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Echoes from Novlet
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1 min readJan 20, 2016

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L’Obelisco e Snale erano stravolti.
In un giorno avevano coperto molti chilometri, ma nella notte in cui avevano incontrato il Phliggerridaff non erano riusciti nè a riposarsi, nè ad avanzare per più di qualche chilometro dal luogo in cui avevano incontrato la loro calamità.
Ogni volta il Phliggerridaff cercava di uccidere l’umano ed ogni volta Snale e L’Obelisco ne rintuzzavano gli attacchi, certi di aver posto fine all’orribile creatura dal pelo violaceo. Tuttavia, essa si rigenerava attraverso quello strano rituale a cui avevano assistito, mutando ogni volta di forma e di altezza con la sola costante della scura pelliccia.
Giunti all’alba i due peregrini erano coperti di ferite ed indolenziti. Si scambiarono degli sguardi interdetti quando videro uscire dall’ennisima carcassa aerostatica una nuova trasformazione dello Philiggerridaff. Esso era un essere minuscolo, alto non più di un piede, con quattro zampette ed un muso peloso stranamente elicoidale da cui sbucavano due fessure rosse che avrebbero dovuto essere gli occhi. La malvagia creatura squadrò L’Obelisco e annusò l’aria del mattino. Si rivolse direttamente all’ultimo discendente della stirpe umana e gli disse:
-Phligger, phligger! ci rivedremo umano, ci puoi contare-
Lo Philggerridaff incominciò a girare attorno a sè come una trottola per poi sparire, scavando con il proprio muso, nel ventre della terra.

Passage by Davide (Davide Quattrocchi) · July 2008 · Originally published on novlet.com

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