Il cane e la pallina
Sono passati davanti a me, senza guardarmi, come passano gli anni della vita.
Lei davanti, alta e magra, con i capelli grigi, come un cielo striato di bianco. Lo sguardo confitto a terra, pensoso; le mani, raccolte dietro la schiena, tenevano un guinzaglio.
Pochi passi indietro, un cane dal pelo opaco ed ispido muoveva passi lenti. Con espressione pensosa, fissava la strada anche lui, e non mi è stato facile capire se lo facesse per imitare la padrona, o se anche lui nascondesse, in quegli occhi scuri di muto animale, la malinconia dei giorni passati.
E diligente e silenzioso, seguiva la donna, tenendo in bocca una pallina gialla e sporca. Segno che, dopotutto, avevano trovato il tempo per andare a giocare. Ancora una volta, e una volta in più.