoi operatori per inquadrare i mercati di riferimento e costruire servizi ed esperienze di valore per il visitatore.

Noi di Destination Makers per rispondere a queste esigenze abbiamo sviluppato il format Experience Lab, in cui accompagniamo le destinazioni nella costruzione di offerte in linea con i trend di mercato. Contattaci!

  • Esplora i comportamenti del mercato di riferimento e sviluppa un piano di promo-commercializzazione adeguato per: canali, offerte, metodo di prenotazione, customer journey. Ricorda che la tecnologia mobile first e la creazione di contenuti rimangono i principali punti di riferimento da tenere a mente per questi piani. Accompagna gli operatori anche nella definizione di queste direttrici promozionali e di vendita.
  • Incentiva la creazione di contenuti: sono quest’ultimi a guidare soprattutto la scelta dei visitatori oggi. Eventi e collaborazioni rimangono due dei principali veicoli di contenuti interessanti.

Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere notizie dalle destinazioni che credono nel cambiamento possibile, consigli utili per destination manager, link interessanti e molto altro!

https://rebrand.ly/DestinationNews

--

--

Destination Makers
Destination Mag

Società di consulenza boutique impegnata nella valorizzazione e nel marketing delle destinazioni attraverso percorsi condivisi, che generino un impatto reale.