Laboratori Selvaggi 2022–23

Fronte del Borgo
Diario di Borgo
Published in
4 min readSep 13, 2023

Ecco i migliori lavori prodotti dalla classe

Sei un mito! (online)

Giulio S., Giano S., Mattia A., Andrea J.
Nell’antica città di Argo c’era un ragazzo muto di nome Ippokrates.
Ippokrates veniva sempre bullizzato da un gruppetto di suoi coetanei.
Dalle loro bocche uscivano solo suoni striduli e gracidi che non facevano altro che offendere il ragazzo.
Un giorno Apollo, dio della musica, del canto, del sole e della giovinezza, se ne accorse e decise di punire i bulli trasformandoli nella creatura dalla voce più spregevole, gracida e acuta di tutte: la cornacchia. Diede, invece, al ragazzo la voce più bella e melodica del mondo, capace di incantare gli animali di boschi e foreste.

Isolina B., Greta G.F., Anita R., Giacomo L.
Il mito di Chelone
In una scuola un ragazzo di nome Chelone correva nei corridoi, ma il bidello Franco, provando a fermarlo, cadde a terra. In quel momento arrivò Artemide, la dea della caccia e della natura, che seppe cosa fare: trasformò Chelone in una tartaruga, così non poteva più correre. Tornando a casa, il padre arrabbiatissimo di Chelone chiamò il figlio che gli disse che stava tornando. Ma quando Chelone tornò a casa, il padre non capì che la tartaruga davanti a lui era suo figlio, perciò lo cacciò di casa. Chelone si rifugiò sotto un ponte e restò lì tutta la notte. Il giorno dopo andò a scuola e si scusò con Franco. Il bidello lo perdonò, e, anche se Chelone rimase per tutta la vita una tartaruga, visse felice senza nessun rimorso.

Silvestro P., Chiara A., Eva P., Samia S.
Tempo fa in Grecia c’era una classe perfetta… o quasi.
In questa classe c’era Gianni, un bambino chiacchierone e fastidioso.
Un giorno la professoressa interrogò Bianca, una bambina splendida, con soffici boccoli e occhi azzurri come il mare.
Appena la prof. le fece la prima domanda, Gianni iniziò a parlare e Bianca si sentì sovrastata.
Dall’Olimpo Afrodite vide questa scena.
Osservò Bianca che non riusciva a parlare, provò pietà e decise di intervenire.
Chiamò Era, famosa per il suo spirito vendicativo, e le chiese aiuto per punire Gianni.
Le due scesero sulla terra e, mentre Gianni elencava le caratteristiche della giada, Era lo trasformò proprio in una giada, così si sarebbe ricordato per sempre la sua ultima parola.
Poi presero una catenina, vi appesero il minerale e regalarono la collana a Bianca, che la portò al collo per sempre.

Nicoló V., Cristian S., Melania F.
Un giorno a Sparta, nell’antica Grecia, un ragazzo di nome Francesco Augusteo decise di organizzare una festa per il suo compleanno e invitò tutti i suoi amici.
Francesco si rivolse a Era, simbolo della fedeltà, e le chiese di poter utilizzare gli spazi scolastici promettendo di averne cura.
Durante la festa tutti si divertirono, però lasciarono la scuola sporca e in disordine.
A festa conclusa Era, famosa per essere vendicativa, ricevette da Ermes la notizia del poco rispetto che i ragazzi avevano avuto degli spazi scolastici. Infuriata decise di punirli: alla fine di ogni giornata di scuola avrebbe fatto trovare ai ragazzi la classe sporca e loro l’avrebbero dovuta pulire.
Da quel momento in poi i ragazzi furono sempre rispettosi nei confronti della classe e di tutti gli ambienti che li circondavano.

Sofia Vittoria R., Giulio R., Julio Ernesto C., Samia C.
C’erano due ragazzi, Tommaso e Carlo. Carlo aiutava Tommaso con la merenda quando non l’aveva, e con i compiti quando era in difficoltà. Tommaso non lo ringraziava mai, anzi, lui e altri ragazzi lo bullizzavano perché era un secchione. Una mattina, prima di andare a scuola, Tommaso si svegliò e vide che il suo volto era pieno di scritte: erano tutte le volte che Carlo lo aveva aiutato o gli aveva dato la merenda. Provò a toglierle senza riuscirci, ma decise comunque di andare a scuola. Una volta arrivato non ebbe il tempo di salutare che tutti risero alla vista della sua faccia. Triste e piangente, corse in bagno dove gli apparve Zeus che gli disse di scusarsi con Carlo. Così fece, senza badare alle risate degli altri. Quest’ultimo lo perdonò e subito dopo tutte le scritte si trasformarono in stickers, facili da togliere, che diede a Carlo mentre diceva: “Grazie per avermi aiutato”.

Tomas Adrian D., Lorenzo M., Giovanni P., Federico S.
In una classe arriva un nuovo studente molto timido, ma molto bravo a scuola.
Dopo un po’ di tempo i compagni, invidiosi, iniziano a prenderlo in giro e a costringerlo a fare i loro campiti. Lui non riesce a ribellarsi, così ogni giorno, dopo la scuola, torna a casa piangendo e pian piano si esaurisce. Sentendo il suo lamento, Zeus si trasforma in un passerotto per indagare.
Una volta capita la situazione, assume le sembianze di un insegnante. Così una mattina, durante una sua finta lezione, fa un discorso alla classe, spiegando l’importanza della gentilezza e dell’ospitalità.
Poi rivela la sua vera identità agli studenti e punisce i bulli trasformandoli in gessetti, che vengono consumati di giorno, mentre di notte si rigenerano. Zeus li punisce in questo modo per fargli capire come si sentiva il compagno quando veniva deriso.

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