Il Governo dei Leghisti Honesti — sintesi di un colpo di fulmine

Daniele Amatulli
Diario di uno storico in erba
3 min readMar 27, 2018

Mettiamola così: si delinea una situazione che abbraccia la curiosità e insieme il timore. Mi spiego:

Di Maio cederebbe i principali ministeri alla Lega, in cambio vuole che sia lui il premier. Per imprimere una "direzione politica", a suo dire. E questo spiega la spinta che si sta dando all'alleanza con la sola Lega, non con tutto il centrodestra. Come coalizione, rappresenterebbero la forza politica più forte; alla conta dei seggi

alla Camera e al Senato il centrodestra ne ha rispettivamente 260 e 135, contro i 221 e 113 dei 5 stelle

i 5 stelle risulterebbero schiacciati. Con la sola Lega, si parla di due forze con "peso" molto differente (in percentuali: Lega al 17%, 5 stelle al 33%), e questa volta a favore dei 5 stelle.

Di Maio lo sa, ovviamente anche Salvini. Apre a tutto, anche al reddito di cittadinanza, ma sul premier chiede un nome terzo. Che è come chiedere di fare sintesi tra le due forze, il ché sarebbe interessante considerata la storia del Movimento. Chissà quale sarà l’epilogo... Chissà quali i risvolti. Vorrei chiedere agli elettori di centrosinistra che hanno (legittimamente) votato 5 stelle: lo fareste ancora?

A tal proposito, apro un’altra parentesi: la trasversalità del Movimento 5 Stelle. Che da una parte ha un potenziale enorme, almeno dal punto di vista elettorale, ma che costringe a fare i conti con sé stessi nel momento della responsabilità. Non si sta parlando della Democrazia Cristiana, che incarnava il centro politico e il perno su cui roteavano i Governi. Se spostarsi più a Sinistra o più a Destra, era deciso sulla base, in soldoni, di mozioni congressuali, risultati elettorali e valutazioni politiche. Ma sempre valutazioni politiche rimanevano. Il Movimento 5 Stelle è diventata forza trasversale facendo un netto distinguo tra “loro” e gli “altri”. Ponendosi al di sopra del tradizionale arco politico Sinistra-Centro-Destra. Questo, all’atto pratico, o si traduce in una alleanza con tutte le principali forze, o ad una legge elettorale che conceda un Governo stabile, un vincitore netto (chi ha detto “premio di maggioranza”?). E non lo dico da presunto politologo, ma semplicemente seguendo un ragionamento logico. E invece la pantomima della squadra di Governo pare quasi dimenticata, ma sul programma i grillini non cedono di un passo; nello stesso tempo, concedendo i principali ministeri, aprono le porte anche ad un lavoro della Lega di allargamento del proprio elettorato. Come potrebbe non essere considerata identitaria una scelta come questa?

A Salvini, secondo i calcoli del M5S, farebbero gola Economia o Sviluppo economico, Interno, Difesa, Agricoltura e magari Trasporti

Piccola valutazione a latere: già decidere di cedere i MINISTERI più importanti, è una scelta politica che dovrebbe far riflettere. Che direzione politica puoi imprimere se agli interni (dovrebbe affrontare il tema dell’immigrazione), ad esempio, ci metti un leghista?

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