Umberto Eco, gli imbecilli digitali, e la scuola italiana
#DigitalTalk con la Maestra Paola
Gabriele: I media hanno dato molta importanza al “discorso sugli imbecilli” di Umberto Eco, o almeno, ad alcune parti di esso. C’è un passaggio in particolare, che secondo me vale la pena approfondire con la Maestra Paola: «uno dei grandi problemi della scuola italiana è aiutare i ragazzi a filtrare le informazioni su Internet».
Maestra Paola: «Quando parliamo di aiutare i ragazzi a filtrare notizie provenienti dal Web ovviamente ci riferiamo al fatto che sia necessaria un’ educazione, a mio avviso sin dalle prime classi della scuola primaria, all’utilizzo e alla corretta navigazione nel Web. I nostri bambini e ragazzi sono continuamente sottoposti a stimoli 2.0, ci basti guardare le tante mamme che al semaforo li intrattengono facendoli giocare con il proprio cellulare. Il problema rimane sempre quello di cosa fanno con uno smartphone o un tablet tra le mani. Come insegnante, ma come adulto in primis, io sento il dovere morale d’informarmi, di studiare, di creare le migliori situazioni di apprendimento in cui i miei alunni possano usufruire del valore didattico del mondo 2.0 in cui sono nati. Dall’altra parte vedo tanti genitori, spesso anche amici che non badano affatto a quale applicazione i figli stiano usando (causando spese eccessive per via di download di certo non autorizzati da loro) o permettono una navigazione su Youtube senza controllo. Ecco, questo è un aspetto che non mi piace affatto».
Gabriele: Quindi colmare il “divario digitale” dei genitori è importante tanto quanto educarne i figli. Immagino dei corsi genitori-figli organizzati dalle scuole, magari con il supporto di associazioni o enti preposti. Sogno ad occhi aperti?
Maestra Paola: «Sì, colmare il divario digitale tra genitori e figli è estremamente importante. Superare il gap generazionale permetterà ai genitori di avere un maggior controllo e consapevolezza sulla crescita dei figli. Capita molto spesso che siano gli stessi genitori a chiedere informazioni, e la maggior parte delle volte sono più entusiasti dei loro figli per le iniziative digital che propongo in classe. A mio parere però corsi ad hoc per i genitori non otterrebbero lo stesso risultato che invece si ha con piccoli sforzi mirati fatti dal docente, a cui con più facilità si riescono a confessare quelle lacune che mettono in difficoltà i genitori di fronte alle richieste e ai bisogni dei figli 2.0. È un ulteriore lavoro per il docete, questo è certo, ma i risultati ripagheranno appieno gli sforzi compiuti!».
Gabriele: Possiamo quindi certamente affermare che l’alfabetizzazione digitale deve e può partire dalla scuola e dalle famiglie, perchè i così detti “nativi digitali” hanno comunque bisogno di essere condotti (e tutelati) lungo il loro percorso. Non ci dobbiamo però dimenticare appunto dei genitori, e perchè no dei nonni, ricordandoci che superare il Digital Divide non significa solo saper comunicare sul web, o poter navigare su fibra ottica. Significa anche saper usare un computer comprendendone appieno le potenzialità, e poterne disporre nell’uso quotidiano.
Maestra Paola: «Sono perfettamente d’accordo con te, ritengo infatti che proprio perché abbiamo a che fare con nativi digitali, noi adulti, famigliari o docenti, non dobbiamo fare altro che creare e incentivare tutte quelle situazioni in cui i bambini possano mettere in pratica le abilità che sono in loro quasi innate rispetto al digitale e spetta a noi fare in modo che possano tirarle fuori e, perché no, insegnarci qualcosa di bello».
Gabriele: Voglio anzitutto ringraziare Paola per il tempo che ha dedicato a questa #DigitalTalk, ma soprattutto per le prospettive reali che ha condiviso con noi. Ascoltare il punto di vista di una maestra permette una più chiara comprensione del fenomeno Digital Divide. Gli educatori sono coloro che accompagnano le nuove generazioni verso il futuro, contribuendo alla loro formazione intellettuale ed emotiva. Aggiornare i programmi scolastici e le infrastrutture tecnologiche sarà il primo passo verso una nuova è più consapevole società digitale in cui genitori e figli potranno superare con facilità il divario digitale che oggi li separa.