La corsa al 40%

Daniele Amatulli
Diario di uno storico in erba
2 min readSep 26, 2017

Con delle compagini che arrivano appena al 30%.

“Addò ama scì che stà squadre?”, direbbe qualcuno.

È la prima cosa che mi sono detto leggendo i più recenti sondaggi sulle principali forze politiche. PD di ferma al 29% circa; M5S attorno al 26%; in leggera flessione anche Forza Italia e Lega, a favore dei Fratelli D’Italia che arrivano al 5%. Un quadro preoccupante. Le due principali forze politiche, la cui alleanza è solo un sogno ad occhi aperti, potrebbero governare solo con l’appoggio di altre forze. Il centro-destra, se si presentasse compatto, andrebbe più vicino di tutti alla vittoria delle elezioni. Ma, tolto eventuali sconvolgimenti, nemmeno questo basterebbe a dare al paese un governo stabile.

Il 40% è lontanissimo, per tutte le forze politiche. E intanto si sta ancora ad ascoltare chi — per opportunità politica — preferisce andare ad elezioni anticipate, nonostante questo possa portare il paese nel caos. Tra fughe in avanti e decisi passi indietro, mi compiaccio nel vedere il cambio di direzione di Matteo Renzi.

Compresa la frammentazione preoccupante del centrosinistra, pare secondaria la data delle elezioni. Ma va’ messo tutto in discussione!

Mettiamo da parte le scissioni. Piuttosto che dividere ulteriormente — dando il paese in pasto a forze euroscettiche o identitarie –, dobbiamo includere tutte le forze propulsive del centrosinistra. Continuare con la propria linea politica pensando che dopo il 4 Dicembre non ci siano stati sconvolgimenti interni e esterni, è semplicemente irrealistico. Vorrebbe dire correre per un candidatura senza nemmeno l’appoggio unanime del proprio partito, a cui solo in parte è stata concessa libertà di dibattito e critica interna.

Siamo ad un bivio. Il Partito Democratico deve misurarsi con sé stesso. Il suo volto va’ ripensato e ridiscusso insieme, ad ogni livello. Non ho intenzione di farvi perdere tempo con i miei riposizionamenti: non bisogna dare nulla per scontato; senza pregiudizi bisogna affrontare il futuro del nostro partito, della rappresentanza, dei territori, dei singoli circoli e con ogni componente di essi.

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