Vi presentiamo tutti i trailer dei film finalisti ai DIG Awards 2018

Sono 25, e rappresentano il meglio del video-giornalismo internazionale.

DIG Awards
DIG Magazine
6 min readMay 24, 2018

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Da Spy Merchants di Al Jazeera.

Violazioni dei diritti umani, guerre, intrighi internazionali, terrorismo, corruzione e malaffare: le venticinque opere finaliste nelle sette sezioni dei DIG Awards 2018 raccontano la complessità del presente in tutte le sue sfumature.

I lavori sono stati selezionati tra gli oltre 200 in concorso dalla giuria presieduta dal cofondatore di The Intercept, Jeremy Scahill, e composta da Galia Bador (direttrice di Docaviv, festival del documentario di Telaviv), Claudine Blais (produttrice esecutiva di Enquête, programma investigativo della tv pubblica Société Radio-Canada), Alexandre Brachet (fondatore dell’agenzia di produzione francese Upian), Riccardo Chiattelli (direttore di laeffe), Nils Hanson (giornalista di punta della tv svedese SVT), Marco Nassivera (direttore dell’informazione per l’emittente franco-tedesca Arte), Alberto Nerazzini (giornalista freelance già a Report e Anno Zero), Juliana Ruhfus (senior reporter del programma di Al Jazeera English “People & Power”), Andrea Scrosati (executive vice president programming di Sky Italia), Pia Thordsen (giornalista di TV2 Denmark e cofondatrice dell’associazione panaraba di giornalismo investigativo ARIJ), Morten Møller Warmedal (responsabile della sezione documentari dell’emittente norvegese NRK).

La premiazione dei vincitori sarà nella serata di sabato 2 giugno al DIG Festival a Riccione.

Scopriamo insieme tutti i finalisti:

FINALISTI INVESTIGATIVE LONG

Nella sezione Investigative Long, riservata a inchiesta video lunghe fino a 90 minuti, si contendono il premio tre opere internazionali, dedicate a temi tra loro molto diversi.

Killing Pavel, produzione ucraino-rumena firmata da Anna Babinets per l’agenzia Slidstvo.info, ricostruisce la storia dell’assassinio del giornalista bielorusso Pavel Šaramet, ucciso da una bomba piazzata nella sua auto a Kiev nel 2016. Le indagini sull’omicidio portate avanti dal governo si sono rivelate molto deludenti e non hanno portato a risultati concreti. Nel frattempo, un gruppo di giornalisti ha iniziato a investigare privatamente, raccogliendo un’enorme quantità di filmati dalle telecamere a circuito chiuso di residenti e attività commerciali della zona, aprendo interrogativi inquietanti.

The Cost of Cotton, l’inchiesta realizzata da Sandrine Rigaud per France 2 documenta le condizioni estreme dei lavoratori della filiera del cotone, un settore che vale 37 miliardi di euro l’anno: un viaggio dall’Uzbekistan al Bangladesh, tra sfruttamento minorile e vera e propria schiavitù. I tessuti che indossiamo sono davvero prodotti in modo responsabile come indicano certe etichette?

Simon Boazman, Peter Charley, Colin McIntrye, Phil Rees di Al Jazeera Investigations hanno indagato sotto copertura sul traffico di software per lo spionaggio. L’inchiesta Spy Merchants rivela come sia possibile acquistare spyware estremamente invasivi, in grado di catturare le comunicazioni elettroniche di una città intera, rivolgendosi a un mercato semi-clandestino dove viene ignorata o aggirata qualsiasi regola: un mercato che favorisce dittatori di tutto il mondo e passa anche per l’Italia.

FINALISTI INVESTIGATIVE MEDIUM

Segreti di regime, diritti umani e intrecci tra criminalità e politica per le opere finaliste nella categoria Investigative Medium, che premia inchieste video fino a 27 minuti di durata.

North Korea: The Death of Kim Jong-nam, a cura del team investigativo del programma di Al Jazeera 101 East e della giornalista australiana Mary Ann Jolley, ha indagato sull’assassinio del fratellastro del leader nordcoreano Kim Joung-un, morto per avvelenamento all’aeroporto di Kuala Lumpur, in Malaysia, nel febbraio 2017, dopo un lungo esilio. Un omicidio avvenuto in circostanze poco chiare, che ha portato i giornalisti ad addentrarsi tra paranoie e misteri della Corea del Nord.

Mouhssine Ennaimi, della tv turca TRT ha raccontato in Silent Death on Syrian Journey attraverso interviste e testimonianze esclusive le storie estreme di alcuni profughi siriani, costretti a vendere i propri organi a trafficanti spietati in cambio di un passaggio verso l’Europa.

In finale nella categoria c’è anche una produzione italiana: Bloody Money, l’inchiesta firmata da Sacha Biazzo per di Fanpage.it: un’indagine sul traffico di rifiuti e sul sistema di corruzione politica che c’è dietro tra gare truccate, sversamenti illeciti e tangenti. Per sei mesi il giornalista ha infiltrato una sua fonte, l’ex collaboratore di giustizia Nunzio Perrella, nel giro di faccendieri che gravitano intorno alla Regione Campania.

FINALISTI REPORTAGE LONG

Tra i video reportage fino a 90 minuti di durata in concorso, c’è una forte presenza francese.

Kompromat, realizzato per France 2 da Tristan Waleckx e Guillaume Beaufils, si sofferma sulle vittime e sui responsabili dei dossieraggi e montature mediatiche orchestrate dal governo di Putin. Nel documentario viene anche rivelata per la prima volta la storia di un espatriato francese costretto a fuggire dalla Russia in seguito ad accuse infamanti.

Il lato oscuro dell’industria del pomodoro è invece al centro di The Empire of the Red Gold, coproduzione franco-canadese. Jean-Baptiste Malet e Xavier Deleu raccontano la storia dell’ortaggio più consumato al mondo e le conseguenze del suo commercio mondiale, in un viaggio tra Africa, Italia, Cina e America.

Il terzo finalista della sezione è invece un documentario prodotto dal Guardian (USA-Regno Unito) e realizzato da David Felix Sutcliffe: White Fright ricostruisce la vicenda del tentato attacco contro la comunità islamica e afroamericana di Islamberg, nello Stato di New York, pianificato da Robert Doggart. Per gli USA sarebbe stato l’atto terroristico più cruento dall’Undici settembre ma Doggart non è mai stato incriminato per terrorismo.

FINALISTI REPORTAGE MEDIUM

Nella categoria che premia i video reportage con lunghezza fino a 27 minuti si parla di fronti caldi nel Medioriente e di persecuzioni meno note in Sud America.

Iraq: Dying for Mosul, prodotto dall’emittente franco-tedesca ARTE e firmato da Bernard Genier, racconta le rischiose operazioni di soccorso messe in atto in Iraq da un’ONG cristiana fondata da un ex soldato statunitense, che ha lasciato l’esercito per dedicarsi all’attività umanitaria. A Mosul le sue squadre d’intervento hanno lavorato a pochi passi dal fronte, mettendo in salvo civili e bambini tra le violenze della guerra.

È una produzione ARTE anche Raqqa: The Battle of the Euphrates, realizzata da Sophie Nivelle-Cardinale e Sylvain Lepetit, che documenta i giorni della liberazione dell’ex capitale dello Stato Islamico. I due reporter francesi sono entrati nell’ex capitale dello Stato Islamico al seguito dei soldati curdi delle Forze democratiche siriane, sostenuti dalla Coalizione internazionale: il risultato sono video esclusivi e di straordinario valore storico e giornalistico.

Monoculture of Faith di Joana Moncau per la tv brasiliana Futura, invece, denuncia le violenze dei gruppi evangelici del Mato Grosso do Sul sulle popolazioni Guarani Kaiowá che rifiutano di abbandonare i tradizionali culti sciamanici e la rete di conflitti sottostanti che contrappongono leader investiti di un potere ancestrale e nuovi attori politici.

FINALISTI SHORT

Per la categoria Short, che premia lavori videogiornalistici di durata fino a 12 minuti, si contendono la vittoria tre opere prodotte in Italia.

Coltan Mines è un servizio realizzato da David Chierchini e Matteo Keffer per la trasmissione Nemo di Rai 2. Documenta l’inferno delle miniere del Congo, uno degli Stati più poveri al mondo, dove si estrae l’80% della produzione mondiale del coltan, una roccia nera fondamentale nella fabbricazione di quasi tutti i telefoni cellulari del pianeta.

Sempre per Nemo di Rai 2, Emanuele Piano ha firmato Doping, il mistero di Alex Schwazer, un lavoro che fa luce su uno dei casi di doping più famosi degli ultimi anni (e sulla sua gestione controversa), quello del marciatore altoatesino Alex Schwazer, vincitore della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Pechino 2008 e poi squalificato.

Francesca Nava è invece in finale con Ceuta nascosta, il servizio realizzato per la trasmissione di La7 Piazza Pulita: un viaggio nell’enclave spagnola in Marocco che non è solo la destinazione di migliaia di migranti che sognano l’Europa, ma anche un nascondiglio per i reclutatori dell’Isis e un punto di transito per numerosi jihadisti.

FINALISTI MASTERS

La categoria Masters, riservata a documentari di taglio cinematografico, la sfida è tra un’opera italiana, una tedesca e una statunitense.

Roma. Golpe capitale di Francesco Cordio racconta l’ascesa e la caduta dell’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, svelandone anche alcuni retroscena inediti.

Truth Detectives, prodotto in Germania e firmato da Anja Reiss, documenta l’impatto delle nuove tecnologie nelle indagini sui crimini di guerra: usando strumenti d’avanguardia gli “investigatori digitali” cercano di assicurare alla giustizia chi ha violato i diritti umani.

This is Congo di Daniel McCabe offre uno sguardo inedito sul conflitto che insanguina la Repubblica Democratica del Congo, attraverso le storie di quattro personaggi: un informatore in incognito, un comandante dell’esercito, una trafficante di pietre preziose e un sarto sfollato.

FINALISTI DIG PITCH

Infine, i sei progetti d’inchiesta selezionati nella categoria DIG Pitch, che si contenderanno un premio di produzione di 15.000 euro e la possibilità di realizzare il montaggio di uno dei lavori presso la sede di Sky Italia a Milano.

I temi spaziano dal movimento No Tav in Val di Susa al narcotraffico, dalle battaglie contro le multinazionali ai whistleblower, dalla tratta delle prostitute nigeriane ai troll online. Ecco i nomi dei finalisti: Alta felicità di Rosy Battaglia, Il primo Anello di Vito Foderà, Miracolo d’agosto di Gianluca Loffredo e Sandro Di Domenico, Never Whistle Alone di Marco Ferrari , Sex Slavery: In The Name of God di Francesco Murana e The Rise of the Social Bots di Emanuele Piano.

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