Endymion (1995) di Dan Simmons | by Alessandro Pin | Destinazione Cosmo | Medium
Illustrazione di Dark Crayon

Endymion (1995) di Dan Simmons

UNA DISPERATA FUGA TRA I MONDI PER LA SALVEZZA DEL GENERE UMANO

Alessandro Pin
Destinazione Cosmo
Published in
5 min readAug 6, 2021

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Endymion apre il secondo ciclo narrativo de I Canti di Hyperion, quasi tre secoli dopo la drammatica conclusione della precedente duologia (composta da Hyperion e La caduta di Hyperion). L’Egemonia è caduta. I Teleporter, che collegavano i mondi a formare un’immensa rete intergalattica gestita dal TecnoNucleo — agglomerato di intelligenze artificiali dai molteplici scopi per l’umanità —, sono ormai disattivati. In un’epoca in cui l’umanità è sparpagliata nell’universo su lontani e isolati pianeti, ogni mondo ha dovuto arrangiarsi per sopravvivere. La fede, unico barlume di speranza rimasto al genere umano, ha permesso la creazione di un governo spaziale, chiamato Pax, che domina incontrastato sotto l’egida della Chiesa cattolica. Passata dall’essere una confessione religiosa morente a fulgido astro stellare in aperto conflitto con i transumanisti Ouster, la Chiesa cattolica, sotto la guida di papa Giulio IV, precedentemente noto come Lenar Hoyt, ha istituito il nuovo sacramento della Resurrezione, ovvero la ricostruzione biologica del corpo dopo la morte, resa possibile dal crucimorfo: un simbionte organico a forma di croce che si alloca sul petto del proprio ospite e lo rigenera senza danni, grazie a una nuova e misteriosa scoperta tecnologica. Per mezzo di questo sacro rito, la Pax è ora in grado di offrire ai credenti la vita eterna.

Com’è intuibile, visto il cospicuo distacco cronologico, quasi nessuno dei precedenti personaggi — i mitici pellegrini delle Tombe del Tempo — sono presenti. Raul Endymion è il nuovo protagonista, presentato alla deriva nello spazio all’interno di un guscio ermetico, poiché condannato per un crimine capitale: come nell’esperimento mentale della scatola di Erwin Schrödinger, il condannato attende pazientemente il momento casuale in cui la prigione si riempirà di veleno e lo ucciderà. Con nient’altro da fare, Endymion inizia a scrivere le sue memorie, narrando gli eventi che lo hanno portato all’agognante prigionia. Nato e cresciuto sul pianeta Hyperion, Endymion ha vissuto una vita piuttosto mondana sull’ormai famoso, ma disconnesso, pianeta, servendo nell’esercito fino al congedo e, successivamente, offrendo i propri servigi come guida per cacciatori di frodo d’alto bordo. Trovandosi, un giorno, in un conflitto irrisolvibile con un dei clienti, Raul è salvato da un millenario poeta di nome Martin Sileno per essere pedina in un gioco cosmico il cui esito è determinante per il destino dell’umanità. Selezionato come guardia del corpo del prossimo messia, Endymion attraversa il tempo e lo spazio e il tessuto stesso della realtà insieme alla sua protetta Aenea, ovvero la giovane che giunge da un remoto passato attraverso le Tombe del Tempo, portando meco morte e distruzione a mezzo di un altro protettore molto più antico e pericoloso: il mostro metallico noto come Shrike. Nonostante tutto, il vecchio poeta, che scrisse I Canti di Hyperion, sceglie Endymion, contro ogni previsione, per trovare il pianeta Terra, da tempo misteriosamente scomparso, sconfiggere una volta per tutte il TecnoNucleo, stringere un’improbabile alleanza con gli Ouster, annientare la Pax e rovesciare la Chiesa. Ad aiutare Raul nella sua impresa, il poeta gli affianca l’Androide Bettik, mettendo a loro disposizione la nave del defunto Console dell’Egemonia: un antico vascello privato che, grazie a potenziamenti Ouster, ha sviluppato un’intelligenza.

Il viaggio della compagnia si alterna alla storia dell’altro protagonista del romanzo. Il Padre Capitano de Soya è un funzionario d’alto rango nella gerarchia ecclesiastica, inviato, coi massimi poteri papali, a intercettare Aenea al suo arrivo dal passato presso le Tombe del Tempo, nella convinzione che la giovane sia l’Anticristo, capace di distruggere la Chiesa cattolica. Endymion riesce a strappare Aenea dalle grinfie della Pax, da cui ha inizio una lunga fuga attraverso una serie di antichi Teleporter che la giovane pare poter riattivare. De Soya, affiancato dalla milizia della Pax, riesce a essere sempre un passo avanti rispetto alla sua agognata preda-bambina, grazie alla speciale navicella classe Arcangelo che permette di viaggiare istantaneamente da un punto all’altro dell’universo, senza contrarre debiti temporali; unico costo, è la vita stessa: dopo ogni “salto”, l’equipaggio deve subire il processo di Resurrezione a mezzo del crucimorfo impiantato nel petto; un compromesso accettabile per gli eletti incaricati dalla Pax, pur di sventare la nefasta minaccia all’integrità della Chiesa cattolica, rappresentata da Aenea.

Gran parte della narrazione di Endymion consiste in un drammatico inseguimento sul fiume Teti che si snoda attraverso vari mondi — ognuno diverso e più esotico e pericoloso dell’altro — attraverso i Teleporter: infinite distese oceaniche, grotte ghiacciate e giungle di lava, tra resti di civiltà decadute, sono solo alcuni degli spettacolari scenari rappresentati nel romanzo. Pochi, invece, i personaggi presenti, la cui caratterizzazione, però, si rivela al di sopra della media nel panorama di genere, come da consuetudine simmoniana, consentendo fin da subito di entrare in empatia con le loro motivazioni; di fatto, nulla nella loro cagione sembra forzato o artificioso, ovvero mai ci si pone il dubbio sul perché Endymion e A. Bettik perseguano ad accompagnare la brillante Aenea, né sul perché quest’ultima sia determinata a continuare il suo viaggio. Anche i motivi che spingono il Padre Capitano de Soya, erede spirituale di Paul Duré — presente nei precedenti romanzi — sono sempre chiari; rendendosi gradualmente conto che le forze cui asservisce non sono quelle che sembrano, de Soya, nonostante la perenna lotta con la sua coscienza, mai abbandona la sua fede e il suo dovere. Senza alcun dubbio, il miglior personaggio del romanzo. Dan Simmons è il tipo di scrittore (e con Endymion lo riconferma) che non sacrifica i propri personaggi a mera funzione per il prosieguo della vicenda, meno audace e visionaria, ma più fluida e disinvolta rispetto a La caduta di Hyperion.

Endymion è una space opera sontuosa che si trasforma in un’avventura planetaria. Dan Simmons dipana la trama in modo avvincente, alternando il punto di vista della preda e il cacciatore, e alzando la posta in gioco per i personaggi, posti di fronte a difficoltà via via crescenti. La scorrevolezza della trama non risente particolarmente degli approfondimenti storici che, giustamente inseriti per colmare il divario cronologico con La caduta di Hyperion, portano a soffermarsi su concetti etici e morali di grande spessore, come la spiritualità, l’immortalità e le figure messianiche; anzi, il climax, grazie alla comparsa di un predatore ancora più micidiale del temuto Shrike (la cui sorte strizza l’occhio a Terminator 2 di James Cameron, da cui Dan Simmons ha forse tratto ispirazione), impone di giungere al termine del corposo romanzo con una certa urgenza. Endymion è in perfetta risonanza con le tematiche fantascientifiche più discusse, attraverso lo stile unico di Dan Simmons che con Endymion, attraverso l’epopea di una rete di mondi che cerca di restare integra, grazie all’uso delle macchine, disvela un’umanità spezzata cui resta la fede come unica àncora di salvezza. Profondo ed elegante nella sua concezione.

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Alessandro Pin
Destinazione Cosmo

Sono un appassionato di fantascienza. Mi piace scrivere e condividere la mia passione, tra incredibili viaggi e immaginifici universi.