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Dispositivi Sensibili

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Solo quando è spento rivela il suo più grande potere. Il cellulare con tutto lo schermo silente, nero come il monolite di “2001: Odissea nello spazio”, è fonte inesauribile d’informazioni non ricevute, che rimbalzano ininterrottamente dietro il display, ormai barriera impenetrabile dell’aldilà. È proprio di fronte a me sul tavolo. Un buco nero, una voragine che proietta tutto il mondo attorno a se sotto il suo piano, in una fuga senza fine. Provo a sfiorare il vetro, ma incredibilmente sento solo un piccolo attrito, una fresca sensazione sui polpastrelli, niente ‘feedback touch’. È come se ora percepissi la sua vera natura fisica, il raggiungimento di un’intimità insperata, la sua pelle nuda sempre celata sotto milioni di colori. Solo il ricordo dei suoi fiumi di dati mi può tenere compagnia, e qualche ricordo ancestrale che emerge lentamente da zone remote della memoria non toccate dai bit. Mi piace stringerlo al petto, come un amuleto di buon auspicio. So che più rimarrà spento, più la sua potenza crescerà, più le porte della mente si apriranno ai suoi circuiti.

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