7 consigli per aspiranti scrittori, redattori, editori…

Mirko Visentin
Storie di libri
Published in
6 min readAug 19, 2014

… per non far incazzare l’Impaginatore. Ovvero: guida ad un uso consapevole del tuo editor di testo preferito.

Sei uno scrittore e aspiri a farti pubblicare? Sei un neo laureato in lettere e vorresti taaaaanto lavorare come editor o redattore in una casa editrice? Sei l’ennesimo pazzo che vuol gettare un po’ di soldi in quell’affascinante professione che va sotto il nome di “editore”?

Ebbene, se rientri in una di queste categorie e vuoi evitare in futuro di diventare il bersaglio delle ingiurie e maledizioni di quella figura mitologica — metà essere umano e metà InDesign — che è l’Impaginatore, ti consiglio di seguire questi 7 semplici consigli nell’utilizzare il tuo editor di testo preferito. Che — bada bene — non deve essere per forza Word: esistono infatti anche altri programmi, come per esempio Libre Office (che è open source e gratuito), oppure, se sei un tipo smart, Google Documenti, l’editor di testi della suite da ufficio online di Google — anch’essa gratuita — che ti permette di creare i tuoi file da computer, tablet o smartphone, di tenerli sincronizzati sui diversi dispositivi e di condividerli con chiunque, financo col mitologico Impaginatore.

1. Il computer non è una macchina da scrivere

Un po’ come per i comandamenti, il primo non è un consiglio ma un avvertimento assiomatico, senza il quale cioè tutto il resto non potrebbe stare in piedi. Sappi quindi che anche se le assomiglia un sacco (ehi, hanno entrambi una tastiera alfanumerica!), il tuo computer non è una macchina da scrivere. La barra spaziatrice e l’invio non sono stati inventati per dare un aspetto più “professionale” ai tuoi testi, ma rispettivamente per dividere una parola dall’altra e un paragrafo dall’altro. E per far questo, pensa un po’, basta schiacciarli una sola volta!

2. Destra o sinistra?

Ora ti starai chiedendo: «Ma come faccio ad allineare la mia firma a destra e il titolo del capitolo al centro se non posso usare la barra spaziatrice?». Semplice: con lo strumento “Allinea”. E se per far rientrare la prima riga del paragrafo (tecnicamente si chiama “indentazione”) stai pensando di usare la tabulazione… ALT! Per quello c’è l’opzione “Rientro”.

3. Fammi spazio!

Abbiamo detto che pure l’invio non si usa più di una volta di seguito – che noia! Non per questo però dovrai rassegnarti a vedere i tuoi testi tutti compressi, col titolo appiccicato al sottotitolo, a sua volta appiccicato al testo principale etc. Esiste infatti per ogni paragrafo (e quando dico paragrafo intendo tutto quello che c’è tra un a capo e l’altro, quindi anche un titolo, un sottotitolo, una nota) l’opzione “Spazio prima” e “Spazio dopo”. Ora, a voler far le cose per benino i valori da dare a queste due opzioni dovrebbero essere multipli del valore di interlinea, ma mi rendo conto che la cosa si farebbe un po’ troppo complessa. Diciamo quindi che se vuoi che tra il titolo del capitolo e il testo sottostante ci siano X mm, ti posizioni sul titolo e imposti come valore “Spazio dopo” X mm (dove X è un valore a scelta, mi raccomando). Analogamente, se vuoi staccare un paragrafo da quello che lo precede di Y mm, giusto per segnare una pausa di senso forte all’interno del testo, ti posizioni sul nuovo paragrafo e imposti come valore “Spazio prima” Y mm. Eccetera.

4. Pagina interrupta

Sempre per l’assioma secondo cui il computer non è una macchina da scrivere, se non vuoi avere sulla coscienza la salute mentale dell’Impaginatore non usare raffiche di a capo per posizionarti all’inizio di una nuova pagina, per es. dopo che hai finito un capitolo e vuoi iniziarne un altro. Impara invece ad usare la funzione “Interruzione di pagina”: basta posizionarsi alla fine dell’ultimo paragrafo del capitolo (o alla fine dell’ultimo verso di una poesia) e scegliere dal menù “Inserisci” la voce “Interruzione di pagina”. Verrai magicamente catapultato all’inizio esatto della pagina successiva e non dovrai più impazzire per tenere sotto controllo gli slittamenti dei testi ogni volta che toglierai o aggiungerai una riga da qualche parte.

5. «Punto, punto e virgola, punto e un punto e virgola»

Memorabile la profusione di segni di punteggiatura usata da Totò nella lettera che detta a Peppino in La malafemmina. Una profusione sostenuta dalla tesi macheronica che «Abbondandis abbondandum». Pepino si preoccupava giustamente che quell’abbondanza di punti, due-punti, virgole, punti-e-virgole non fosse troppa; l’Impaginatore invece si preoccupa che gli spazi prima e dopo ogni segno di interpunzione siano giusti, ovvero: punto, virgola, due-punti, punto-e-virgola, punto esclamativo, punto interrogativo vanno attaccati alla parola che li precede e staccati di uno spazio da quella che li segue. Quanto alle parentesi e alle virgolette (di ogni genere e grado), quelle che aprono vanno staccate di uno spazio dalla parola che le precede e attaccate a quella che le segue, viceversa per quelle che chiudono. Le lineette di inciso, invece, prevedono uno spazio sia prima che dopo. Infine, i tre (non due, quattro, cinque, sei…) puntini di sospensione: normalmente si comportano come la virgola, il punto etc., ovvero si attaccano alla parola che li precede e si staccano da quella che li segue, anche quando sono a inizio frase.

6. Lascia fare a me

Ci sono delle operazioni di calcolo che gli editor di testo possono fare in automatico: inutile quindi che ti spacchi la testa per far quadrare i conti, per esempio, con la numerazione delle pagine, delle note e degli indici. Quanto ai numeri di pagina, basta andare alla voce “Inserisci” del menù e selezionare “Numeri di pagina”. In basso a destra o in alto a sinistra (come citava la famosa pubblicità della pasta Barilla), non importa dove li metti: l’importante è che in questo modo sono fuori dal flusso del testo e dal contenuto principale del file — e l’Impaginatore ringrazia. Idem per le note: menù “Inserisci” e poi “Nota” (a piè di pagina o a fine documento, a seconda dei gusti). Quanto invece agli indici… bisogna passare alla successiva — e ultima — tappa del nostro percorso, anche se — detto tra noi — sia i numeri di pagina che gli indici automatici sono superflui per l’Impaginatore.

7. Fallo con stile

E adesso viene il bello. Devi infatti sapere che tutti i consigli che ti ho dato fino ad ora se applicati volta per volta ad ogni paragrafo ti faranno perdere un sacco di tempo, ma – cosa più importante – non saranno di nessun aiuto all’Impaginatore nel “leggere” tipograficamente il tuo testo. Se vuoi quindi iniziare la tua professione di scrittore/redattore/editore con il piede giusto devi andare oltre la formattazione contestuale e memorizzare quelle stesse informazioni di formattazione sotto forma di “Stili di paragrafo” e “Stili di carattere”.

Gli “Stili di paragrafo” sono dei modelli di formattazione che puoi applicare all’infinito all’interno del tuo testo: in questo modo non solo la formattazione risulterà omogenea in tutto il documento, ma ogni modifica apportata allo stile si propagherà in automatico a tutti gli elementi di testo ad esso associati. Per esempio: ti sei reso conto che i titoli di capitolo centrati non ti piacciono più e li vuoi allineare a sinistra? Invece di andare a modificarli uno per uno entri nello stile “Titolo capitolo” (il nome non è vincolante, ma più chiaro è meglio è…), cambi l’allineamento da centrato a sinistra (vedi punto 2), salvi e… tutti i titoli verranno allineati automaticamente a sinistra!

Allo stesso modo gli “Stili di carattere” servono ad applicare in modo ripetitivo delle formattazioni non ad un intero paragrafo ma ad una porzione di esso (una o più parole, insomma). Un esempio classico è il corsivo (ma anche il grassetto o maiuscoletto): invece di utilizzare il pulsantino “I” che trovi nella barra delle formattazioni, crea lo stile di carattere “Corsivo” e applicalo al testo desiderato.

Ora ti starai chiedendo che beneficio può trarre l’Impaginatore dal tuo uso consapevole e metodico degli “Stili”. È presto detto: quando l’Impaginatore importerà i tuoi file nel suo bel documento di InDesign (che è il principale software di impaginazione tipografica), grazie agli “Stili” avrà tutte le informazioni utili a capire come è strutturato e formattato il testo, e non correrà il rischio di perdersi per strada un titolo, una nota, un corsivo.

Quanto alla questione dell’indice, avendo “marcato” con gli stili gli elementi strutturali del testo come i titoli delle parti, i titoli dei capitoli, i titoli dei sottocapitoli etc. basterà dire all’editor di generarti il “Sommario” inserendo gli “Stili di paragrafo” corrispondenti e lui, in automatico, creerà l’indice del tuo documento completo di numeri di pagina.

Semplice, no!? Nooo!?!? Mmm, allora forse questi due video potranno esserti utili:

http://youtu.be/DjoKU-38xyc

http://youtu.be/zLXDvrYkrDo

E se non ti bastassero, cerca su YouTube “uso stili libre office” o “uso stili word”.

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Mirko Visentin
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Book/Web/App designer fissato con la storia dell’editoria, della tipografia e della letteratura italiana. Mi occupo di UX e UI design per sputnikweb.it