Tra la #maratonamentana e Montesilvano

Nicola Maiale
diariodiunsegretario
2 min readSep 21, 2020

Giornata lunga, quella odierna, un lunedì di quelli che sembrano durare un paio di giorni, tra il primo temporale dell’autunno ed i risultati del referendum prima e quelli delle regionali dopo. Nel mentre ho incontrato il gruppo consiliare democratico di Montesilvano (PE), dopo aver dato una prima rassettata alla nostra sede provinciale. Ne è uscita una bella discussione sul lavoro che stiamo portando avanti nella seconda città più popolosa della nostra provincia, guidata da una coalizione di centrodestra a trazione Lega. Diversi i problemi affrontati e sui quali stiamo dando il nostro contributo in Consiglio comunale: il PRG, la questione ambientale, il bilancio. È emersa la necessità di rafforzare il dibattito pubblico sulla Nuova Pescara, attraverso la costruzione di sinergie tra gli amministratori dem di Montesilvano, Pescara e Spoltore nel quadro più ampio dell’area metropolitana. Sfide complicate alle quali può dare risposte solo un partito rinnovato, nel quale costruire un interfacciamento costante tra chi “fa il partito”, i nostri consiglieri comunali e regionali, i nostri parlamentari.

Nota a margine, sulla tornata elettorale. Le elezioni regionali confermano la centralità del Partito Democratico nella costruzione di coalizioni riformiste ed alternative alle destre, dobbiamo usare questo credito per rafforzare le nostre posizioni nel Governo, sui temi economici (centrali, in vista dell’autunno) e su quelli delle riforme istituzionali (una nuova legge elettorale, in primis).

Sul referendum lascio qui la riflessione che ho fatto su Facebook.

“È sulla faglia tra la bolla social ed il paese reale che si ricostruisce la connessione sentimentale tra il centrosinistra — specialmente tra la sua forza organizzata più importante — e le masse popolari.

È su questa faglia che ci siamo collocati — con tutte le difficoltà del caso, come ho sostenuto nelle riunioni di questi ultimi giorni — ed è su questa faglia che dobbiamo stare.

Anche se ci pone qualche timore.

Se i risultati delle regionali confermassero gli exit poll il Partito Democratico avrebbe più credito da spendere nel governo del paese, sulle sue politiche economiche ed anche sulla riforma istituzionale.

Adelante con juicio”.

Sarà importante studiare i flussi elettorali insieme alla composizione sociale e geografica del voto ma sono pronto a scommettere che la faglia è quella che separa i gruppi dirigenti del centrosinistra, i ceti medi riflessivi, gli intellettuali progressisti (schierati per il SI) da quelli che una volta avremmo chiamato i ceti popolari (che hanno dato, nelle urne, un sostegno forte al NO).

Nicola Zingaretti ha deciso di collocare il Partito Democratico(con libertà di coscienza, come da Statuto sui temi etici e di rilevanza costituzionale) su quella faglia ed esce fortemente rafforzato da questa tornata elettorale.

Le faglie sono luoghi pericolosi, sicuramente, sulle quali però costruiamo vite, famiglie, case, affetti. La politica è coraggio, innanzitutto.

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Nicola Maiale
diariodiunsegretario

Buone scarpe, orecchie aperte, occhi che domandano. La politica senza sorrisi e senza amici serve a poco.