“Come faccio a diventare un editor?”

Sara Gavioli
Diario di una editor come tante
3 min readNov 8, 2017

(Altrimenti detto: “Ma sei sicuro sicuro?”)

Tipico aspirante editor alle prese con l’addestramento.

Vi svelo un segreto: in ogni singolo corso di editoria che ho frequentato (e sono parecchi), la prima lezione è stata identica. Lo stormo di giovincelli ingenui aveva di fronte un professionista affermato, diverso ogni volta, ma con in bocca sempre la stessa domanda: “Siete proprio sicuri?”

Non solo: al corso della Marcos y Marcos, all’incauta domanda di un giovanotto speranzoso che intendeva sapere quale suggerimento l’editore avesse per gli aspiranti redattori, quello ha risposto: “Il consiglio migliore possibile è di lasciar perdere, se è un sogno romantico”.

Che tristezza, vero? Devo dire, però, che non posso dirmi in disaccordo con questi inquietanti presagi. Il 99% di chi si iscrive a un corso editoriale, infatti, è animato da due possibili forze mistiche: il romanticismo o la sete di potere.

Se siete redattori romantici, il vostro desiderio è di venire pagati per leggere. Cioè, pensa che figata! In fondo a voi leggere piace un sacco: siete il tipo di persona che fa diciotto post al giorno parlando del profumo della carta, che colleziona fotografie di immense biblioteche e sogna di vivere dentro una libreria, per leccare le pagine che creano cotanta eccitazione. In questo caso, ecco il mito da smontare: non funziona così. Lavorando in una redazione, o da freelance, le vostre letture saranno per la maggior parte problematiche. Specialmente se farete anche valutazione. Lasciate perdere dunque l’amore per l’arte e per la letteratura: cose stupende, siamo d’accordo, ma non è questo il punto. Tutti quanti potremmo esordire, presentandoci, con il classico discorso su che bei lettori siamo, ma di questo, qui, non interessa a nessuno. Il romanticismo lasciamolo a casa.

Se siete redattori frustrati, è probabile che siate anche autori. Avete deciso di diventare editor perché si guadagna di più, rispetto a quel che si prende scrivendo; e soprattutto perché volete essere voi a decidere cosa viene pubblicato. Basta con questi editori venduti! Voi sapete cosa è giusto; gli altri non capiscono un tubo! Bene. Se rientrate in questa categoria, state fermi un secondo e sedetevi. Se vi interessa lavorare in campo editoriale, dovrete lasciar stare l’idea di potere: non ne avrete. Mai. Per niente.

Ogni giorno, qualcuno mi domanda come si fa a diventare editor. Perfetto: partiamo da qui. Ora prendete uno specchio. Sì, prendetelo. Fatto? Ottimo. Guardatevi negli occhi e fatevi una domanda: esiste in voi quel romanticismo o quella sete di potere? Se sì, non lavorerete in editoria. Chiaro? Se la cosa vi interessa, dovete liberarvi di queste idee che dimostrano una scarsa conoscenza del settore. Prima ancora di leggere tanto, o di fare settantasei corsi, quel che vi serve è questo. Ehi, lo avete preso, quello specchio? Mica scherzo, eh.

Ma allora, cosa bisogna fare? No, no, non ci siamo capiti. Fermi. Osservate la vostra faccia, guardatevi negli occhi: riflettete. Il percorso, miei cari, inizia da qui.

Continua… ?

Sara Gavioli vive a contatto con le storie: ne legge, ne scrive e ne sceglie per diverse realtà editoriali. Lavora come editor freelance e nel tempo libero colleziona corsi di editoria. Da grande vuole diventare una vecchietta eccentrica.
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