Manuale essenziale per il turista responsabile

Master MaSRA
Domino Gazette
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7 min readJan 11, 2021

Prima di partire, meglio guardarsi intorno

Non è scontato affermare che, ormai, viaggiare è divenuto un vero e proprio bisogno dell’uomo moderno, con il quale si ritiene di salvaguardare la salute mentale e fisica dal ritmo frenetico della società. Ma, qual è uno dei più forti generatori di questo bisogno? Secondo l’autrice Patrizia Battilani, questa necessità è strettamente collegata al livello di urbanizzazione dei luoghi in cui trascorriamo la maggior parte del nostro tempo, da qui nasce la volontà di abbandonare la città per raggiungere luoghi più salubri ed isolati. Si pensi che, una delle prime testimonianze di questo bisogno di fuga temporanea, giunge da Seneca, che già ai tempi dell’antica Grecia si sentiva oppresso dalla crescente urbanizzazione intorno a lui. Il bisogno di viaggiare come allontanamento da luoghi o stili di vita che non ci rappresentano pienamente, arriva dunque da lontano, eppure è strettamente legato al nostro presente e futuro. Siccome la vacanza sarà sempre più una necessità nella vita dell’uomo contemporaneo, allora limitare le sue ricadute sull’ambiente circostante dovrà diventare una priorità, come sostenuto dalla celebre definizione di sostenibilità : “il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente non dovrà compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri “

Si stima che nei prossimi vent’anni il settore del turismo crescerà fortemente e circa due miliardi di persone invaderanno mete turistiche attuali e future, con un conseguente impatto su ambiente, cultura e biodiversità. Infatti, per quanto il tema vacanze venga spesso affrontato, difficilmente ci si ferma a riflettere su quanto queste incidono sui luoghi che ci circondano e sulle comunità che li abitano. In controtendenza con questa preoccupante previsione, molti viaggiatori hanno iniziato ad interessarsi ad alcune forme meno conosciute e virtuose di viaggio. Un movimento in lenta e costante progressione, che diffonde la consapevolezza di un’alternativa possibile, radicalmente diversa dal pacchetto vacanza tipico del turismo di massa. La ricerca dell’esotico perde ora il suo fascino per lasciare spazio al valore dell’esperienza vissuta, magari, a pochi chilometri da casa. Infatti, vi è mai capitato, durante un viaggio, di essere pervasi dalla sensazione che le esperienze (più o meno autentiche) che state vivendo, siano “omologate”? Nulla di strano, questo è infatti ciò che è stato definito come “il turismo che brucia le destinazioni”. Nella nostra epoca, dove tutto sembra essere già stato scoperto, fotografato o assaggiato, la ricerca di un’esperienza nuova, di un contatto profondo e personale con il viaggio può invece diventare possibile.

Scegliere la meta

In linea con questo principio, in tempi recenti si sono fatti strada diversi tipi di viaggiatori definiti nei modi più svariati: turisti “consapevoli”, “responsabili” o “lenti”, la caratteristica comune è l’esigenza di dedicare il giusto tempo per guardare, gustare e capire. Per chi, da tempo o di recente, ha maturato la volontà di intraprendere un’esperienza simile esistono molti riferimenti: dall’Associazione Italiana Turismo Responsabile, a It.a.cà (primo festival del turismo responsabile) ad associazioni di viaggiatori che con la narrazione delle loro esperienze condividono luoghi, tipicità e tradizioni. Sono proprio questi viaggiatori i primi a cui ispirarsi per comprendere il senso profondo del viaggio responsabile e la sua importanza.

Tra i promotori di questo messaggio si distinguono gli ideatori di progetti come Il cammino dei Ribelli in val Borbera e Va’ sentiero. Due approcci che puntano a favorire un turismo lento, a stimolare l’economia e la consapevolezza ambientale delle aree interne resilienti, con il coinvolgimento diretto di chiunque voglia farne parte.

Va’ Sentiero è l’idea tanto coraggiosa quanto meravigliosa di sei persone che, con zaini e scarponi ai piedi hanno deciso di percorrere interamente il Sentiero Italia. Un sentiero che cavalca tutte le catene montuose italiane, come un lungo filo rosso che unisce tutto lo Stivale. Ideato dall’Associazione Sentiero Italia nel 1983, il percorso è stato realizzato grazie al Club Alpino Italiano ed è conosciuto come il più lungo trekking del mondo.

I ragazzi e le ragazze di Và sentiero

Il progetto è semplice: ridare voce ai luoghi che il sentiero attraversa. Il messaggio, in realtà, rivela molto di più: raccontare la prospettiva della montagna in un momento cruciale, essendo questa come una cartina tornasole per vari tipi di criticità. Documentare e promuovere i luoghi che il sentiero attraversa è inoltre uno stimolo per le comunità montane che li abitano e ne preservano la cultura, consapevoli che una volta perse le conoscenze legate al territorio e al mondo agricolo, accumulate attraverso i secoli, il loro recupero potrebbe diventare impossibile.

Il racconto di viaggio di Va’ Sentiero non è quindi il resoconto che possiamo trovare su una classica guida turistica, ma un invito a percorrere i sentieri con la volontà di vivere ogni aspetto della comunità o del borgo che si attraversa. Ogni tappa racconta di storie, come quelle di molti giovani che, seguendo un percorso contrario a quello dello spopolamento delle montagne, scelgono le valli italiane per vivere e investire sul proprio futuro.

Il viaggiatore di prossimità, entra a stretto contatto con modelli di vita basati sul rapporto con la natura. Grazie agli incontri in questi territori, è possibile farsi guidare attraverso la riscoperta di prodotti della terra e la ricerca di gusti e sapori genuini, un diverso modo di vivere, nel rispetto e in sinergia con l’ambiente. Come mi racconta Sara, portavoce del gruppo, “parlare di enogastronomia per noi significa parlare del territorio”, nei loro racconti infatti, non ci si ferma alla descrizione del piatto della tradizione, bensì è una ricerca delle persone che gli danno vita. Queste persone sono spesso una chiave per accedere alla storia, passata presente e futura dei luoghi che si attraversano. Nei piani futuri di Va’ Sentiero, mi rivela ancora Sara, c’è l’intenzione di sviluppare il lavoro iniziato, dando continuità ed approfondimento con progetti focalizzati su determinate zone.

Video tappa di Va’ Sentiero in Piemonte, 2019.

I consigli degli esperti:

• Un viaggio lento e consapevole prevede moltissima organizzazione. Prendersi il tempo per misurare distanze, chilometri percorsi e punti d’appoggio è fondamentale.

• Portare l’essenziale nello zaino ma non dimenticare l’indispensabile.

• Lasciare sempre spazio ad un piano B, spesso piccole deviazioni portano ad interessanti scoperte.

• Non dimenticare spirito di adattamento e desiderio di assaggiare tutti i sapori che si incontrano.

  • I principali compagni di viaggio sono un bel paio di scarpe comode.

Iniziare il cammino

Oltre ad un rapido sviluppo del turismo negli ultimi decenni, basato sul presupposto della inesauribilità delle risorse, l’assenza di una politica di monitoraggio per la tutela degli ecosistemi, ha provocato serie conseguenze su territori già in difficoltà. Per questo, il passaggio a nuove visioni del turismo aiuterà a dare spazio a forme di viaggio meno invasive ed impattanti, ma più adatte ai contesti socio-ambientali delle mete scelte. I primi segnali di un’inversione di tendenza, anche a livello mondiale, possono essere il risultato di un’educazione alla sensibilità verso questioni legate all’ambiente e alle culture dei popoli dei luoghi attraversati.

I racconti di viaggio dei camminatori responsabili puntano ad influenzare la percezione sia dei fruitori sia dei creatori di servizi turistici. La narrazione di viaggio è dunque uno strumento contemporaneo che può essere la chiave per aumentare la sensibilità e la percezione di ciò che ci circonda.

Va’ sentiero risulta oggi un progetto tra i più seguiti in Italia con 16.1k sostenitori all’attivo e una ricca produzione scritta, composta da vari articoli, un libro fotografico e video con short clip e un docu-film. Attraverso uno smartphone, possiamo farci coinvolgere dal racconto emotivo che, preferisce lasciar parlare i luoghi mediante immagini e suoni, desiderando secondo per secondo di vivere queste esperienze.

I racconti dei nuovi camminatori dei giorni nostri, coinvolgono e appassionano, grazie ad un resoconto profondo e genuino, farsi coinvolgere dalle loro imprese è semplice, con una semplice camminata nella natura si può scoprire il perché, in quanto le nostre zone rurali hanno da offrire a chi sa trovare il tempo per fermarsi ad osservare. Abbandonata la frenesia della vita quotidiana contemporanea, al prossimo viaggio o cammino diventerà spontaneo fermarsi ad approfondire le tradizioni di un popolo, la sua gastronomia alla ricerca di un prodotto tipico o seguire le vie dell’artigianato, del vino o del folklore. Non importa quale sarà la nostra meta, basterà ricordare che il turismo responsabile non consiste in un prodotto, ma in un approccio basato sul giusto equilibrio tra attenzione e consapevolezza verso ciò che ci circonda.

Gli spunti per avvicinarsi ad una pratica di viaggio responsabile e consapevole sono molti, un buon punto di partenza è tenere a mente che, come esorta l’antropologo Canestrini:

Il turista perfetto non esiste, ma ci prova.

Martina Sette

Martina Sette ha 29 anni e vive nelle Valli di Lanzo, in Piemonte. Dopo la laurea in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Torino, e dopo diverse esperienze lavorative, si è iscritta al Master per consolidare i suoi studi ed interessi. Creativa e solare di natura, si è sempre impegnata per approfondire le proprio conoscenze relative allo studio dei territori in Italia e all’Estero, che per sviluppare strumenti che le permettessero di comunicare tali realtà.

Associazione Italiana Turismo Responsabile www.aitr.org/

Aloj Totàro Eugenia, Ecologia del turismo, Napoli, Edizioni Giuridiche Simone 2001.

Battilani Patrizia, Storia del turismo, Bari, Editori Laterza 2003.

Duccio Canestrini, Andare a quel paese, Milano, Feltrinelli Traveller, 2001. Gasparini Laura, Altri turismi. Potenzialità della fascia pedemontana dal Piave al Brenta, 2013.

Il cammino dei Ribelli www.ilcamminodeiribelli.it/

Interreg, Manuale di buone pratiche per lo sviluppo del Turismo Sostenibile nelle Aree Protette, 2018.

It.a.cà www.festivalitaca.net/

Romita Tullio, Sustainable Tourism: The Environmental Impact of “Undetected” Tourism. TOURISMOS: An International Multidisciplinary Refereed Journal of Tour, 2006.

Seneca, Lettere a Lucilio, Rizzoli, 1993.

Sentiero Italia CAI https://sentieroitalia.cai.it/

Va’ Sentiero www.vasentiero.org/

Volli Ugo, Lo sguardo del turista e il racconto dei luoghi, Milano, FrancoAngeli, 2003.

WCDE, Our common future, Oxford, Oxford University press, 1987.

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Master MaSRA
Domino Gazette

Master in Sostenibilità Socio-Ambientale delle Reti Agro-Alimentari dell’Università degli Studi di Torino