Un nuovo inizio

Nunzio Castaldi
Diario Democratico BN
3 min readMar 10, 2018

Mia nonna materna diceva che ogni parola pronunciata è un secondo di vita in meno. Perciò lei parlava poco, o almeno mai a sproposito, e ha vissuto a lungo. Io, invece, già solo in questa settimana, avrò perso più di qualche mese di longevità. E in ogni post, perdo qualche giorno, perché la parola scritta, credetemi, è molto più di un secondo in meno, e io sono prolisso, ma solo perché ho paura di non essere chiaro.

C’è un’euforia anche nella sconfitta, nella voglia di ricominciare e, senza acrimonia, di ‘rivincita’. Innanzitutto, grazie a tutti gli interlocutori, per non avere infierito :)

Tutti i miei interlocutori, molti dei quali cari amici, sanno perché ‘abbiamo’ perso. Metto le virgolette perché io sono (orgogliosamente) uno dei peones, di quelli cioè che si pigliano tutto il brutto delle sconfitte e poco o nulla dalle vittorie.

Detto questo, il nostro problema è stato nella comunicazione, dicono. Va bene, sono d’accordo. Soluzioni? (qualcuno mi ha risposto ‘che ne so, non sono un esperto di comunicazione’).

La battaglia sui diritti civili (in specie, per lo ius soli) ‘non sembra aver appassionato gli elettori’, cito da quanto leggo in giro. Che brutta, pessima, sintesi. Che vuol dire? Che i diritti appartengono alla sfera emotiva? Che sono un bisogno secondario? Che bisogna muoversi in base alle passioni (alle pulsioni) dell’elettorato? Se la vita sociale si è ridotta ad una lotta per la sopravvivenza, perché questo si sottintende, allora la vita politica non ha più senso. Il risultato di domenica scorsa può avvalorare, secondo molti, questa ipotesi. Io non credo: credo che l’elettorato abbia mandato un segnale fortissimo, molto preciso, avendo, democraticamente, un unico modo per esprimersi, il voto, ed un’unica alternativa, che solo per comodità di sintesi chiamo populismo. Ma ammesso pure che sia così, soluzioni? (qualcuno mi ha risposto ‘che ne so, non sono un politico’).

Il programma identifica. Una forza politica (di lotta e di governo) deve avere il coraggio di credere nel proprio programma. Correggerlo, non intestardirsi, ma neanche tradirne lo spirito. La comunicazione politica ha un senso solo se si sostanzia di contenuti politici, e questi devono essere cristallini, anche nella sconfitta. Il Partito Democratico, a mio parere, deve avere la consapevolezza di andare incontro ad una debacle definitiva, ad un’implosione, se e soprattutto se si indirizzerà verso soluzioni che scimmiottino quelle degli avversari, come (purtroppo) già sta facendo in certa comunicazione. Perché tra l’originale e la brutta copia, conviene sempre scegliere l’originale.

Molte le adesioni, in questi giorni. Molti attestati di stima. Grazie di cuore. Ma sia chiaro, ve lo dico con tutta la sincerità possibile, valutate bene. Perché sarete marchiati, additati, considerati lacchè. E portate soluzioni, ché di analisi ce ne sono già tante, troppe. Le critiche le accettiamo tutte, anche quelle ingenerose. Va bene tutto. Ma portate impegno, dialogo, partecipazione, proposta.

Impegno vero. Dialogo vero. Partecipazione vera. Proposta vera.

Non iscrivetevi per simpatia degli sconfitti. Non iscrivetevi per paura della tirannide. Non iscrivetevi perché, come dite, siamo ‘bravi ragazzi’. Fatelo solo se siete disposti a sacrificare parte del vostro tempo e delle vostre energie, sottraendole anche alla vostra famiglia, al vostro lavoro, a voi stessi. Solo se siete disposti ad accettare un confronto interno. Solo se siete disposti ad essere minoranza anche, e addirittura, tra gli sconfitti. Solo così avrà un senso. Lavoro, salute, accoglienza, Europa.

#circolopdbenevento

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