ADER: una piattaforma aperta alla co-progettazione

ADER
digital thinkERs.
Published in
4 min readMay 18, 2016

Il 12 maggio scorso ci siamo ritrovati per una prima sessione di brainstorming su cosa si può (si deve?) aggiungere alle linee di progetto in rampa di lancio nel primo programma operativo dell’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna. Se vi siete persi il pomeriggio di lavoro potete rivedere in straming la diretta facebook sulla pagina di E-R Digitale (plenaria del workshop: https://goo.gl/sQgYgR ; le idee proposte: https://goo.gl/iZOct2 ; i risultati dei tavoli di lavoro: https://goo.gl/M9LXPE); mentre qui https://goo.gl/BPbMhk trovate la presentazione utilizzata (presente anche su slideshare
goo.gl/MfQab6
), con un primo ritorno dei risultati dei tavoli di lavoro, aperta ai vostri commenti.

Tre le tematiche del workshop:

  1. banca regionale del dato per favorire individuazione e riutilizzo dati pubblici;
  2. wifi per un accesso ubiquo, libero e gratuito alla rete;
  3. inclusione sociale (formazione digitale, facilitazione digitale e cultura digitale);

Nell’incontro sono emerse, da parte della comunità, 16 idee; di queste le più votate sono risultate:

  1. Marco Montanari: Open data, lavorare sui metadati per facilitarne l’utilizzo, rendere il dato “autoleggibile” (leggibile in tutte le sue parti); Andrea Rocchini: fornire formati omogenei per i dati pubblici;
  2. Annalisa Bolognese: inclusione digitale dei disoccupati e inoccupati a supporto della ricerca attiva; Stefano Kluzer: il digitale e il wi-fi come mezzo per favorire l’inclusione degli stranieri, dei migranti e dei rifugiati;
  3. Rita Bonsi: Pane e Internet anche per le competenze del personale della PA;
  4. Barbara Curcio Rubertini: formazione e facilitatori per il riutilizzo dei dati aperti;
  5. Matteo Fortini: valorizzare ciò che esce dalle soluzioni degli attivisti, promuovere la messa a valore degli open data da parte degli utilizzatori (se fai una app con dei dati aperti poi va valorizzata);

Su queste idee si sono articolati i tre tavoli di lavoro (il tavolo 4 e 5 si sono uniti al primo).

Ecco cos’è emerso, in breve, dai tavoli di lavoro:

Open data — Omogeneizzazione del dato per un più facile riuso: occorre fare un censimento di standard e poi estrarne un formato minimo. L’idea dovrebbe arrivare a un’aggregazione dei dataset. È necessario fare un salto di qualità della strategia open data, che deve andare verso un’interoperabilità del dato. Questa è già perseguita dai LinkedOpenData. Problema della metadatazione per il riutilizzo del dato. Occorrerebbe definire un prototipo di prassi di come si lavora sui dati, per poi procedere a una sua ripetizione. Esempio utile quello della Regione Lazio, che ha messo fuori una ventina di dataset standardizzati sulla Sanità.

Competenze digitali per la PA — La proposta è quella di organizzare corsi online rivolti ai dipendenti della PA che prendano spunto da quelli già promossi dalla Regione Emilia-Romagna sul proprio service desk. In prospettiva questi corsi dovrebbero essere fruiti in forma di webinar, anche per agevolare personale nelle sedi decentrate. A breve verrà sperimentato un webinar, anche per verificare il carico sul server che gestisce l’e-learning. Sono necessari criteri di adesione a questo genere di modalità di apprendimento che non richiedano autorizzazioni formali. I corsi devono essere focalizzati sul problem solving, e non su tecnologie o soluzioni specifiche. Devono essere personalizzati e blended, prevedendo la possibilità di costruire un percorso a partire da un menu di moduli formativi.

Digitale come leva di inclusione e facilitazione all’integrazione — A partire dalle categorie di cittadini più deboli, immigrati e disoccupati. Una prima possibilità viene dal walled garden di Wisper, senza autenticazione, mediante i quali è possibile far circolare messaggi georeferenziati specifici per gli immigrati. Si può quindi ipotizzare di sperimentare l’erogazione di servizi di tipo informativo (in ottica “push”) per quanti frequentano i luoghi dove sono collocati i punti WIFI. Sostituire il posto telefonico pubblico come luogo riconoscibile presso il quale collegarsi in condizioni standardizzate. Rispetto al target richiedenti asilo-rifugiati, appare interessante l’ipotesi di sviluppare un “kit” di strumenti e contenuti da utilizzare con lo smartphone per facilitare un primo orientamento e conoscenza del contesto locale.

Se vuoi continuare/iniziare a contribuire a queste tematiche faccelo sapere qui: http://goo.gl/forms/coc8rXxlUl4TxzGJ3.

Prossimi passi: vi segnaliamo due appuntamenti dell’ADER nell’ambito del prossimo Research to Business 2016

  • giovedì 9/6 — ore 15:00 — L’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna si racconta al mondo della Ricerca [http://goo.gl/fxJIxa]
  • venerdì 10/6 — ore 12:00 — L’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna si racconta al mondo delle Imprese [http://goo.gl/fFmFAc]

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