Palafitte e wifi libero

Sandra Lotti
digital thinkERs.
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2 min readApr 14, 2017

Ho avuto modo di ragionare un po’ sul tema digitale come diritto.

Non al caldo delle nostre stanzette, dove la parola diritto ha un suono confortevole, e dove il diritto al digitale è un aggiornamento, un cuscino in più nel nostro divano.

Il tema mi è balzato all’occhio nella sua forma più sanguigna durante un viaggio in Vietnam.

Un viaggio viaggio, poco patinato, tra campi di riso e di tè, montagne coltivate tra una roccia e un’altra, in fazzoletti di terra che sono veri fazzoletti: solcati A MANO, sempre, da umani e bufali, in un ritmo lento e implacabile.

In tutto questo scenario di attivismo continuo e senza sosta, laborioso ed estetico nel contempo, dove IL diritto annunciato urbi et orbi dai grandi cartelloni sul progresso intrinseco al socialismo è quello all’ISTRUZIONE (per tutti, senza differenze, in ogni angolo del paese) il wifi libero mi accompagna sempre. In città e nei villaggi, per strada, nei ristoranti, nelle bettole; e nelle palafitte, che sono le abitazioni delle popolazioni Thai, una delle tante minoranze etniche del Vietnam che vivono nelle montagne ai confini con la Cina. In due settimane non ho mai dovuto usare la mia connessione dati, always on e aggiornata sulle vite di chi è rimasto a casa.

Senza password, autenticazioni (e siamo in uno Stato dove il controllo non è poi uno scherzo); noi italiani stupiti; loro stupiti della nostra reazione: non è un diritto, è un dato di fatto. Andare a scuola, imparare matematica e inglese, lavorare sono diritti.

Come diceva quello, tutto è relativo.

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Sandra Lotti
digital thinkERs.

italiana nel mondo, anglomaniac per vocazione, internet e tecnologie per cambiare