Due

autunno 1942

salvo fedele
Emma, il
2 min readDec 7, 2013

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Il convento era la casa di tutte le ragazze. Le monache si davano da fare quella mattina come ogni mattina per permettere la preghiera collettiva.

Al momento però il farmaco che le aveva fatto rivivere il reportage non riusciva a restituire null’altro di quel convento e degli avvenimenti che lì erano accaduti in quel giorno di autunno.

Emma completò la sequenza prescritta e chiuse gli occhi con fiducia.

Le immagini erano adesso più nitide e riconobbe il volto delle amiche di quegli anni lontani. L’attivazione dei ricordi le dava un effetto strano, le provocava un senso di fastidio per quelle donne che tra una preghiera e l’altra obbligavano molte delle amiche a stare lontano dalla classe in modo da poter ripagare, con il duro lavoro, la scuola di cui non fruivano.

Molte di quelle amiche aveva tradito negli anni successivi scrivendo della importanza di quel convento e quelle storie avevano fruttato bene per la sua carriera.

In una di quelle storie si celebrava l’importanza di quel percorso scolastico per il futuro lavorativo di tante di loro.

Ricordava bene il mattino in cui aveva scritto. Il sole si rispecchiava nel mare con dei colori consueti ma particolarmente belli, la barca procedeva con eleganza all’orizzonte e il mare era straordinariamente piatto, permettendo alla scia di segnare una riga diritta che persisteva a lungo fino a svanire tra le linee della corrente.

Una linea diritta, esattamente uguale a quella che disegna una sequenza di lettere in un foglio elettronico.

Forse il vero potere della scrittura è il saper resistere alla corrente e annullare con un semplice tasto una linea che non racconta la verità.

Quanti giorni dedicati a scrivere bugie… un susseguirsi di linee diritte che non conoscevano alcuna corrente in grado di farle svanire.

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salvo fedele
Emma, il

pediatra a Palermo; mi piace scrivere, ma cerco di non abusare di questo vizio per evitare di togliere tempo al… leggere (╯°□°)