I Bitcoin spiegati a mia zia

Nicola Di Marco
Dexwallet.io
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12 min readSep 14, 2017

Note

Io non sono uno scrittore né un giornalista, ho scritto questo articolo per far un po’ di chiarezza con me stesso e per rispondere ad alcune delle domande che mi vengono fatte spesso da amici e conoscenti. Non investite se non sapete quello che state facendo.

Vi prego di essere clementi nel caso di incorrettezze nei concetti o errori di battitura: lasciate pure un commento e proverò a rispondere o correggere le parti interessate.

Se vi è piaciuto l’articolo per favore non dimenticate di condividere e applaudire!

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Da qualche tempo ho deciso di investire attivamente in criptovalute e mi è capitato spesso di parlare di questi temi con amici e conoscenti notando una certa resistenza o confusione a mio avviso dovuto al fatto che la maggior parte delle persone non ha idea di come funzioni una “normale” valuta, la borsa valori, il rapporto tra economia e moneta e in generale come si intende per speculazione o investimento.

Non posso certo dire di essere un esperto di queste tematiche ma cercherò di spiegare alcuni concetti come se dovessi spiegarli a mia zia.

Moneta legale (fiat)

Cosa sono i soldi?

I soldi sono qualsiasi cosa generalmente accettata come mezzo di pagamento per beni e servizi o per la restituzione di un debito. L’utilizzo principale è quindi il mezzo di scambio e la conservazione di valore.

Il motivo è piuttosto semplice: in un’economia basata sul baratto è troppo difficile, se non impossibile, misurare dei beni che sono, per propria natura, eterogenei e non comparabili.

Immaginate di essere un produttore di angurie e di voler acquistare una casa:

  • Quante angurie equivalgono ad una casa?
  • Quale proprietario di casa accetterebbe di essere pagato con migliaia di angurie come compensazione per il bene (la casa) ceduto?
  • Queste angurie poi dovrebbero essere trasferite da un proprietario all’altro nello stesso momento? Tutte le angurie necessarie sarebbero prodotte e disponibili nello stesso momento? Dove verrebbero immagazinate?

Aristotele, 350 anni circa prima della nascita di Cristo, affrontò il tema della moneta e in sommi capi la definisce come segue:

  • La moneta è uno strumento che rende le cose misurabili e quindi comparabili
  • In questo modo ad ogni bene o servizio può corrispondere un equivalente in soldi riconosciuto universalmente

Partendo da questi presupposti definisce cosa sia una buona moneta:

  • Deve essere durabile, non deve perdere valore nel tempo. Una moneta mantiene il proprio valore per un tempo molto più lungo di un’anguria, che si deteriorerebbe invece dopo pochi giorni perdendo ogni valore.
  • Deve essere facile da mantenere, trasportare e scambiare. E’ evidente che non sia comodo portarsi appresso 100 angurie per pagare una cena al ristorante.
  • Deve essere divisibile. Immaginate di essere un produttore di gioielli e voler acquistare una mela: non potrete certo scambiarla con una collana intera perché il valore della collana sarebbe molto più alto di quello della mela e non potrete scambiarla con un quarto di collana perchè la collana perderebbe le sua caratteristiche principali e di conseguenza il suo valore
  • Ha un valore intrinseco, cioè ha un valore dato dal costo dei materiali, del lavoro etc.

Storicamente l’unico mezzo che ha soddisfatto tutti questi requisiti è stato l’oro che, oltre ad essere facilmente trasportabile e divisibile, ha anche un valore intrinseco dato dalla scarsità (l’oro esistente sulla terra non è infinito) e difficoltà di reperimento (bisogna individuare le miniere e lavorare duro per estrarlo).

Data la difficoltà quindi di gestire una moneta con valore intrinseco, si è preferito uno strumento con valore nominale, come ad esempio le banconote di carta o le monete di metallo non prezioso, dove il valore non è dato dal costo del materiale e del lavoro ma da altri fattori:

  • Autenticità: perché emesso da istituzioni come le Banche Centrali
  • Garantito dalla legge
  • Riconosciuto da parte degli utenti: tutti i cittadini riconoscono e accettano il valore nominale di una data valuta

Le cose cominciano però a complicarsi nel momento in cui c’è bisogno di scambiare grossissime somme di denaro (ad esempio per l’acquisto di una casa ci sarebbe bisogno di utilizzare centinaia di migliaia di monete o banconote) o quando bisogna trasferire valuta in posti remoti nello spazio (un’altra città o continente) e nel tempo (pagamenti futuri o debiti).

Contratti

Il modo più semplice per scambiare denaro in grosse somme o a distanze significative è tramite un contratto. Ma cos’è un contratto?

Il contratto è un’obbligazione sorta volontariamente tra due parti.

Le basi di un contratto sono:

  • La definizione delle parti (Tizio X, Tizio Y)
  • I tempi di esecuzione dell’obbligazione (entro il: o giorno x)
  • L’oggetto dell’obbligazione (il trasferimento della somma X in cambio del bene Y)

I contratti sono una tecnologia potentissima che ha abilitato, da millenni ormai, tutta una serie di astrazioni e dinamiche che sarebbero state impossibili in altro modo.

Ma chi garantisce che i contratti verranno rispettati ovvero chi garantisce che dopo aver dato 300.000 euro entro il 1 Novembre al signor Mario Rossi nato a Palermo il 9/8/1984 questi mi cederà la sua casa?

Vi presento il mediatore-garante.

La forma più diffusa di mediatore-garante oggi è la banca. La banca verifica che io abbia effettivamente questa disponibilità monetaria e trasferisce la somma richiesta al conto del signor Mario Rossi. Poi registra e conserva questa transazione come prova.

Se poi Mario Rossi non cede casa sua io posso appellarmi ad un altro garante (il giudice) che analizzerà i termini del contratto e le prove (la transazione registrata dalla banca) prendendo (si spera) una decisione adeguata.

Il mediatore-garante è necessario perché abilita delle dinamiche che altrimenti sarebbero impossibili (o quasi) da effettuare (ad esempio trasportare una valigia contenente 300.000€ al padrone di casa che si trova a 10.000km di distanza) e ci assicura che i patti vengano mantenuti.

Più i contratti sono complessi più il numero dei mediatori-garante cresce (così come le commissioni che i contraenti dovranno pagare).

Per quanto questo metodo sia stato valido per secoli sappiamo anche che i mediatori-garanti hanno troppo potere (chi garantisce sul garante?), sono troppo costosi e non sicuri al 100% (i mediatori-garante sono corruttibili).

La borsa

Qui le cose si fanno interessanti.

Uno dei vantaggi dei soldi è che si possono prestare o meglio anticipare in previsione di un guadagno. Questo guadagno potrebbe essere dato ad esempio da una percentuale di interessi sul prestito o da una percentuale sugli utili di una società.

Un esempio banale: la società “Apple” ha bisogno di un investimento liquido (soldi spendibili immediatamente) e per raccogliere questi soldi mette in vendita dei contratti che rappresentano porzioni di potenziali guadagni futuri. Questo contratto quindi dice: tu dammi 100 euro oggi e domani avrai diritto al 10% sui guadagni che facciamo.

Questo contratto è un’ azione ed è anch’esso autentico, garantito, riconosciuto, portabile. Ha un valore nominale (perché le azioni sono solo dei contratti di carta quindi non hanno valore intrinseco) dato dalla valutazione della società che li emette ovvero quanto la gente sia convinta delle capacità dell’azienda di produrre guadagni e di conseguenza di quanto gli acquirenti siano disposti a pagare per possedere la suddetta azione.

Le borse valori sono istituzioni fortemente regolamentate alle quali non è facile accedere, sia per una questione legale (license) sia per una questione economica (limite minimo di investimento accettato).

Blockchain

Facciamo un passo indietro e parliamo ancora di contratti.

Finora è stato praticamente impossibile abbattere i costi e prenderci direttamente in mano la responsabilità del contratto senza perdere le garanzie date dalle istituzioni centrali (banche, tribunali etc.) che agiscono da mediatori.

Dove sta il problema?

  • Controllo: governi e le banche centrali possono influenzare fortemente il valore della moneta. Pensate alle crisi finanziarie, all’iperinflazione, alla Grecia, allo Zimbawe, al Venezuela.
  • Costi di mediazione: una transazione monetaria, ad esempio con WesternUnion, può costare fino al 10% della somma inviata. Un lavoratore immigrato che vuole inviare 100 euro guadagnati con sudore alla propria famiglia nel paese di origine dovrà regalarne 10 a WesternUnion
  • Costi del garante: se un contratto, ad esempio un servizio di telefonia, non viene rispettato bisogna pagare avvocati e tasse per far funzionare la macchia giudiziaria e spesso purtroppo il gioco non vale la candela dato i costi elevati
  • Corruzione: pensate ad un testamento. E’ sempre possibile provare a corrompere un notaio per far cambiare le carte in tavola
  • Sicurezza: le infrastrutture centralizzate sono facili da hackerare e una volta hackerate si ha accesso a tutti i dati di tutti gli utenti (e queste cose succedono spessissimo)
  • Limiti: le banche hanno in media un 10% di liquidità (dipende dai paesi ed è stabilito dalla legge), per il resto si tratta soltanto di bilanci virtuali. Questo significa che se vai in banca e vuoi prelevare il tuo milione di euro non puoi farlo perché la banca fisicamente non lo possiede.

Come funziona Blockchain:

  • C’è un network di migliaia di computer che costituiscono l’infrastruttura senza la necessità di un governo centrale
  • Ognuno possiede una chiave privata
  • Le transazioni sono crittografate, leggibili e valide soltanto se si possiede la chiave privata
  • C’è un registro di tutte le transazioni che viene condiviso da tutto il network
  • Le transazioni vengono validate da un numero minimo di computer facenti parte del network
  • Le decisioni gestionali vengono prese in maniera democratica, ovvero col 51% del network
  • Ogni componente del network ha un incentivo monetario per far continuare a funzionare il network
  • Questo incentivo è deciso democraticamente e questo garantisce costi di transazione infinitamente più bassi rispetto a quelli delle banche. Stiamo parlando di 0,05% o meno contro 2/10%, la media a cui siamo abituati oggi.

Vantaggi di blockchain

  • Transazioni completamente anonime
  • Nessuno può tracciare o alterare una transazione senza il consenso del 51%
  • Questo rende l’infrastruttura impossibile da hackerare a meno che non si hackerino almeno il 51% dei computer. Sono state fatte delle stime di costo e ci vorrebbero più soldi di quanti se ne riuscirebbero a rubare.
  • Costi di gestione, sicurezza, transazioni infinitamente più bassi
  • Tu sei la tua banca, nessuno possiede i tuoi codici, nessuno può fare nessun movimento nel tuo wallet contro la tua volontà neanche se ordinato dalla CIA. Puoi accedere a tutti i tuoi soldi e farci quello che vuoi immediatamente e senza chiedere permesso

I bitcoin inoltre, al contrario delle monete legali, hanno un valore intrinseco calcolato in più o meno 1000$ che rappresenta il costo del mining (si fa un parallelo con il costo di estrazione dell’oro ma in questo caso rappresenta un costo in hardware+energia elettrica).

Nota bene

Le transazioni monetarie sono un tipo di contratto in cui si trasferiscono delle monete dal conto X al conto Y ma blockchain abilita tutta una serie di transazioni che vengono chiamati “smart contract”. Uno smart contract è un contratto codificato, crittografato ed eseguito automaticamente.

Faccio un esempio banale. Nel mio testamento ho dato disposizione di trasferire il 50% dei miei Bitcoin a mio figlio e il 50% a mia figlia. Normalmente i miei figli avrebbero dovuto fare tutta la trafila di notai, avvocati e banche, ammesso che tutto avvenga pacificamente.

Uno smart-contract invece avverrebbe in maniera immediata ed automatica: quando muoio le somme si spostano dal mio wallet al loro nelle percentuali da me stabilite. Punto. Niente costi di notaio, banche, avvocati, litigi. Niente.

Criptoeconomia

I Bitcoin sono il primo esempio di successo basato su blockchain ma come abbiamo visto ci possono essere una miriade di diverse operazioni possibili.

Il concetto è quello di trasferire ogni tipo di contratto (quindi ogni possibile interazione) in una transazione crittografata per mezzo del network-blockchain che la rende possibile, sicura, privata ed economica.

Per questo motivo stanno nascendo tutta una serie di aziende che usano blockchain non per costruire strumenti finanziari ma per altri tipi di applicazione, ad esempio:

  • File storage/sharing: anziché conservare e condividere file per mezzo di qualche azienda che li mantiene su un server centrale i file possono essere crittografati e spezzettati in un network globale. Soltanto il proprietario della chiave può leggerli e nessuno potrà mai rubarli o cancellarli
  • Internet delle cose: i dispositivi che dialogano con internet, come ad esempio una smart door o un’automobile, oggi possono essere facilmente hackerabili. Inoltre le aziende che offrono questi servizi acquisiscono i nostri dati deliberatamente. Anche in questo caso blockchain garantirebbe un servizio più economico e più sicuro.

Anche in questo caso i membri del network hanno un incentivo economico e molto spesso questo è costituito da una moneta ad uso interno (un credito) differente per ogni azienda. Questa seconda generazione di coin vengono chiamati Altcoin e ce ne sono già una miriade e il numero continua a crescere così come continuano a crescere il mercato in cui questi Altcoin vengono scambiati.

ICO

Prima di spiegare cosa sia un ICO è forse utile capire cosa sia un IPO.

Un IPO (Initial public offering) è quella fase in cui, un’azienda che vuole quotarsi in borsa, vende una quota di azioni ad un prezzo ridotto o in esclusiva agli investitori che arrivano per primi. Questo tipo di raccolta fondi è incredibilmente regolamentata e ha dei costi di accesso elevatissimi: solo istituti accreditati possono partecipare, noi comuni mortali possiamo poi ricomprare le azioni (anche in quel caso con dei limiti di accesso molto alti, ad esempio 20.000euro) ad un prezzo già maggiorato.

La blockchain di Ethereum (la seconda moneta più grossa dopo Bitcoin) ha abilitato un sistema molto simile a IPO che si chiama ICO (Initial Coin Offering).

Un’azienda che vuole sviluppare un prodotto basato su blockchain può attivare una raccolta fondi con le caratteristiche di cui sopra (privacy, indipendenza, sicurezza, costi minimi).

Il 2017 è stato l’anno degli ICO, con un volume di finanziamenti che ha già superato quello di Ventur Capital e Angel globali.

Una volta completata la fase di ICO, le azioni (che in questo caso vengono chiamati token) possono essere venduti e acquistati in delle piattaforme di trading, con la stessa dinamica delle azioni in borsa ma con la differenza che il tutto avviene in maniera indipendente, senza la necessità di costi di transazione folli, trader accreditati e di capitali minimi di investimento: tutti possono accedervi investendo anche soltanto pochi spiccioli.

Molte azioni (token) sono state vendute a prezzi bassissimi durante la fase di ICO, ad esempio 5cent$ e rivendute a 50$ nel giro di pochi giorni nelle piattaforme di trading.

Molte di queste aziende stanno sfruttando questo meccanismo senza avere un team o un prodotto solido ma soltanto per raccogliere soldi (a volte sono riusciti a raccogliere 40milioni di dollari in 6 ore) ma il gioco vale comunque la candela perchè in questo momento è facile speculare ovvero comprare quando il prezzo è basso e rivendere non appena cresce di una percentuale accettabile visto che c’è molto interesse a tantissimi nuovi utenti in ingresso.

Il modo più sensato (ed etico) di investire comunque è:

  • Studiare team e azienda e credere nella qualità e nella possibilità di successo del prodotto proposto
  • Mantenere i token per un lungo periodo nella convinzione di poter fare in un anno o due un buon x100 invece che limitarsi a un x3

Ci sono ormai dozzine di ICO ogni mese e dozzine di piattaforme di scambio e valutazione in cui cimentarsi nel trading senza bisogno di particolari competenze.

Il mercato è pazzo

In questo momento quello delle criptovalute sembra una gallina dalle uova d’oro: continua a crescere ed è più facile fare soldi che perderli, specialmente se si acquistano token durante le ICO, ma questa situazione non durerà necessariamente ancora a lungo.

Il mercato, allo stesso modo se non peggio delle tradizionali borse, è molto emotivo e facilmente influenzabile: basta un buzz di notizie, anche se false, sensazionaliste o imprecise, per far schizzare o crollare il prezzo di un token, specialmente nel breve termine.

E’ già successo di assistere di veder scendere del 50% il prezzo dei Bitcoin pochi giorni dopo notizie del tipo “La Cina vuole bandire le criptovalute”.

Questa situazione è particolarmente svantaggiosa per gli speculatori (al contrario degli investitori che contano di mantenere i token per un lungo periodo, convinti della solidità delle aziende in cui hanno investito) perché possono perdere percentuali significative nel giro di poche ore.

La situazione, adesso che il mondo crypto è diventato troppo grande per continuare ad ignorarlo, sembra cambiare: molti governi stanno cercando di regolamentare dinamiche e tassazione e molti gruppi finanziari e bancari stanno adottando queste tecnologie o offrendo criptovalute nel loro portfolio di investimenti.

Sviluppi futuri

Privacy (anonimato) e autonomia rappresentano una minaccia per i governi che fino ad ora hanno avuto l’esclusiva su queste cose. Questo è potenzialmente una buona cosa ma rappresenta anche dei rischi enormi. Non dimentichiamo che i governi sono comunque fino ad ora l’unico soggetto in grado di ridistribuire ricchezza in modo più o meno equo (dai ricchi verso ai poveri) e possono farlo grazie alle tasse (ovvero al controllo eslcusivo che esercitano sui nostri dati e sui nostri beni).

Un altro trend spaventoso è quello di trasformare ogni interazione umana in una transazione economica su blockchain. Questo renderebbe ogni cosa molto più economica, sicura ed efficiente ma d’altro canto spingerebbe tutto verso le performance migliori, lasciando da parte tutta una serie di attività, diversità, debolezze che non funzionerebbero bene in questo sistema economico ma che rappresentano comunque una parte importante dell’identità umana. Su questo complessissimo tema mi riprometto di scrivere un articolo in futuro.

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Note

Io non sono uno scrittore né un giornalista, ho scritto questo articolo per far un po’ di chiarezza con me stesso e per rispondere ad alcune delle domande che mi vengono fatte spesso da amici e conoscenti. Non investite se non sapete quello che state facendo.

Vi prego di essere clementi nel caso di incorrettezze nei concetti o errori di battitura: lasciate pure un commento e proverò a rispondere o correggere le parti interessate.

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Nicola Di Marco
Dexwallet.io

Founder & Designer DexWallet • Member of InVision Design Leadership Forum • Formerly: SumUp, AmorelieDE, Rocket Internet, LQID, Mosaicoon