Elezioni in Germania e compagine di Governo — il punto della situazione

Unione-Liberali-Verdi in maggioranza. Spd e AfD principali partiti all’opposizione. Tre poli a confronto.

Daniele Amatulli
Diario di uno storico in erba
4 min readSep 29, 2017

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Il Cdu ha preso il 33% dei voti (-8,6% rispetto al 2013), e nel Bundestag avrà 246 seggi. L’Spd ha raccolto il 20,5% dei consensi (-5,2), che si tradurranno in 153 seggi. Terza forza, al suo ingresso al parlamento, diventa il partito populista di destra Alternative fuer Deutschland (AfD), con il 12,6% dei consensi (+7,9) e 94 seggi parlamentari. Tornano i Liberali, con il 10,7% (+6) e 80 seggi. La sinistra di Linke ha ottenuto il 9,2% (+0,6) e 69 seggi.

Le elezioni in Germania ci restituiscono un vincitore indiscusso, un nuovo-vecchio nemico da sconfiggere e uno sconfitto forse un po’ troppo sopravvalutato.

La vincitrice indiscussa è la Merkel, un po’ meno il suo partito, il Cdu alleato con il Csu, che si ferma al 33%. Vincitrice, seppur con una vera e propria emorragia di voti, più per le indiscusse capacità politiche che per il semplice risultato elettorale. Nel giro di cinque anni, da un’elezione all’altra, coglie le istanze degli elettori e sbilancia la compagine di governo a Destra. Niente più Grande Coalizione con il principale partito di Centrosinistra; già dal giorno successivo alle elezioni, Merkel è a lavoro per la formazione di un esecutivo che preveda Verdi e Liberali. Gioca a favore di questa scelta il tema principale della campagna elettorale: l’immigrazione. Capace di caratterizzare quello e quell’altro partito, di spingere il singolo elettore a votare per quello o quell’altro leader. Il 60% degli elettori ha votato in base a quel tema. Un numero elevatissimo, che necessariamente ci deve in qualche modo allertare. Per chi non ci fosse ancora arrivato, anche in Italia il tema principale su cui molti partiti si giocheranno la partita per la leadership di governo sarà proprio l’immigrazione. E il terreno del populismo è impervio; persino illuminando il percorso con il lume della ragione, camminiamo su un terreno che non è il nostro.

“I partiti tradizionali non hanno trovato risposte convincenti alla crisi dei migranti che è un tema che preoccupa profondamente i tedeschi”, ha detto a Repubblica. “Molti elettori di AfD sono persone normali con preoccupazioni che sin dall’inizio sono state bollate come razziste o neonaziste. Così li abbiamo spinti in un angolo dell’estremismo: ma questo non aiuta, anzi”. E’ stato un “errore immenso” indicare come “estremisti” i sostenitori di AfD, dice Schneider.

Alexander Gauland, candidato Cancelliere dell’Afd. In una intervista si disse “orgoglioso” dell’operato dei soldati tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale.

E’ errato immaginare un partito populista di Destra in Germania come fu il partito nazionalsocialista negli anni ’30-’40. La storia è ciclica, spesso si ripercorrono errori del passato, ma sempre con quelle caratteristiche del periodo storico preso in esame. Difficile vedere, quindi, un nuovo Hitler sulla scena politica tedesca. E’ altresì vero che ciò non deve distoglierci dall’obiettivo cardine di tenuta democratica. Seppur con caratteristiche diverse, con temi e slogan tutti nuovi, lo spettro del totalitarismo è sempre dietro l’angolo. Queste elezioni ne sono la riprova. Cdu-Csu perdono quasi un milione di voti a favore di AfD. Se i sondaggi lo davano all’8%, questo totalizza il 12%, diventa di diritto la terza forza in Parlamento e prende 94 seggi.

Il leader dei socialisti tedeschi (Spd) Martin Schulz ha deciso di non fare alcuna coalizione con la Cdu di Angela Merkel. L’Spd che aveva nel precedente Parlamento il 26 per cento, in quello attualmente eletto è al 20 e questa è la ragione che ha motivato il passaggio dei socialisti all’opposizione.

Martin Schulz, candidato Cancelliere con l‘Spd, principale partito di Centrosinistra. Perde il 5% e si sposta all‘opposizione. Niente coalizione con la Merkel.

Il più grande dei sconfitti, che inevitabilmente farà da contrappeso al prossimo esecutivo, è Martin Schulz candidato dell’Spd. L’Europa perde uno dei principali tecnocrati, la Germania il perno su cui girava la Grande Coalizione di Centrosinistra. Senza l’Spd, Merkel è costretta a sbilanciarsi a Destra. Nello stesso tempo disegna uno scenario inedito: dando per assodata la coalizione di Governo composta da Unione-Liberali-Verdi, il paese è ora composto da tre importanti poli apparentemente opposti: da una parte, appunto, la Merkel che con i Liberali deve ripensare alla politica di accoglienza, oltre a portare ad un probabile e ulteriore giro di vite all’austerity; dall’altra, all’opposizione, il principale partito di Centrosinistra, che per la natura stessa dell’alternanza Destra-Sinistra (che poi è in soldoni Socialisti-Liberali) si ritroverà potenzialmente da sola nelle battaglie sull’immigrazione e in campo economico; dall’altra ancora la terza forza, quella dell’Afd, anch’essa in opposizione, probabilmente tanto distante dall’Spd quanto da Cdu-Csu.

Sarà interessante a questo punto, se non addirittura cruciale, il ruolo dell’opposizione dell’Spd, a mio avviso e modesto parere. Se c’è una forza capace di rosicare consensi, di sgretolare la forza populista dagli stessi scranni dell’opposizione, quella è proprio l’Spd. Seconda forza in Parlamento, prima forza in opposizione. Europa, Austerity da superare, tenuta democratica della nazione traino dell’Europa: solo alcuni degli obiettivi da perseguire da Merkel e Schulz, seppur su posizioni differenti.

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