Nature is Speaking. Conservation International

Alessandra Bracci
Ecobiopsychology
Published in
5 min readJan 5, 2022

Cos’è Natura? È il piccolo “seme” che nella profondità ed oscurità della terra trova la forza e la volontà per raggiungere la superficie, la luce oltre il confine della membrana che tutto lo avvolge e poter esprimere le sue infinite potenzialità? È la freschezza del germoglio che fa capolino e si “sgranchisce” dopo un lungo sonno scoprendo le meraviglie della vita che forse aveva solo intuito, immaginato, sognato nella notte? È la giovinezza di fibre che toniche imparano a conoscere il gioco delle forze e degli elementi? Messe alla prova dalle lacrime dei cieli, dagli sbalzi delle temperature, dalle correnti e dai venti che spirano da ogni angolo del pianeta e dall’impatto con la materia attraverso cui imparare ogni giorno come danzare anziché resistere? È la scoperta di poter generare fiori, frutti … colori, sapori, odori e di entrare in contatto con altre creature? È la maturità che accetta che non solo tutto nasce, fiorisce, … ma che esiste anche un tempo per “lasciar” andare fiori, frutti, foglie, … accogliendo quella perdita per fare esperienza del “vuoto” attraversando la notte in attesa della “luce” capace di illuminare una nuova fase della vita?
Cos’è Natura? È il miracolo della Vita che danza all’infinito?
L’essere umano abituato a leggere ogni accadimento con il criterio del senso comune coglie solo frammenti di questa meraviglia limitandosi all’immediatamente visibile e, dinnanzi a questo divenire, come dandolo per scontato, come se fosse il padrone capace di determinarne la sorte, sembra quasi dire “è solo un fiore! è solo un frutto! è solo …”. Purtuttavia, la dimensione archetipica sollecitando la necessità di una visione unitaria e globale, chiama l’essere umano ad una maggiore consapevolezza della propria appartenenza alla “rete della vita”, recuperando così una prospettiva evolutiva sempre più aperta alla comprensione delle leggi della natura. Questa rete vivente globale si è dischiusa, evoluta e diversificata nel corso di miliardi di anni senza mai rompersi. Nel corso degli ultimi 3,8 miliardi di anni, l’avvicendarsi della vita sulla Terra è stato caratterizzato da imponenti fluttuazioni ove si sono estinte più del 50% delle specie animali. I paleontologi hanno rilevato cinque estinzioni di massa nel corso degli ultimi 500 milioni di anni (cioè dall’evoluzione delle piante e animali terrestri) compresa l’estinzione dei dinosauri risalente a 65 milioni di anni fa e le stime, basate sugli attuali tassi di estinzione espressi attraverso la deforestazione e la distruzione di alcuni habitat, indicano che la Terra si trova nel pieno della sesta estinzione di massa. Tuttavia, l’estinzione in corso è unica nel suo genere sia per la sua ampiezza sia per le sue cause: mentre le precedenti estinzioni sono state causate da fenomeni fisici naturali, quella in corso è, per la prima volta, connessa alle attività di una sola specie: l’ Homo sapiens.
La situazione critica che minaccia la sopravvivenza stessa della specie umana, ossia il tema della sostenibilità della vita sulla Terra, non è più solo una preoccupazione legata alla dimensione ambientale, ma si estende inevitabilmente ad altri contesti caratterizzati dalla sfida di costruire e nutrire società e comunità sostenibili. Il concetto che la Terra è un corpo di natura finita, non è certo nuovo, ma il concetto che, date le dimensioni finite del pianeta, esistono necessariamente dei limiti alla crescita umana, va contro la cultura dell’espansione dominante nel mondo. I successi delle rivoluzioni materiali hanno reso arrogante questa cultura, che è stata ed è quella di una civiltà di quantità che trascura la qualità, e che pur tuttavia ignora i limiti della reale capacità biologica del nostro pianeta e ne sfrutta in modo prodigo e capriccioso le risorse vitali, mentre utilizza insufficientemente le capacità umane. Pertanto, questo tipo di riflessioni ricordano quanto il problema non sia solo vincere la lotta contro l’inquinamento, l’esaurimento delle risorse disponibili, la sovrappopolazione, il decadimento politico, religioso, etc. quanto piuttosto iniziare ad affrontare la battaglia dentro noi stessi: mentre stiamo ancora cercando strumenti e processi per tamponare ed arrestare una crisi che si impone, convinti della nostra supremazia sulla Natura, inebriati dai nostri successi e dalle nostre incredibili conquiste, non siamo ancora riusciti a controllare la nostra più intima natura, a comprendere il tumulto di emozioni che si agita nei diversi livelli del nostro “mare interno”, ad accettare la crudezza dei nostri limiti e al tempo stesso la grazia e leggerezza che sperimentiamo nella materia dei nostri sogni, a mantenere vivo il fuoco della nostra più profonda ricerca, nonché a scoprire il prezioso oro nascosto nelle nostre profondità. Ogni cambiamento si origina da qualche parte, per questo “è necessario che l’uomo analizzi dentro di sé gli scopi della propria attività e i valori che la ispirano, oltre che pensare al mondo che si accinge a modificare, incessantemente, giacché il problema non è solo di stabilire se la specie umana potrà sopravvivere, ma anche, e soprattutto, se potrà farlo senza ridursi a un’esistenza indegna di essere vissuta” (Randers, 2013, pp. 11–12).
Attraverso il progetto “Nature is Speaking” l’ente Conservation International ha realizzato una serie di brevi e suggestivi filmati in cui la Natura si esprime in un caleidoscopio di suoni, forme, colori attraverso la voce di alcuni attori famosi: Julia Roberts interpreta Madre Natura, Harrison Ford l’ Oceano, Joan Chen il Cielo, Edward Norton il Suolo, Penélope Cruz l’ Acqua, Robert Redford la Sequoia, Ian Somerhalder la Barriera Corallina, Lupita Nyong’o il Fiore, Liam Neeson il Ghiaccio, Reese Witherspoon la Casa, Lee Pace la Montagna, Shailene Woodley la Foresta.
Ah, se l’uomo potesse leggere in profondità il Grande Libro della Natura, se ne potesse udire il canto, se ne potesse cogliere la danza … scoprirebbe la profonda verità che lo vincola al Tutto, scoprirebbe l’arazzo intrecciato dalla mano silenziosa del Destino attraverso una Coscienza che si dilata e si apre alla ricerca di una totalità piena di luce, una sorta di ritorno a quell’Origine che genera la successione infinita delle cose e che le annulla, divorandole, dopo il breve attimo della loro esistenza. È proprio ora, nel “ciak si gira” di questa epoca attuale, che siamo chiamati a compiere scelte in grado di non interferire con la capacità insita nella Natura di sostenere la vita.

Clicca qui per visualizzare la versione con i sottotitoli in italiano.

Sinossi
“Nature is Speaking” è l’invito di Conservation International alla razza umana di “ascoltare” la Natura in quanto è essenziale per ogni aspetto della vita e del benessere umano: vogliamo assicurarci che sia inclusa nella conversazione. Stiamo prendendo dalla Natura più di quanto può dare e, di conseguenza, stiamo portando le nostre vite oltre il limite. Il messaggio della Natura all’umanità è semplice: la Natura non ha bisogno delle persone. Le persone hanno bisogno della Natura.

Bibliografia e webgrafia
Conservation International — sito web, clicca qui
Nature is Speaking — sito web, clicca qui
Capra F., Luisi P.L. (2014). Vita e Natura. Una visione sistemica. Sansepolcro: Aboca
Frigoli D. (1985). Le metamorfosi della coscienza. Milano: Endas
Randers J. (2015). 2052. Scenari globali per i prossimi quarant’anni. Frosinone: Edizioni Ambiente

--

--

Alessandra Bracci
Ecobiopsychology

Manager @automotive company and winner of national & international prizes in marketing. Responsible of ANEB editorial area. Author of scientific publications.