Ritorno al futuro: 5 megatrend di viaggio post-Covid per i prossimi anni

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7 min readJul 23, 2021

Scritto da Giada Abbiati | Destination Makers

Dall’inizio della pandemia questa domanda è stata il fulcro centrale delle riflessioni sul mercato travel e delle predizioni circa i nuovi comportamenti dei viaggiatori a seguito di questo evento che ha cambiato il turismo per come lo abbiamo sempre conosciuto.

Guardando i trend attuali, sia dalla recente piattaforma Destination Insights di Google che analizzando i dati registrati dai più grandi portali turistici come TripAdvisor e Booking.com, possiamo dire che la situazione si sta riprendendo con pattern di comportamento molto simili al pre-pandemia, ma all’interno dei quali oggi giocano importanti elementi da considerare per proiettarsi realmente al futuro.

I comportamenti in sé non sono sufficienti per comprendere l’andamento del mercato, se non si analizzano più nello specifico le motivazioni che vi sono dietro e i fattori che giocoforza premono sui viaggiatori per spingerli a compiere determinate scelte.

Cosa attendersi, dunque, dai megatrend di viaggio?

Immaginare il futuro del viaggio, affondando le radici nel presente

Come già ampiamente discusso in precedenti articoli, la pandemia ha solamente accelerato una serie di fenomeni di viaggio e mercato già in corso. Per gettare un occhio critico al futuro che ci attende e ai trend che lo caratterizzeranno maggiormente, è dunque necessario rifarsi prima di tutto al presente.

Ciò che sta accadendo ora si potrebbe definire, in un certo senso, ancora in una prima forma embrionale. I viaggiatori, se da un lato sono stati costretti a modificare i propri comportamenti, dall’altro sono diventati più consapevoli dell’importanza che il viaggio ricopre all’interno del loro tessuto personale e societario e li ha costretti a ripensare, a propria volta, una serie di elementi e abitudini che prima davano per scontati.

Tale consapevolezza, però, non è ancora sviluppata nella sua totalità e questo fa sì che vi sia ancora un ampio margine di sviluppo dei trend di viaggio nei prossimi anni. Il vero punto di svolta non è quindi il “cosa”, ma il “come” e il “perché”: è su queste due dimensioni che occorre lavorare per costruire un’offerta in grado di fare leva sulle motivazioni di visita dei viaggiatori e sulle modalità attraverso cui vogliono vivere queste vocazioni di viaggio.

Immaginare il futuro del viaggio, dunque, richiede un grande esercizio di comprensione del presente, per individuare:

  • i vuoti da colmare con nuove soluzioni;
  • i bisogni chiari e quelli latenti dei visitatori;
  • il reale valore del viaggio;
  • le potenzialità attrattive delle destinazioni.

5 mega trend di viaggio post-pandemia per i prossimi anni

Noi di Destination Makers studiamo quotidianamente le tendenze di mercato per il settore dei viaggi, seguendone le evoluzioni e intercettando le opportunità reali per il rilancio dei territori in cui lavoriamo.

Di seguito segnaliamo 5 trend di viaggio che secondo noi segneranno il futuro del travel, soprattutto in vista della ripartenza offerta dalle campagne vaccinali in tutto il mondo.

Il tempo di stop ai viaggi non ha soffocato la voglia di esplorare il mondo, l’ha semmai acuita. Il periodo di fermo è infatti stato l’elemento che più ha influenzato l’aumento della consapevolezza verso il ruolo del viaggio nelle nostre vite. I viaggiatori stanno pianificando viaggi dall’elevato carico trasformativo, con una precisa “purpose” (lo scopo, la missione) che mira ad arricchire profondamente l’aspetto emotivo e spirituale del visitatore. Se già prima elementi come l’autenticità e il rapporto con le comunità locali giocavano un ruolo centrale nella scelta dei viaggi, oggi questo aspetto si è amplificato: nel prossimo periodo aumenteranno i cosiddetti “viaggi della vita”, caratterizzati dall’esplorazione di luoghi remoti (più probabilmente a lungo raggio), da una maggiore durata, da una spesa consistente e da un’attenzione molto elevata alle esperienze esclusive e a stretto contatto con l’anima territoriale. L’obiettivo è lasciare un impatto positivo sul territorio visitato da un lato e portare a casa un nuovo sguardo sul mondo dall’altro. Così tour operator come Intrepid guardano al futuro realizzando viaggi carbon neutral e che generino un reale ritorno alle economie locali.

I viaggi d’affari sono stati una delle categorie di viaggio che più ha risentito degli effetti della pandemia, soprattutto con la progressiva digitalizzazione non solo degli eventi ma anche dei processi lavorativi. Il business travel non è finito, ma è cambiato e continua a modificarsi. Da un lato assistiamo a una sempre maggiore ibridazione delle modalità di lavoro: il business travel non si limita più quindi al viaggio d’affari classico presso fiere, congressi o meeting, ma estende il proprio senso alla possibilità di lavorare ovunque (work anywhere) in nuove destinazioni. Punto focale su cui Airbnb sta investendo in maniera sostanziale con l’ultima campagna che cerca 12 viaggiatori in tutto il mondo che lavorano da remoto per testimoniare questo nuovo stile di vita. Dall’altra parte, invece, il business travel canonico continua ad esistere, ma modificandosi negli strumenti utilizzati (maggiore digitalizzazione) e nella scelta di specifici momenti di incontro che abbiano come elemento centrale non la formalità ma l’occasione di stare insieme e generare scambi proficui di conoscenze e competenze. Il trend vede crescere anche l’attenzione al benessere del team aziendale e la popolarità di viaggi organizzati specificamente per accrescere il wellbeing dei collaboratori è destinata ad aumentare insieme all’adozione di modalità di lavoro in spazi comuni, sociali e di design.

Il mondo dei viaggi è sempre meno definito e sempre più trasversale: i confini sbiadiscono tra i vari settori e servizi e ogni aspetto della destinazione diventa un potenziale servizio da integrare all’interno dell’esperienza di visita. L’intersettorialità (il turismo che si unisce alla cultura, all’agricoltura, all’artigianato e così via) ha dato vita a un’integrazione tra i vari servizi, che i viaggiatori desiderano avere a portata di mano in un’unica soluzione e senza frizioni. Il risultato è facile da immaginare: i vari attori del mondo dei viaggi si stanno attrezzando per rispondere a queste molteplici richieste. Se da un lato le Online Travel Agencies sono i principali attori dell’integrazione di servizi (con Booking.com che è recentemente entrato nella vendita di tour ed esperienze), dall’altro anche i singoli business possono aggiungere valore alla propria offerta garantendo una prenotazione trasversale di più servizi. L’obiettivo è eccellere nel proprio core business, ma anche armarsi di un’ottima rete di collaborazione per attivare servizi ancillari pronti on-demand. I viaggiatori hanno ora più di prima necessità di servizi integrati, che superino i compartimenti stagni tra alloggio, vitto e trasporto verso tutto il macrocosmo di esperienzialità che tocca anche gli altri settori.

Sostenibilità, introspezione, lentezza. I viaggiatori si fanno più attenti alle tematiche ambientali e cresce l’interesse verso forme di ecoturismo e turismo sostenibile. La riappropriazione del pianeta da parte della natura durante i mesi di lockdown ha risvegliato nei viaggiatori una grande attenzione verso le meraviglie naturali della Terra. Come evidenzia Black Tomato nei suoi Travel Trends 2021, l’apprezzamento per la conservazione di flora e fauna e per la vicinanza con natura e animali sono tra i driver principali dei prossimi anni. La rinnovata responsabilità nell’approccio al viaggio rende i visitatori più sensibili anche a un ritmo diverso di fruizione: lento e introspettivo, che sostituisce gli atteggiamenti famelici del turismo di massa a comportamenti di viaggio che favoriscono la mobilità dolce, sia nei mezzi di trasporto utilizzati che nel ritmo di visita di un territorio più focalizzato sull’interiorità e sull’assaporare gli aspetti più rustici, rurali e relazionali dell’esperienza di visita. Non è un caso che la Cina abbia recentemente investito sul rafforzamento dell’offerta delle aree rurali e la relativa promozione.

Non è molto che TripAdvisor ha lanciato il suo programma “TripAdvisor Plus” (per ora disponibile solo negli Stati Uniti): una membership che permette ai viaggiatori di risparmiare su hotel, esperienze, voli e noleggio auto. Ancora, con l’aumento dei lavoratori da remoto sono diversi gli alloggi che hanno proposto un piano di fidelizzazione ad hoc, con tariffe agevolate e servizi on-demand. Non mancano poi tentativi di membership da parte delle istituzioni culturali, come la Pinacoteca di Brera con il suo BreraPlus. L’effetto Netflix sta quindi influenzando anche il mondo dei viaggi, sebbene con una presa per il momento lenta e graduale. Con la pandemia, l’abitudine di avere prodotti e servizi on-demand in un lasso di tempo molto stretto — a causa dell’incertezza fino all’ultimo momento — ha fatto in modo che le persone si abituassero sempre più ad avere servizi pronti all’uso, facilmente prenotabili e con condizioni flessibili. Il modello subscription rappresenta uno dei più efficienti in questi termini, ed è probabile che osserveremo in questi anni una crescita sempre maggiore.

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