Il CTO imbruttito e Slack

Mariano Cunietti
Enter Cloud Suite
Published in
3 min readFeb 24, 2017

Giorni fa, mentre cercavo di meditare su cosa scrivere per il nuovo canale Medium di Enter Cloud Suite, mi son trovato a sbottare contro le continue interruzioni dovute ai quattro o cinque team Slack a cui sono iscritto. Non c’era verso di seguire un filo di pensieri senza essere costantemente interrotto dal tipico suono dei messaggi Slack: tòc-shh. cioè il “knock brush”.

Per chi non lo conoscesse, Slack è un sistema di team messaging molto utile per comunicare tra persone appartenenti a più team distribuiti. È una versione moderna di IRC, per chi è vecchio -o tecnico- abbastanza da sapere cos’è. Accetta pure chiamate API per integrazioni con sistemi esterni (app, monitoraggi, bot, audio/videochiamate). Si possono creare canali diversi a seconda del tema trattato, e può essere utilizzato con un solo client web/mobile sia per un team interno che per team esterni (clienti, fornitori, community). Ad oggi, solo nel team interno Enter abbiamo VENTITRÉ canali attivi, e anzi: adesso che li conto tutti mi segno che è ora di fare pulizie di primavera.

Il problema è che Slack è talmente utile e diffuso, che le persone lo usano -e ne abusano- per qualunque cosa: segnalibri, mail, file transfer, vignette, battute etc. Con l’aggravante che chi ci scrive, sapendo che il messaggio è istantaneo, applica lo stesso criterio che applica ai gruppi di Fantacalcio su Whatsapp e non filtra la comunicazione con i modi e i tempi che una mail o un documento di lavoro richiederebbero. Si scrivono frasi di due-tre parole e…tac: inviato. Un periodo articolato diventa una sequenza di (s)coordinate, in una successione ipnotica di tòc-shh, tòc-shh, tòc-shh.

Questo stillicidio va avanti a qualunque ora del giorno e della notte (salvo configurazione del “Do Not Disturb” a fasce orarie), sia in ufficio che a casa che al cesso o in piscina. Tutti, a qualunque ora, ovunque. Slack invaders.

La soluzione ci sarebbe: piazzare un bel /mute su un canale o disattivare tutte le notifiche di un team fino a disattivare del tutto le notifiche di Slack app. A volte le disattivo per 4, 8 o 24 ore consecutive, perdendo qualunque visibilità sul team. A volte attendo con ansia l’opzione “Snooze forever”, che ancora manca. Ma a quel punto Slack perde di qualunque utilità. Che senso ha avere un sistema di instant messaging se si toglie l’instant? Tanto varrebbe mandarsi delle mail o dei fax. Peggio ancora se è su Slack che si ricevono notifiche importanti dai sistemi di produzione o dai monitoraggi. Quindi, si vive a 4–8 ore alla giornata.

Insomma, dicevo, ero lì che cercavo la concentrazione e, sotto, questo benedetto tòc-shh, tòc-shh mi faceva impazzire. Nella frazione di secondo tra “sono concentrato” e “Snooze notifications”… Rabbia al comando!

Mi sono domandato perchè mai la gente si ostini a “ruttare” su Slack i propri pensieri o intere conversazioni come se stesse parlando a voce con il proprio interlocutore, ignorando bellamente il fatto che tutti lo usano nella versione gratuita e quindi condannando anzitempo all’oblio tutti i messaggi oltre il 10.000esimo. Il peggio poi lo raggiunge chi, seduto comodamente al proprio PC (anzi Mac, perchè Slack è hipster), a 100 battute al secondo non deve neanche sudarsi l’invasione di casa mia dal tastierino di uno smartphone. È lì che si assiste alla pirotecnia lato client di Slack: addirittura a volte, complice un po’di lag, arrivano notifiche a mitraglietta. Trrrrrròc-shh.

Nota per il prossimo post: scrivere una Slack-tiquette per l’uso responsabile del team messaging aziendale. Nel frattempo, Snooze forever.

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Mariano Cunietti
Enter Cloud Suite

CTO@Enter, ISP in Milano, Italy. http://www.entercloudsuite.com. Openstack supporter, weight fighter, father