Dan Brown e l’Intelligenza Artificiale
Ho letto tutto d’un fiato Origin di Dan Brown, forse un pò caotico rispetto agli altri libri, ma senz’altro avvincente fino alla fine. Eviterò spoiler vari, e mi concentrerò soltanto sull’aspetto divulgativo del libro, che questa volta preme l’acceleratore sulle nuove tecnologie ed in particolare fa il punto sull’Intelligenza Artificiale da vari punti di vista, forte dei vari successi ottenuti da questa scienza negli ultimi anni in vari settori.
Il primo successo di questi anni è il controverso superamento del test di Turing da parte di un’intelligenza artificiale, come riportato da Wired nel 2014:
[..] “Propongo di considerare la seguente questione. ‘Le macchine sono in grado di pensare?’. Si dovrebbe iniziare con le definizioni dei significati dei termini ‘macchina‘ e ‘pensiero‘”. Scriveva così Alan Turing, il leggendario pioniere dell’informatica, oltre sessant’anni fa. E, naturalmente, aveva pronta una soluzione. “Si può descrivere una nuova forma del problema in termini di un gioco che chiamiamo ‘gioco dell’imitazione’. Si gioca in tre, un uomo (A), una donna (B) e un interrogatore (C ) […]. L’interrogatore è in una stanza a parte rispetto agli altri due. Lo scopo del gioco per l’interrogatore è di determinare chi tra A e B è l’uomo e chi è la donna. Li conosce solo come X e Y, e alla fine del gioco può dire ‘X è A e Y è B’ oppure ‘X è B e Y è A’”. Perché l’interrogatore non possa aiutarsi ascoltando il tono della voce o la calligrafia, le risposte di A e B dovrebbero essere scritte a macchina,(oppure, considerando una versione moderna del test, si dovrebbe usare un sistema di messaggistica istantanea come Whatsapp, n.d.r).
“Ora facciamoci la domanda: cosa succederebbe se una macchina prendesse il posto di A? L’interrogatore sbaglierebbe con la stessa frequenza di errore di quando il test è eseguito da un uomo e una donna? Queste domande sostituiscono la domanda originale: le macchine sono in grado di pensare?”.
La risposta, finora, era un secco no. Nessuna macchina è mai stata capace di ingannare più di un terzo degli interrogatori umani. Finché non è arrivato Eugene Goostman, un computer — o meglio un cleverbot, cioè un programma in grado di sostenere conversazioni — messo a punto da Vladimir Veselov e Eugene Demchenko. Gootstman, in quella che è già stata definita “pietra miliare nella storia dell’informatica”, è riuscito a superare il test di Turing, convincendo il 33% dei giudici che fosse un ragazzo di 13 anni. È successo davanti a una platea d’eccezione, la Royal Society di Londra, “la casa della scienza inglese, la scena dei più importanti avanzamenti scientifici della storia”, ha commentato Kevin Warwick, della University of Reading. [..](Leggi articolo completo qui).
L’evento, data la sua rilevanza, ha subito creato due fronti distinti, tra entusiasti e detrattori, ognuno con le sue ragioni per gridare al miracolo (senz’altro Dan Brown, n.d.r.) o al trucco a seconda dei casi.
Indubbiamente, negli ultimi anni la potenza di calcolo raggiunta dai normali personal computer permette a chiunque di sviluppare i propri cleverbot, per sostenere chat generiche o specifiche su di un certo argomento, ben lontani dalle prime macchine costruite per compiti specifici, come IBM DeepBlue, il primo calcolatore a vincere una partita a scacchi contro un Campione del Mondo in carica, Garry Kasparov, nel 1996.
Sdoganato, seppur con qualche riserva, il fatto che il test di Turing è alla portata dei computer attuali, uniamo l’informazione che la Legge di Moore è valida, almeno fino al 2020, ovvero che ogni 2 anni la potenza si calcolo delle CPU raddoppia.
Dal cocktail ottenuto, si evince che siamo in piena era di sviluppo di soluzioni commerciali basate sull’intelligenza artificiale, sempre più a basso costo e sempre più disponibili a qualunque sviluppatore, per un moltiplicarsi di prodotti in vari ambiti applicativi ad ampio spettro, e non solo quelli di nicchia come l’automotive o i giochi come scacchi e go (quest’ultimo tra l’altro ritenuto imbattibile fino a poco tempo fa da parte dei computer, è ormai “risolto” da Google AlphaGo che sconfigge i Maestri).
Nell’animazione di vede bene come l’andamento esponenziale della Legge di Moore, lenta all’inizio e veloce superata una certa massa critica, ci dia un falso senso di sicurezza di essere ancora lontani dal redde rationem con il mondo delle macchine, di sicuro Dan Brown, con la sua sensibilità di scrittore, avverte tale singolarità a tal punto da scriverci un romanzo, rischiando ad avventurarsi nel mondo della tecnologia, senz’altro con entusiasmo, ma oscillando tra il product placement un po’ imbarazzante di alcune parti, con la citazione di marchi e prodotti, a sprazzi di fantascienza con computer quantici su larga scala, un po’ troppo facili deus ex-machina della situazione.
In Origin siamo ben lontani dalle capacità predittive near-future di William Gibson (ogni tanto rileggo Neuromante sorprendendomi di quanto fosse avanti nel 1984), ma indubbiamente, Origin può essere considerato un’antologia necessaria per fare il punto sull’intelligenza artificiale ed il suo rapporto con il mondo attuale, oltre che un romanzo mainstream.
Nel libro di Dan Brown ci sono ovviamente anche molti altri aspetti relativi all’intelligenza artificiale, come il rapporto con la religione, l’etica, l’economia ed i mass media, il dark web, e molto altro, ma lungi dallo spoiler, mi preme citare brevemente riguardo all’etica, come ormai le Tre Leggi di Asimov siano morte e sepolte, e che questo capitolo della storia è tutto da (ri-)scrivere.
Appendice
Alcuni eventi ad ampia eco relativi all’Intelligenza Artificiale
1950: Test di Turing su rivista Mind
1966: Nasce ELIZA, che non è dotata di intelligenza artificiale, ma può essere scambiata per umana.. (Si può ancora provare qui)
1994: Chinook vince il suo primo torneo internazionale di Dama
1997: IBM DeepBlue batte Gary Kasparov
2007: Chinook “chiude” il gioco della dama non perdendo mai
2011: Apple lancia sul mercato l’assistente virtuale SIRI per smartphone
2015: Alcuni stati permettono la sperimentazione di auto a guida autonoma su strade pubbliche
2016: Google AlphaGo sconfigge i Maestri nel gioco del GO
2017: Google AlphaGo Zero: ovvero l’esperienza umana è obsoleta
2017: DeepStack batte tutti a Texas Hold’em: non solo giochi chiusi…
2017: Primo chip neurale su smartphone Apple X A11 Bionic per il machine learning disponibile sul mercato
Letture Consigliate
Dan Brown (2017), Origin : Intelligenza Artificiale per tutti
William Gibson (1984), Neuromante : Il Libro dei Nerd per antonomasia parlava di Intelligenza Artificiale già nel 1984, ma sembra scritto ieri
Stuart Russel e Peter Norvig (2010), Intelligenza Artificiale : Libro di testo usato attualmente in molti corsi universitari di Intelligenza Artificiale, è anche un’esaustiva guida all’argomento
Film che parlano di vari aspetti interessanti dell’Intelligenza Artificiale
2001: Odissea nello Spazio (1969): Etica dei computer
Wargames (1983): Machine learning ante litteram, dalla tabula rasa alla saggezza, vedi anche AlphaGo Zero
Io, Robot (2004): Ovvero la fine delle Tre Leggi della robotica di Asimov
Jarvis in Iron Man (2008): Internet of Things ed Intelligenza Artificiale (vedi anche mio articolo precedente sull’argomento