Uno

inverno 2030

salvo fedele
Emma, il
3 min readDec 7, 2013

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L’eleganza della scrittura è tutta nell’espressione nero su bianco.
Un tempo quel modo di dire sottolineava anche la forza e la verità della scrittura. In realtà si può scrivere in tanti modi, persino colorati, e forse è il colore quel che la scrittura ha catturato dalle epoche più recenti. Il colore è la capacità di mentire. Quella capacità di mentire che aveva caratterizzato lo sproloquio orale del paese nell’ultimo dei tanti ventenni.

Non è per questa ragione però che più spesso uomini e donne scrivono con le loro vite e non su un foglio di carta. Scrivono, ma quello che raccontano è destinato all’oblio, anche quando un buon narratore vorrà interpretarlo.

Tante volte aveva scritto di uomini e donne di ogni parte del mondo, tante volte aveva persino pensato di raccontare storie vere. Le leggi editoriali erano però troppo rigide per permettere di andare troppo oltre in direzione della verità.

Quel primo reportage era affiorato alla memoria da qualche settimana. Dapprima aveva pensato ad uno strano effetto collaterale del nuovissimo farmaco che assumeva da qualche mese.

Era di questo che parlava il neurologo? “Riattiva il circuito della memoria, stabilizza i potenziali di membrana dei neuroni dell’Ippocampo”.

Fino ad allora non ricordava infatti pressoché nulla di quella storia, non ricordava neppure di averla in qualche modo interpretata.

Poi improvvisamente la successione di eventi che aveva portato a quella scrittura e quell’insperato successo di pubblico si era organizzato nei suoi pensieri ed era diventato più nitido.

Ricordava di non avere inventato del tutto i personaggi di quel reportage, ma aveva difficoltà a ricostruire gli eventi che avevano portato a quelle menzogne e le ragioni per la quale ai piani alti avevano insisto tanto sulla necessità di tagliare alcuni aspetti non essenziali della vicenda narrata.

Tra gli aspetti non essenziali c’erano ovviamente gli interpreti veri della storia, che erano stati sostituiti, come si era soliti fare un tempo solo nel mondo dello spettacolo, da comparse a pagamento.

Inspiegabile era l’interesse che aveva suscitato quel reportage.

Adesso ricordava bene che le comparse erano costate all’editore più del dovuto. A quell’epoca, in piena recessione economica, bastava poco per far giurare a qualcuno di essere protagonista di un avvenimento spiacevole, ma una soffiata aveva reso tutto più complicato ed era stato necessario qualcosa di più per mettere tutto a tacere e far sì che le comparse tornassero ad essere le protagoniste ufficiali della storia.

Nel reportage scritto il protagonista principale era un vigile urbano in pensione, ma gli avvenimenti non accadevano nelle strade di una città bensì nel Mar Mediterraneo. Il vigile aveva il compito di recitare con precisione nell’intervista la sequenza di eventi che aveva visto protagonista il personaggio vero sulla nave.

Una nave ospedale.

Anche il teatro degli avvenimenti era quello reale, la seconda guerra mondiale. Ma i colori delle navi dovevano essere diversi da quelli della storia vera, per evitare improprie e inopportune associazioni logiche con il mondo contemporaneo, così almeno aveva suggerito il direttore editoriale.

Emma ricordava adesso con maggiore precisione e il suo piano d’azione cominciò a delinearsi, ma prima non poté fare a meno di rivedere qualche cosa di più di se stessa all’epoca in cui si svolgevano i fatti in quella nave.

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salvo fedele
Emma, il

pediatra a Palermo; mi piace scrivere, ma cerco di non abusare di questo vizio per evitare di togliere tempo al… leggere (╯°□°)