QUESTIONE DI CITTADINANZA — IUS SOLI PER L’INTEGRAZIONE

Un tema da prendere con le pinze. Pro o contro. Due estremi a confronto che non annoverano vie di mezzo.

Daniele Amatulli
Diario di uno storico in erba
4 min readDec 9, 2017

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Tanto si è discusso sullo Ius Soli, tante sono state le opinioni espresse, come numerose sono le frasi intenzionalmente false dette a proposito. Nel momento in cui si è andato a prendere l’elemento della Cittadinanza, abbiamo incominciato a vedere reazioni piuttosto forti, rigurgiti di un nazionalismo xenofobo che non si vede da almeno 70 anni. Legare a stretto giro l’identità nazionale alla sola cittadinanza è una superficialità che in questo periodo storico non ci possiamo permettere.

A questo punto andrebbe colta la prospettiva in cui si vede il problema dei flussi migratori e dell’integrazione: la concessione della cittadinanza, a parer mio, è il miglior mezzo per concedere — prima di ogni altra cosa, mi permetto di dire — diritti e anche doveri. Dalla cittadinanza parte un senso di appartenenza ad una comunità che tutta insieme compone una nazione. Il colore della pelle non può escludere qualcuno dal farne parte.

Questo è ovviamente un ragionamento ampio; sui generis, direbbe qualcuno. Ecco, parlando in questi termini sarebbe semplice incappare nel disaccordo più totale, a secondo del luogo in cui lo si dice. Si pensa, a primo acchito, che la cittadinanza venga concessa totalmente a caso. Senza stabilire uno o più parametri di individuazione. Questo accadrebbe nel momento in cui non si ha ben in mente che l’obiettivo è proprio l’integrazione!

Tentiamo rapidamente di riassumere la situazione dal punto di vista giuridico-istituzionale: in Italia la norma vigente è lo Ius Sanguinis che prevede

che si possa diventare cittadini italiani al compimento del 18° anno a patto che abbia sempre mantenuto la residenza nel nostro paese.

La proposta in discussione in Parlamento riguarda invece l’introduzione dello Ius Soli Temperato e Ius Culturae

IUS SOLI TEMPERATO:

possono fare richiesta per ottenere la cittadinanza italiana i minori nati in Italia da genitori di Paesi terzi, solo se uno dei due genitori ha un permesso di soggiorno permanente o ha un permesso di soggiorno di lungo periodo nell’Unione Europea (da almeno 5 anni).

Di conseguenza se il genitore in possesso di permesso di soggiorno non proviene dall’Unione Europea, deve aderire ad altri tre parametri:

– deve avere un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale;

– deve disporre di un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge;

– deve superare un test di conoscenza della lingua italiana.



IUS CULTURAE:

Possono chiedere la cittadinanza italiana i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno cinque anni e superato almeno un ciclo scolastico (scuole elementari o medie). I giovani nati all’estero, che giungono nel nostro Paese fra i 12 e i 18 anni, potranno ottenere la cittadinanza dopo aver abitato in Italia per almeno sei anni e aver superato POSITIVAMENTE un ciclo scolastico di 5 anni o un corso di formazione professionale.

Da notare un primo ed essenziale elemento: si pensa di concederla ai minori, seguendo per altro il parametro dell’impegno scolastico. Bambini, ragazzi che a prescindere dal contesto famigliare, vivono, studiano, giocano, socializzano nelle scuole pubbliche o private che siano. Ma nel nostro paese, in compagnia di bambini e ragazzi a cui la cittadinanza è stata concessa di diritto alla nascita, la cui appartenenza ad una nazione non è mai stata messa in discussione.

Penso che lo Ius Soli possa effettivamente essere uno strumento essenziale, in concerto con scuola e istituzioni, per far integrare nel nostro tessuto sociale i più giovani “migranti” che per altro possono dire di poter condividere con noi la stessa terra natia. La politica, le istituzioni e persino la scuola, non possono però andare lontano se il nostro tessuto sociale si rivela essere poco permeabile. Ognuno di noi ha un ruolo importantissimo. Un primo passo è informarsi e sostenere lo Ius Soli in Parlamento.

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