Anche se non ti piace Renzi devi votare PD, ecco perché
Qualche giorno fa un mio amico che lavora all’Università mi ha passato un link ad un sito che si chiama ROARS e che raccontava la storia di un problema ad un bando del Ministero dello Sviluppo. Abbiamo chattato un po’ e io gli ho detto che il Ministro Carlo Calenda aveva già detto che il problema sarebbe stato risolto, che era tutta colpa di una cattiva interpretazione del bando.
Siamo perciò passati a discutere sul fatto che questi bandi pubblici sono spesso pieni di errori, che spesso c’è bisogno di continue correzioni che portano anche a continui ricorso. Il mio amico, che probabilmente non voterà PD il prossimo 4 marzo, mi ha detto.
“Fanno comandare i burocrati. Questo fanno i politici oggi. Non fanno i politici.”
E allora io mi sono lanciato in un pistolotto che faceva più o meno così.
Abbiamo passato gli ultimi 30 anni a depotenziare la politica e adesso comanda la burocrazia. Il Corriere della Sera ha dato la botta finale quando si è inventato la Casta.
Oggi perfino uno come De Luca in Campania, mi dicono, è trattato a pesci in faccia dai suoi dirigenti.
Sarebbe meglio per tutti avere partiti più forti. Politici più forti. Ma ogni volta che arriva una classe dirigente nuova il popolo italiano tende a distruggerla. Prima i DS, poi il PD. Dall’altra parte c’è Berlusconi che non ha classe dirigente politica.
E il mio amico mi ha detto:
ll PD si è autofagocitato con l’avvento di Renzi.
No, gli ho detto, il PD ha perso consenso per colpa del sistema mediatico e di un’opinione pubblica immatura.
Allora mi ha detto che:
Però posso non essere d’accordo con il Renzismo?
Certo. Puoi anche essere contrario al Renzismo, ma non al Partito Democratico. Puoi anche essere a favore di un partito perché in gran parte rappresenta le tue idee e sei consapevole che più forte è il partito e meglio sarà per la politica.
Oppure puoi lamentarti perché uno dei migliori ministri che abbiamo ha un dirigente che ha sbagliato un bando.
Perché la politica debole fa male a tutti.