Pensieri sparsi prima del silenzio elettorale

Antonio Furno
Diario Democratico BN
4 min readMar 3, 2018

Alla fine Emma Bonino ha fatto una campagna elettorale splendida e secondo me recupererà un sacco di voti degli under trenta. È la nostra Bernie Sanders.

Silvio Berlusconi ha fatto la sua solita compagna elettorale. Probabilmente recupererà un po’ e non farà figuracce. È un po’ il nostro Elvis della politica, con l’età è diventato sempre più bizzarro, ma alla gente piace comunque. Come per Elvis il suo repertorio è sempre lo stesso.

Alla fine della campagna elettorale possiamo tranquillamente dire che Bersani, Civati e Fratoianni hanno puntato sulla presidenza sbagliata. Grasso si è rivelato infatti un pessimo comunicatore, mentre la presidente Boldrini si è dimostrata brillante ed empatica. Il suo confronto televisivo con Salvini è stato uno dei pochi momenti interessanti di tutta la Campagna.

I sovranisti/razzisti/estremisti hanno fatto la loro campagna di odio, semplificazioni e colpi bassi. Brutta.

Davide Casaleggio ha dimostrato di essere molto più spietato ed efficiente del padre. Ha preso in mano un partito anarchico e caotico, e lo ha trasformato in una perfetta macchina propagandistica. Come ogni grande stratega dalla politica ha capito che le elezioni si vincono al centro e così ha riposizionato tutto il partito. Adesso il Movimento 5 Stelle è un partito che vuole governare, guidato da un ragazzino mediocre e modesto. Il M5S di Davide Casaleggio non è più un movimento rivoluzionario. Le personalità scelte per i collegi uninominali sono serviti a confermare questa nuova immagine tranquillizzante. La lista dei ministri è stato un colpo da maestro. Ha sfruttato la fissazione dei media per i toto-ministri per preparare una finta presentazione del governo, ottenendo così visibilita ed attenzioni.

Renzi non era pronto a questa campagna elettorale. Lui si era preparato anni fa per la campagna elettorale che avrebbe dovuto fare dopo la fine di questa legislatura. Poi le cose sono cambiate e ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco, gestire un governo in condizioni difficili e sparare tutte le sue cartucce su una elezione Europea che non ha ripagato lo sforzo fatto. Peccato. Non capiteranno altre occasioni così.

Renzi e il PD non hanno ben capito cosa stava succedendo fino a qualche giorno fa. La scelta di alcuni candidati nei collegi, la campagna mediatica fumosa, il non voler puntare tutto su Gentiloni, sono tutti errori dovuti probabilmente ad una situazione di confusione all’interno del partito. Purtroppo il partito è sotto assedio e la leadership è un po’ indebolita, perciò c’è confusione. Sono cose che succedono in un partito davvero democratico, problemi del genere non potrebbero mai succedere in altre organizzazioni a gestione privata come il Movimento 5 Stelle è Forza Italia.

È un peccato che il PD abbia affrontato la campagna elettorale in queste condizioni. È un peccato perché in questi 5 anni è stato compiuto un piccolo miracolo politico. Renzi ha preso in mano un partito allo sbando, senza una vera guida, ha dovuto confrontarsi con un parlamento in cui non aveva la maggioranza, con un gruppo di parlamentari selezionati da Bersani e in minima parte fedeli alla nuova Segreteria, e nonostante tutto ciò è riuscito a portare a casa una quantità notevole di riforme strutturali di cui si parlava da decenni. Pensateci, nonostante abbia perso il referendum, è comunque riuscito a riformare: la scuola, il mercato del lavoro, le banche popolari, parte della pubblica amministrazione. Per non parlare degli interventi sull’industria, sui diritti civili, sul divorzio, sul Biotestamento, sulla giustizia. Tutto questo in condizioni politiche difficilissime. Giù il cappello per Matteo Renzi.

Purtroppo Renzi è destinato a diventare il nostro Schroeder. Anche l’ex cancelliere tedesco si occupò di riformare il mercato del lavoro in Germania in una situazione economica complicatissima. Anche la SPD subì una scissione dopo quelle riforme e da allora non ha più vinto nessuna elezione. Oggi Angela Merkel può godere dei risultati di quelle riforme che tanti danni politici crearono alla socialdemocrazia tedesca. Esattamente come succederà in Italia, dove un Tajani qualsiasi godrà nei prossimi anni dei benefici che arriveranno grazie al lavoro incredibile fatto dal PD di Matteo Renzi.

Peccato, perché pensate a cosa sarebbe stato capace di fare questo gruppo dirigente del Partito Democratico se solo si fosse trovato a gestire una Parlamento più semplice e più allineato alla linea politica della segreteria Renzi…

Anche se, forse siamo ancora in tempo…

Votate PD e buon voto a tutti.

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