Persone straniere immigrate, rifugiate e richiedenti asilo: quando il digitale vuol dire inclusione

Rita Trombini
digital thinkERs.
Published in
5 min readMar 30, 2017

Per la Regione Emilia-Romagna è una scelta molto chiara: includere sempre e con ogni mezzo.

Anche il digitale concorre a questo obiettivo. E lo fa in molti modi.

Le persone straniere, e in particolare le donne, sono quelle più esposte all’esclusione digitale per problemi di istruzione, scarsa conoscenza della lingua e difficoltà relazionali al di fuori della loro comunità. Sempre di più, il godimento effettivo dei diritti di cittadinanza è legato alla possibilità di accedere a Internet, saper ricercare le informazioni utili e utilizzarne i servizi offerti per la scuola (basti solo pensare ad esempio all’iscrizione dei figli a scuola), la famiglia, la salute, la ricerca del lavoro, eccetera. Il digitale attraverso l’uso di un pc, di un tablet o di un semplice smartphone, si conferma essere un valido strumento di accompagnamento delle persone straniere immigrate, così come per i rifugiati e i richiedenti asilo, nel loro percorso di inclusione, nell’apprendimento della lingua, nell’accesso alle comunicazioni e servizi.

Il progetto Pane e Internet

Partiamo dal progetto Pane e Internet. Da ormai una decina d’anni la Regione Emilia-Romagna con questo progetto offre corsi gratuiti di alfabetizzazione digitale di base, cioè le principali nozioni su come si usano un computer e Internet, a tutti i cittadini esclusi dal digitale in particolare anziani. Vista l’importanza del tema, da alcuni anni la platea dei partecipanti è stata ampliata coinvolgendo anche rifugiati, richiedenti asilo e persone immigrate extra-UE.

I laboratori digitali per i rifugiati e i richiedenti asilo

Il progetto Pane e Interet ha avviato una prima sperimentazione con un “Laboratorio di information literacy per rifugiati e richiedenti asilo”, realizzato a Bologna con gli utenti di due strutture gestite dalla Cooperativa Open Group e a breve ne partirà anche uno nel Frignano in un centro gestito dalla Cooperativa Caleidos. Dall’analisi dei fabbisogni degli utenti era emersa la necessità di sviluppare competenze digitali finalizzate ad acquisire una maggiore autonomia rispetto all’ambiente circostante e all’acquisizione di competenze specifiche nella ricerca e nell’archiviazione di informazioni.

Da qui è nata l’idea del laboratorio i cui contenuti didattici sono stati focalizzati sull’acquisizione di alcune competenze specifiche sulla base del modello europeo “DIGCOMP: a framework for understanding digital Competence in Europe”. I partecipanti, grazie all’uso dello smartphone o del computer, hanno imparato a orientarsi in città, conoscere i servizi per la salute, ricercare del lavoro e creare la loro “valigia virtuale” in cui archiviare tutte le loro informazioni utili. Oltre a queste competenze principali abilitanti rispetto ai bisogni, sono state trattate anche alcune competenze trasversali collegate all’area del problem solving e della sicurezza.

Incontri informativi e formativi per genitori migranti

Per gli stranieri immigrati invece, Pane e Internet, in collaborazione con ERVET Emilia-Romagna, partecipa al progetto europeo “ Digital Generation Gap in Migrant and Low educated Families — DGGMLF” finanziato con il programma ERASMUS Plus e attuato nelle province di Bologna e Modena. Il progetto organizza incontri informativi e formativi per genitori immigrati (e in generale per genitori con bassa scolarità e con scarse o nulle competenze digitali), per condividere con loro modalità adeguate nell’accompagnare i figli nell’uso sicuro di Internet e dei sociali network. I temi affrontati sono quelli legati a privacy, sicurezza e bullismo online. Oltre al tema della sicurezza in Internet, sono stati organizzati momenti formativi durante i quali i genitori hanno potuto imparare ad accedere a servizi pubblici online che riguardano i figli e la vita familiare (l’iscrizione scolastica, o l’uso del Fascicolo Sanitario Elettronico, ad esempio), mentre per i genitori che hanno espresso la necessità di migliorare la loro conoscenza in questo ambito, sono stati realizzati i corsi sulle competenze digitali di base. Ad oggi, con il supporto del Comune di Modena e del Centro Interculturale Zonarelli di Bologna, sono stati coinvolti più di 200 genitori stranieri immigrati. Il progetto ha visto la partecipazione anche delle scuole, di numerose associazioni della comunità straniere, dei referenti dei luoghi di preghiera nei quali sono stati ospitati i corsi per i genitori.

Azioni a supporto degli studenti stranieri delle scuole superiori e ai loro genitori

Anche con i fondi FAMI (Fondo Asilo Integrazione e Migrazione — FAMI 2014–2020), la Regione Emilia-Romagna promuove l’integrazione attraverso il digitale. In questo contesto, le azioni sono rivolte sia ai ragazzi stranieri, frequentanti le scuole superiori e gli istituti di formazione professionale, sia ai loro genitori.

Per quanto riguarda i ragazzi, l’obiettivo è quello di supportare l’apprendimento della lingua italiana e di contrastare la dispersione scolastica, mentre per i genitori è quello di avvicinarli alla scuola dei loro figli. Percorsi di apprendimento della lingua italiana saranno realizzati utilizzando lo studio del linguaggio di programmazione (coding) per sviluppare creatività, consapevolezza e migliorare la comunicazione con l’ambiente sociale che li circonda. Il coding, oltre che ad usare un linguaggio semplice e diretto e sviluppare il pensiero computazionale, diventa in questo caso lo strumento per realizzare prodotti digitali e multimediali con cui sollecitare l’interesse dei ragazzi utile a contrastare la dispersione scolastica, favorire percorsi di reciproca conoscenza con gli altri ragazzi della scuola e offrire nuove opportunità di sviluppo di competenze digitali.

Per i genitori stranieri, che con più difficoltà si approcciano alla scuola dei loro figli e al mondo scolastico in generale, s’intende offrire l’occasione di conoscere le opportunità offerte dai servizi pubblici online e le modalità di una navigazione sicura in Internet. A questo fine, si organizzano incontri formativi con l’aiuto di facilitatori digitali interculturali e i ragazzi stessi delle scuole formati dal progetto.

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