GIORNO 59 — SI

Silvia Catanuso
Diari da una zona rossa
3 min readMay 6, 2020

Caro diario,

Ci siamo. Questo è l’ultimo episodio dell’avventura vista dalla mia personale angolatura.

Mentre ti scrivo mi trovo in ufficio, sì proprio quell’ufficio che non vedevo da due mesi. Come avrai capito, oggi sarebbe successo qualcosa di speciale e anche SE e GI erano in fibrillazione tanto quanto me.

Stamane mi sono alzata all’ora X, quella che ha come minimo due snooze calcolati e che comunque mi permette di arrivare in ufficio in orario. Mi piace essere puntuale, quindi valuto la sveglia in base a qualsiasi prevedibile imprevisto nel quale potrei incappare: traffico, brutto tempo, scuole, ecc. Gli imprevisti in questo periodo sono pressoché ridotti all’osso, d’altronde stiamo vivendo un grandissimo imprevisto per definizione, quindi può bastare così.

Ho abbandonato leggings, felpa e t-shirt sciallata e ho indossato i Jeans. Non succedeva dai primi di marzo. Chiusa la zip e l’ultimo bottone ho tirato un sospiro di sollievo: questa quarantena mi piega ma non mi spezza!

Ho scoperto che la mia Fiat Panda del 2011 (ma che ho acquistato usata nel 2013), presa solo un paio di volte per fare la spesa a 3 km da casa, ha risentito del mese di stop e l’ho ritrovata più acciaccata di prima ma sono comunque arrivata a Ca’Tron sana e salva.

Varcata la soglia di H-FARM, in parcheggio, ho subito incontrato SE. Istintivamente sono andata verso di lei per abbracciarla e per fortuna lei mi ha porto il gomito ricordandomi che certe interazioni banali non sono al momento più possibili.

Ho capito che con gli occhi si ride molto e i nostri ridevano tantissimo, tutti e 4.

In ufficio abbiamo trovato GI che era già lì in una delle postazioni che sono state sapientemente riorganizzate per far fronte alle nuove normative igienico-sanitarie. Sempre bella, con i suoi occhi azzurroni, ci ha accolte con un CIAO che racchiudeva almeno altre 65 espressioni diverse.

Ci siamo sempre tenute in contatto grazie a questo diario, agli aperitivi sporadici via Skype o whatsapp, ma soprattutto grazie a questa bellissima amicizia che anno dopo anno diventa sempre più solida. Non è stato un caso, come avrai capito, era da qualche giorno che ci mettevamo d’accordo per incontrarci in questa zona franca permessa dal decreto.

Perché l’uomo, principalmente, lavora.

In ufficio con noi c’erano Andrea V. e Michele ed è stato fantastico stare insieme e parlare con colleghi e amici in carne ed ossa dopo tanto tempo.

Pian piano la situazione sta prendendo precarie sembianze di normalità, le domande e i punti in sospeso restano tanti ma continuiamo a navigare a vista sperando che la situazione si risolva definitivamente.

In questo limbo colmo di ignoto stiamo iniziando ad ambientarci e non so più dire se la cosa sia positiva o negativa. Le regole di questa FASE 2 sembrano in gran parte fatte per essere infrante, ma ogni piccola interpretazione delle norme ha il sapore di bisogni primari: affetti, relazioni, sguardi diretti e occhi che parlano.

Grazie diario per questo bellissimo percorso fatto insieme, sei stato uno sfogo e una terapia, responsabilità e generosità.

Grazie a GI che ci ha coinvolte in questo progetto che solo una sensibilità sopraffina poteva concepire e grazie a SE per essere sempre così pura, onesta e concreta.

Ciao!

Ps. Visto che nella mia pagina di diario precedente parlavo di estate e colonne sonore, termino questa esperienza con questa canzone qui. Mi ricorda la fine del film “Sapore di mare” e il tragitto solitario in bici di Isabella Ferrari con il maglione blu in lana leggera in una località balneare deserta, dopo che l’ennesimo temporale si è portato via l’ultima speranza di estate. Io mi sento così ma, a differenza di Selvaggia, sono felice e voglio sperare che dopo questo incipit crudele di 2020, ritorni a splendere il sole.

CANZONE DEL GIORNO

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