Occhi spenti

Federico Ruysch
en moleskine
Published in
1 min readJan 9, 2016

Una volta ho letto, da qualche parte, che Jorge Luis Borges, il famoso scrittore sudamericano, era un grandissimo amico di Italo Calvino, altro grandissimo autore italiano.

Pare che un giorno Italo e sua moglie Chichita, in viaggio nel Sud America, si siano recati a trovare Jorge, ormai cieco da anni.

Immagino quell’uomo, vecchio e rugoso, seduto in un angolo della stanza, con gli occhi svuotati d’ogni scintilla.
Chichita, entrando, lo avrebbe salutato, facendo risuonare quell’eterno buio con una voce familiare, e calda, e soave. Jorge, poi, dopo aver salutato la donna, avrebbe prestato ascolto al silenzio. Dietro ai suoi occhi ciechi si nascondeva uno dei più grandi intelletti dell’Umanità. Un intelletto che, per divenire tanto grande, aveva sacrificato la lama del proprio sguardo, affilandola e consumandola sulle parole scritte dai grandi del passato…
Pare che, non udendo alcun suono, Jorge abbia chiesto:
«E Italo?».
«È qui, accanto a me…», avrebbe risosto Chichita.
«Ah, mi pareva! — Avrebbe annuito Jorge, abbozzando un sorriso — L’avevo riconosciuto dal silenzio…».

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