QUESTIONE DI CITTADINANZA — IUS SOLI PER L’INTEGRAZIONE
Un tema da prendere con le pinze. Pro o contro. Due estremi a confronto che non annoverano vie di mezzo.
Tanto si è discusso sullo Ius Soli, tante sono state le opinioni espresse, come numerose sono le frasi intenzionalmente false dette a proposito. Nel momento in cui si è andato a prendere l’elemento della Cittadinanza, abbiamo incominciato a vedere reazioni piuttosto forti, rigurgiti di un nazionalismo xenofobo che non si vede da almeno 70 anni. Legare a stretto giro l’identità nazionale alla sola cittadinanza è una superficialità che in questo periodo storico non ci possiamo permettere.
A questo punto andrebbe colta la prospettiva in cui si vede il problema dei flussi migratori e dell’integrazione: la concessione della cittadinanza, a parer mio, è il miglior mezzo per concedere — prima di ogni altra cosa, mi permetto di dire — diritti e anche doveri. Dalla cittadinanza parte un senso di appartenenza ad una comunità che tutta insieme compone una nazione. Il colore della pelle non può escludere qualcuno dal farne parte.
Questo è ovviamente un ragionamento ampio; sui generis, direbbe qualcuno. Ecco, parlando in questi termini sarebbe semplice incappare nel disaccordo più totale, a secondo del luogo in cui lo si dice. Si pensa, a primo acchito, che la cittadinanza venga concessa totalmente a caso. Senza stabilire uno o più parametri di individuazione. Questo accadrebbe nel momento in cui non si ha ben in mente che l’obiettivo è proprio l’integrazione!
Tentiamo rapidamente di riassumere la situazione dal punto di vista giuridico-istituzionale: in Italia la norma vigente è lo Ius Sanguinis che prevede
La proposta in discussione in Parlamento riguarda invece l’introduzione dello Ius Soli Temperato e Ius Culturae
Da notare un primo ed essenziale elemento: si pensa di concederla ai minori, seguendo per altro il parametro dell’impegno scolastico. Bambini, ragazzi che a prescindere dal contesto famigliare, vivono, studiano, giocano, socializzano nelle scuole pubbliche o private che siano. Ma nel nostro paese, in compagnia di bambini e ragazzi a cui la cittadinanza è stata concessa di diritto alla nascita, la cui appartenenza ad una nazione non è mai stata messa in discussione.
Penso che lo Ius Soli possa effettivamente essere uno strumento essenziale, in concerto con scuola e istituzioni, per far integrare nel nostro tessuto sociale i più giovani “migranti” che per altro possono dire di poter condividere con noi la stessa terra natia. La politica, le istituzioni e persino la scuola, non possono però andare lontano se il nostro tessuto sociale si rivela essere poco permeabile. Ognuno di noi ha un ruolo importantissimo. Un primo passo è informarsi e sostenere lo Ius Soli in Parlamento.