Prologo

salvo fedele
Emma, il
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2 min readDec 7, 2013

Era una mattina come tante altre, il sole dava i colori all’alba e il mare si poteva scorgere dagli stessi angoli di sempre.

Era rilassata, come le capitava spesso in quelle ore del giorno, ma c’era qualcosa di completamente diverso dal solito: finalmente aveva capito di cosa doveva scrivere davvero.

Il suo mestiere era scrivere, lo aveva fatto per tanti anni in tante e diverse riviste divulgative ed era abituata a scrivere insieme a tanti altri. Scriveva per correggere bozze, scriveva per rivedere il filo del discorso che questa o quella rivista “doveva” portare avanti.

Scriveva storie di successo.

Scriveva poco per raccontare quello che vedeva con i suoi occhi, perché scrivere per mestiere era diventato il racconto di un mondo diverso da quello che ogni giorno chi non è abituato a scrivere vive davvero.

Vero è che in alcune occasioni aveva scritto per sé, ma la voglia di comunicare in fretta l’aveva costretta a condividere con qualcuno il suo pensiero. E così quasi sempre quello che veniva fuori era tutt’altro.

Un giorno in particolare aveva scritto del mare, ma quello di cui si leggeva era il cinema. Lei però non amava molto il cinema, anche se il suo desiderio più grande era raccontare una storia interpretabile da una successione di fotogrammi.

A volte rendevano bene quelle storie.
Ma forse non aveva quella storia da raccontare e si era rassegnata all’idea di dover raccontare qualche cosa di diverso, più adatto al suo modo di scrivere.

Quella mattina era inquieta e questa non era una novità, ma sapeva finalmente cosa voleva scrivere e per farlo si accorse anche che aveva bisogno di attrezzi diversi da quelli che usava ogni giorno per mestiere.

Una penna e un foglio di carta.

Emma girovagò per tutta la casa alla ricerca di qualche cosa che potesse trasformarsi utilmente in un foglio e cercò invano una penna in grado di scrivere.

Il problema foglio fu facilmente risolto. Per la penna fu costretta ad uscire ed attendere l’apertura del bar/emporio proprio davanti il chiosco dei gelati.

Fu una fortuna dover attendere tanto tempo, all’alba davanti al mare, per poter raccogliere una semplice penna.

Pensò intensamente e il progetto di quel che doveva fare quel giorno e i giorni a venire fu chiaro per sempre.

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salvo fedele
Emma, il

pediatra a Palermo; mi piace scrivere, ma cerco di non abusare di questo vizio per evitare di togliere tempo al… leggere (╯°□°)