Sette

Una alba qualsiasi

salvo fedele
Emma, il
3 min readOct 11, 2017

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Aspettare l’alba il giorno dopo.
Una bella sensazione.
I ricordi che ti dovrebbero guidare nel racconto si affollano nella tua mente in disordine e del tutto confusi, ma non sei per nulla angosciata.

Emma è sola del tutto impotente con la sua penna e il foglio bianco.
È sola e un poco rassegnata, ma piuttosto che disperarsi, è lì a gustare questa imprecisa consapevolezza.
Perché ostinarsi a scrivere di quell’uomo e di quella storia se tutta la sua storia vera l’ha portato così lontano da quelle vicende?

L’ordine delle cose suggerisce di scrivere sette nel titolo di questo capitolo e sette è il punteggio che il suo progetto ha restituito alla giornata di ieri.
Sette cose da ricordare? E davvero non c’entrano nulla?
Non ha aperto nessuno dei libri che sta leggendo.
Ha comprato un divano, una poltrona, una rete e un materasso.
Ha consultato programmi di alcuni eventi.
Ha visto un documentario dedicato ai rifugiati.
Ha preso appunti sull’itinerario che dovrebbe portarla alla prossima esplorazione sul campo dei fatti.
Che strana rotta però! Fino a Milano e poi da lì ad Edimburgo, poi Newcastle e infine Londra e poi “casa”.

Il vero protagonista del documentario che ha visto è per lei un fotografo di Newcastle. Vorrebbe incontrarlo. Quell’uomo sembra essere l’unico in grado di vedere quello che fotografa. Gli altri discutono tra loro, ma ciascuno resta fermo sulle proprie posizioni di partenza come se quelle foto non esistessero del tutto.

Cambierebbe davvero tutto nella sua storia se i ricordi assumessero la precisione di quegli scatti? Davvero una bella fortuna poter consultare l’archivio di una storia attraverso gli scatti che hai selezionato momento per momento.
Ma è davvero così?
Come ricordare davvero quello che sei mentre fotografi una scena diversa? Forse in realtà un fotografo, un documentarista di professione non è così fortunato come sembra:
- è solo un uomo che ha un’opportunità in più di dimenticare tutto di sé.

I fotogrammi della sua esistenza coperti del tutto dai fotogrammi che registra sulla sua macchina. E i ricordi sono davvero diversi dai fotogrammi che registra sulla sua macchina quel fotografo?
Cosa nascondono i ricordi di quello che eri veramente? E della storia vera?
Davvero dimentichiamo tutto o dimenticare è l’opportunità migliore che ci offre il programma della nostra vita per scoprire qualcosa di noi che ci ostiniamo a non vedere del tutto? E la storia che vuol raccontare è davvero tutta in quei fotogrammi?

Ci sono dei gesti semplici che apparentemente hanno un significato univoco. Fare cenno di sì con il capo, lampeggiare a una macchina che ti sta di fronte. Non è così? Davvero hai bisogno di sapere perché?
Quel fotografo ha immortalato il dolore di quella madre.
Ma è davvero quella la scena che hai bisogno di ricordare per conoscere qualche cosa di lei? O quella scena ti riporta indietro a sensazioni e ricordi diversi? E quali sono i tuoi veri ricordi? Quelli che ricordi o una stupida sequenza senza senso?

Scrivere una storia? Scriversi in una storia?
In un formato un po’ diverso da quello che tutti pensiamo sia necessario utilizzare?
Lei è di fronte a te con le sue foto e il suo mare.
Lui con la sua penna e le sue letture.
L’altro è ormai lontano, ma straordinariamente presente in ogni momento della vita di lei e di lui. Che senso ha tutto questo?

La vita scorre per alcuni e si ferma per altri. E sono quelli per cui la vita si ferma per sempre che sono in grado di dare un senso vero alla vita degli altri?
E questo senso può essere nell’immobilismo dei fotogrammi dei ricordi?
Perché continuare ad ostinarsi a documentare tutto per quella storia così lontana nel tempo? Perché non ricostruirla attraverso le “invenzioni” della fantasia?

Era davvero una così cattiva abitudine quella del mondo dello spettacolo di ricorrere a comparse a pagamento piuttosto che ai protagonisti veri per raccontare storie?

Non è nel diritto naturale del lettore una semplice sequenza di fatti con un inizio e una fine? Perché continuare a girovagare nel nulla e non assolvere con semplicità ai propri doveri di scrittore?

Emma capì che era il momento di procedere senza ulteriori indugi.
È tardi però e il materasso nuovo avvolge il suo cuore in difficoltà, la rete nuova gli consente di migliorare il respiro, anche se un po’ di ossigeno in questi casi non guasta per nulla.

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salvo fedele
Emma, il

pediatra a Palermo; mi piace scrivere, ma cerco di non abusare di questo vizio per evitare di togliere tempo al… leggere (╯°□°)