Riflessioni Politiche

Luigi Marino
Diario Democratico BN
3 min readJul 4, 2017

Dietro amichevole sollecitazione del caro Antonio Furno, mi accingo ad utilizzare questo nuovo mezzo per veicolare qualche mia idea, nella segreta speranza che vi sia qualcuno che vorrà sentirla propria.

Nell'ultimo periodo, in verità, siamo fiaccati da un continuo senso di inadeguatezza delle spinte ideologiche vessate, dalla necessità di governabilità, sia dello Stato Centrale che delle autonomie locali.

Questa condizione mal si coniuga con quel fuoco mai spento, che ci fa dire: sono di sinistra!

Mi è stato detto che le ideologie sono retaggi di un vecchio modo di sentire la politica e che oggi come oggi, non valgono più, posto che non rappresentano più una malta con cui si lega l’eletto all’elettore, ma, al massimo, nostalgico revival.

Non voglio arrendermi a questa condanna, non voglio, posto che ho rispetto di chi ci ha preceduto, quelli sì, con sudore, lacrime e sangue: hanno combattuto per un ideale, regalandoci delle scale valoriali che non possiamo né dobbiamo sottovalutare.

Aborro la politica spettacolo, quella delle frasi ad effetto, del coup de theatre. La politica, per me, è una cosa seria.

Sono stato educato a rispettare il prossimo, a ricercare una eguaglianza che fosse sostanziale e non solo formale, ad avere rispetto delle mie idee ed a confrontarmi con gli altri.

Mio padre è stato sempre uomo di sinistra, sessantottino mai pentito e sempre rispettoso di quegli ideali che ne animavano il cuore di giovane ragazzo ed ha cercato di trasmettermi la passione per l’impegno sociale ed etico.

Vivo della mia ideologia in ogni cosa che faccio, credo che il partito come le altre forme di associazionismo intermedio servano a creare e rinsaldare, prima di tutto, rapporti umani, confronti forieri di crescita interiore.

Mia moglie, l’altro giorno, parlando di un libro di Galimberti, mi ha spiegato che, per il filosofo, fare ed agire hanno senso diverso. Infatti, il fare, sembrerebbe essere determinato da una stolida esecuzione di un ordine, il ripetersi di una serie di azioni, senza condividerne o volerne le risultanze, mentre l’agire comporterebbe, non solo, un fare, ma anche il conoscere la finalità di quell’azione, quindi, un vero e proprio agire con coscienza del peso di quanto stiamo facendo.

Orbene, oggi come oggi, vedo molti che fanno e pochi che agiscono.

Il Partito, come noto, avrebbe bisogno di leader, ma non dovrebbe identificarsi solo nel più rappresentativo dei suoi appartenenti.

La personificazione del pensiero, si sa, comporta estremismi che fanno male a tutti: o si odia o si ama.

Questo non è un bene, scelta preferibile è quella che vede il leader propugnare un insieme di idee, che riposano in una moltitudine di uomini, risultando, la sua azione, la summa di tutte quelle speranze, certezze e sogni.

Questo anno, in questa segreteria, osservo un entusiasmo diverso, una voglia di confronto, di dibattito che mi riempie il cuore.

L’azione politica, invero, necessita di incubatrici di politici, di persone, libere e di buoni costumi, che siano in grado di catalizzare l’ideologia nelle scelte concrete e finalizzate alla realizzazione del bene comune. Persone che, formate e preparate, sappiano dar voce a chi non è in grado di farsi ascoltare. Giovani che, coadiuvati da compagni esperti, possano tornare a credere in quelle ideologie che qualcuno vuole desuete.

Non ci spaventino le alzate di scudi di chi ritiene che tutto, ma proprio tutto, debba essere “corretto” dalla lex mercatoria. L’uomo non dovrebbe mai essere asservito alla categoria dell’avere, ma restare sempre al centro di quella dell’essere.

Il percorso interiore è lungo, quello esterno è foriero di insidie ed inganni, ma sforzandoci, nel profondo, troveremo il modo di rettificare noi stessi, giungendo ad essere cittadini migliori e, poi, buoni politici.

Un caro saluto a tutti.

Luigi Marino

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