L’IoT funzionerà soltanto grazie all’Intelligenza Artificiale

Giovanni Tomassini
Hub dell'innovazione digitale
2 min readOct 17, 2017

Termini come Internet of Things (IoT) e Industria 4.0 sono ormai noti e usati ovunque. Oggi però il dibattito si sposta dalla loro definizione a come farli funzionare nella pratica e creare davvero valore.

L’IoT produrrà sempre più dati (Big Data) e il loro utilizzo è davvero svariato: migliorare la nostra vita nelle Smart City; fornire ai medici i dati in tempo reale dei loro pazienti; ottimizzare la produzione nelle industrie 4.0 (attraverso la manutenzione predittiva delle macchine); creare case smart con elettrodomestici connessi; abilitare comunicazioni critiche tra le auto.

Le possibilità che l’IoT introduce sono infinite.

Con la rapida espansione dei dispositivi e sensori connessi all’IoT, l’immenso volume dei dati creati aumenterà a livelli stratosferici. Questi dati conterranno informazioni di altissimo valore ma solo per chi sarà in grado di gestirli ed elaborarli, correlandoli ed associandoli in nuovi modi.

Fantastico, quindi. Ma qual è il modo più ottimale di analizzare ed interpretare questa grande mole di dati? Chiunque abbia provato ad elaborare dati dell’ordine dei terabyte può confermare quanto questo problema sia grande.

È semplicemente impossibile per un essere umano visualizzare, ed ancor meno comprendere ed interagire, con tali moli di dati attraverso il linguaggio naturale. I normali metodi di analisi, troppo lenti, allo stesso modo falliscono.

Dobbiamo migliorare la velocità e l’accuratezza dell’analisi dei Big Bata con l’aiuto del machine learning, unico modo per tenere il passo con questa enorme mole di dati generata e scoprirne il valore nascosto.

Il machine learning, secondo definizione di Wikipedia è “una branca dell’Informatica e dell’Intelligenza Artificiale che si occupa della costruzione e dello studio di sistemi che possano apprendere dai dati, piuttosto che soltanto eseguire istruzioni programmate”. Fantascienza? Non proprio, in realtà è già presente nella nostra vita quotidiana, basti pensare ai suggerimenti d’acquisto di Amazon basati sulle nostre scelte passate e sullo studio sistematico del nostro comportamento.

Nell’IoT, il machine learning può aiutare le aziende ad analizzare miliardi di dati e condensarli in pochi dati veramente importanti.

Come? Al fine di analizzare i dati immediatamente nel momento che sono generati, occorre che venga fatta prima una fase di training per definire i comportamenti normali, in modo da poter generare degli allarmi o dei fatti, se preferiamo, nel caso di parametri fuori norma, che possano indicare o meglio prevedere una futura condizione critica

La realizzazione dell’IoT dipende dalla nostra capacità di vedere il valore nascosto nel vasto e crescente mare dei big data.

Gli approcci tradizionali non possono scalare ai volumi dei big data: il futuro dell’IoT dipende dal machine learning — vero strumento per trovare gli schemi ricorrenti dei dati, correlazioni ed anomalie che hanno il potenziale di migliorare praticamente qualsiasi aspetto della nostra vita quotidiana.

--

--

Giovanni Tomassini
Hub dell'innovazione digitale

Innovation Manager e Tutor A.I.Polo Universitario Aretino, mi occupo di innovazione ICT da 20+ anni https://tomassini.cloud