Lo Schermo Salvatore

Qualche giorno fa mi trovavo al Nieuwe Instituut di Rotterdam per il lancio della mostra Sleep Mode: the art of the screensaver. Curata da Rafael Rozendaal, propone una collezione di screensaver che hanno segnato la storia. C’erano quasi tutti: quello dei tubi 3D colorati, l’acquario con i pesci, il labirinto con il muro di mattoni, quello che sembra essere nello spazio, quello con le icone di Windows95 e tanti altri che non avevo mai visto.

Il pubblico alla mostra, il giorno dell’inaugurazione

Quelle animazioni che una volta erano destinate ad allietare i nostri momenti di inattività e soprattutto a salvaguardare i nostri schermoni a tubo catodico, hanno fatto il loro esordio al museo. Appena entri nella sala te li ritrovi tutti lì, proiettati giganti sulle pareti, uno accanto all’altro, ed è subito Amarcord. Se passi da Rotterdam prima di giugno, facci un pensierino. Inutile dire che tutti i visitatori hanno colto l’occasione per farsi dei gran selfie, io compreso.

Lui si fa scattare una foto, lei prova a farsi un selfie ma è abbagliata dal proiettore

In questo processo di decontestualizzazione dalle case al museo, lo screensaver ha perso la sua principale ragion d’essere, ovvero il fatto di essere un salva schermo. A pensarci bene, questa caratteristica l’hanno già persa da tempo.

Quando tutti gli schermi erano principalmente a tubo catodico, gli screensaver avevano il compito di sollecitare in maniera equa tutte le parti dello schermo, evitando che le zone che rimanevano accese più a lungo si bruciassero permanentemente. Con l’avvento gli schermi LCD il problema della sollecitazione irregolare dello schermo non sussiste, per cui gli screensaver non hanno più alcun effetto benefico sugli schermi che utilizziamo oggi. Al contrario, la continua attività ne riduce la durata, per cui il miglior modo per preservare la vita di uno schermo è tenerlo spento.

Lo screensaver più efficiente sul mercato attuale

Guardando lo screensaver da un altro punto di vista, ovvero quello della progettazione e realizzazione, potremmo considerare gli screensaver un punto di contatto tra Designers e Developers. C’è una componente visiva ed estetica, ipnotica a volte, formalista altre e nonsense altre ancora. Creare uno screensaver dopotutto è un intervento di design: devi tenere conto di variabili come colore, contrasto, tempo e movimento per fare in modo che la funzione di saver sia effettiva. D’altra parte per realizzarne uno è necessario saper programmare. Motivo per cui nel periodo di gloria per gli screensaver — periodo in cui il coding e il design non andavano di moda come oggi — creare screensaver è stato il passatempo preferito di molti programmatori.

Preso dall’entusiasmo della mostra e spinto da uno slancio anacronistico, ho voluto proporre a nome di Developers Developers Developers un omaggio tutto italiano e letterale dello screensaver: lo Schermo Salvatore.

Se vuoi contribuire, manda una foto di un Salvatore che conosci (o di te stesso se ti chiami Salvatore) all’indirizzo developersdevelopersdevelopersdevelopers@developersdevelopersdevelopersdevelopers.com, indicando anche il nome per i credits.

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