Biologico: un lusso per pochi o un’opportunità per tutti?

Master MaSRA
Domino Gazette
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6 min readDec 14, 2020

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Dove e come acquistare cibo sano a prezzi onesti, prendendosi cura di sé e dell’ambiente.

Da poco più di un mese è uscito il rapporto “Bio in cifre 2020” di ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) e SINAB (Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) che mostra come il mercato del biologico continui ad essere il settore trainante dell’agricoltura Italiana. A partire dal 2010 il numero degli operatori è cresciuto del 69%, mentre gli ettari di superficie biologica coltivata sono aumentati del 79%. In Italia si è arrivati a sfiorare i 2 milioni di ettari di superfici biologiche, un dato che rende il nostro paese tra i più virtuosi dell’Unione Europea. Sono in aumento sia gli acquisti di prodotti biologici italiani ed europei sia le importazione da paesi extracomunitari. Inoltre nel periodo successivo alla comparsa del COVID-19 la GDO segna un incremento delle vendite di alimenti biologici nei supermercati del +11%. Statistiche che fanno ben sperare in ottica della strategia “Farm to Fork”, promossa dall’Unione Europea ed al centro del Green Deal, che punta a ridurre la dipendenza da pesticidi e antimicrobici, ridurre il ricorso eccessivo ai fertilizzanti, potenziare l’agricoltura biologica, migliorare il benessere degli animali e invertire la perdita di biodiversità.

Nonostante quanto detto finora, all’interno dei supermercati il costo di un alimento certificato biologico è spesso spropositato rispetto ad un prodotto ottenuto tramite agricoltura convenzionale. Un prezzo troppo salato per le tasche della maggior parte della popolazione, tale da fare optare per l’acquisto di prodotti meno cari anche se meno salubri, con ripercussioni che minano la salute umana e ambientale.

Ma è possibile acquistare e mangiare biologico a prezzi accessibili affinché non diventi un genere di lusso che solo la fascia più benestante possa permettersi?

Un quesito a cui provò a dare risposta il contadino-filosofo Masanobu Fukuoka nel suo libro “La rivoluzione del filo di paglia”. Nel capitolo “La commercializzazione degli alimenti naturali” Fukuoka racconta il singolare episodio in cui gli fu chiesto di mandare il miele raccolto dall’agrumeto e le uova fatte dalle sue galline ad un negozio di cibi naturali a Tokyo. Successivamente scoprii che il negoziante vendeva i suoi prodotti a prezzi esorbitanti proprio per la loro peculiarità di essere biologici. Questo mandò Masanobu su tutte le furie così che decise di interrompere immediatamente tutte le spedizioni a quel negozio. Infatti Fukuoka era convinto che per diffondere ampiamente il consumo di alimenti naturali, fosse necessario renderli disponibili innanzitutto ad un prezzo ragionevole. Il filosofo Giapponese sosteneva che i prodotti biologici dovessero essere venduti a prezzi inferiori rispetto agli altri in quanto alimenti che possono essere coltivati col minimo di spesa e fatica. Le sue affermazioni erano supportate dal tipo di agricoltura che Masanobu praticava, fondata su quattro pilastri che consistono nella non lavorazione del terreno, nessuna concimazione di sintesi, nessun diserbo e nessuna dipendenza da prodotti chimici.

Masanobu Fukuoka

Questi quattro punti cardine assieme alla conoscenze del mondo naturale ed agricolo permettevano al contadino-filosofo di rinunciare alle spese in diserbanti chimici, fertilizzanti e macchinari a cui invece andavano incontro i coltivatori tradizionali, ed in tal modo poteva mantenere più bassi i prezzi dei suoi prodotti, in particolare del riso. Inoltre Fukuoka sosteneva che affinché il biologico fosse competitivo sul mercato dovesse essere disponibile localmente, in maniera da ridurre i costi di trasporto e diminuire gli intermediari all’interno della filiera. Affrontato già da Masanobu negli anni ’70, quest’ultimo punto è la chiave di volta per comprende come oggi sia possibile permettersi di acquistare biologico al giusto prezzo. Se in precedenza è stato detto che i prodotti biologici che troviamo tra gli scaffali dei supermercati hanno un costo per molti proibitivo, in realtà esistono valide alternative per supplire a questa problematica.

La rivoluzione del filo di paglia di Fukuka

Infatti è possibile acquistare a prezzi vantaggiosi prodotti genuini, saporiti, salubri ed a km0 attraverso associazioni come i G.A.S., gli “Alveari” o i mercati contadini. I G.A.S. (Gruppi d’acquisto solidale) sono gruppi di persone che acquistano i propri alimenti da produttori locali per avere la possibilità di conoscerli direttamente, informarsi sui metodi di produzione, verificare il rispetto delle condizioni di lavoro, acquistare cibo realmente biologico e ridurre l’inquinamento e lo spreco di energia derivanti dal trasporto delle merci. Sia l’azienda agricola che il G.A.S. ottengono vantaggi economici reciproci in quanto concordano assieme il prezzo giusto dei prodotti in maniera che sia compatibile con le tasche dei consumatori e che ripaghi dignitosamente il lavoro dei contadini. Solitamente l’agricoltore in cambio di una cifra mensile si impegna a rifornire settimanalmente i partecipanti con una cassetta di ortaggi freschi scelti dagli acquirenti in base alle loro preferenze e alla disponibilità stagionale.

In questa maniera il produttore può contare su un introito mensile sicuro, mentre il gruppo d’acquisto riceve cibo biologico a prezzi vantaggiosi. Un’alternativa ai G.A.S. sono gli “alveari”. In Italia è conosciuto sopratutto il progetto dell’Alveare che dice Sì!, un associazione che mette in contatto gli agricoltori con i consumatori, permettendo alle persone di comprare prodotti sani e di qualità direttamente da chi li produce. È attiva una piattaforma online che consente di visualizzare tutte le aziende agricole associate e la lista dei prodotti offerti con i relativi prezzi. Una volta selezionato ciò che più si gradisce è possibile ritirare il proprio ordine presso un luogo prestabilito, un “alveare” appunto, in cui si riuniscono produttori e acquirenti una volta a settimana così da conoscersi in prima persona ed eliminare gli intermediari della filiera. In maniera equivalente ai gruppi d’acquisto solidale, Alveare che dice Sì! si preoccupa che gli agricoltori ricevano una giusta remunerazione, infatti i produttori fissano liberamente i loro prezzi e ricevono direttamente l’80% del guadagno.

Mercato contadino

Infine ci sono i mercati contadini o farmer’s market. Nonostante la più ampia diffusione soprattutto all’estero, sono sempre più le città italiane che istituiscono mercati dedicati agli agricoltori della zona, in cui i cittadini hanno l’occasione di portare a casa frutta e verdura biologica ad ottimi prezzi. Luoghi in cui non solo si può trovare cibo sano a buon mercato, ma si creano le occasioni di incontro, condivisione e costruzione di legami tra consumatori e produttori. In conclusione le alternative per mangiare biologico a costi convenienti esistono, spesso manca solo la forza di volontà di uscire dagli schemi sociali ed economici ai quali siamo ancorati. Il piccolo sforzo di cercare il gruppo d’acquisto solidale, l’alveare o il mercato contadino più vicino a casa offre come ricompensa un cibo genuino che giova sia alla propria salute che all’ambiente. Le nostre scelte hanno un valore immenso che plasma il mondo che ci circonda, invece di prendere la macchina e chiuderci in un supermercato, optiamo per un consumo consapevole dimostrando che il biologico non è un lusso per pochi ma un’opportunità per tutti.

Ludovico Gui

Ludovico Gui prima di iscriversi al Master MaSRA si è laureato in filosofia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si è avvicinato al tema della sostenibilità attraverso l’indagine filosofica del rapporto tra uomo e natura. Un legame per lui inscindibile, troppo spesso sottovaluto, che ritiene abbia reso l’uomo al medesimo tempo la peggior sciagura e l’unica ancora di salvezza di quella che da sempre è considerata nostra madre, la natura.

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Master in Sostenibilità Socio-Ambientale delle Reti Agro-Alimentari dell’Università degli Studi di Torino